Dalla Stanzeta del Pastore all'economico Mercatino della Natura...



Domenica 14 settembre 2008, la mia permanenza nella Stanzetta del Pastore è stata veramente poco proficua, la sola persona che è venuta a consultarmi sull'oroscopo cinese, una signora un po’ rinsecchita inviatami dal un professore medico che ha casa a Calcata, non sembra interessata al mio discorso, sugli elementi e gli archetipi, continua ad agitarsi e di tanto in tanto esce nervosa a cercare gli amici. Evidentemente ha problemi emozionali ed infatti individuata sulla mano la sua carenza nel Legno (preposto alle emozioni e sentimenti) le consiglio la “cura delle piante” (ovvero dedicarsi al giardinaggio, anche fatto in piccolo sul terrazzo di casa) per poter integrare l’elemento in chiave psico naturale,  ricevendo dalle piantine riconoscenti, per simpatia, lo stimolo ad aprirsi all’amore indifferenziato (si dice anche compassione per tutte le creature). Purtroppo non mi pare che questo bel discorso trovasse in lei un terreno fertile e così finita la sessione lei, alquanto nervosa ed insoddisfatta (forse perché non l’avevo turlupinata con i soliti trucchetti degli indovini) mi chiede “Quant’è per il consulto?” e come al solito le rispondo “un’offerta volontaria a piacer suo”.

Il piacere non è stato eccessivo, evidentemente, giacché la signora tirate fuori dal borsellino alcune monetine  me le mette in mano e se ne và ancora più rinsecchita di quando era entrata.

Ecco, l'indomani mattina con l’incasso risicato di 3 euro e cinquanta di ieri  e qualche altro risparmio mi  avvio a piedi verso il paese nuovo di Calcata, come ogni giorno. Che bisogno c’è di preoccuparsi? Qualcosa succede sempre e la strada è piena di avventure… Mi fermo prima a governare la maiala vietnamita che diventa sempre più grassa e vecchia, scendo un attimo all’orto selvaggio dove crescono solo cicorie ed erbe selvatiche, occhieggio una piantina di pomodori tardivi,  troppo piccoli e verdi per esser colti… Proseguo ed arrivo al baretto all’incrocio di via Circonvallazione, e qui compio il rito della colazione, cappuccino e cornetto, la ragazza è gentile e mi sorride. “Quant’è..?” chiedo anche se già conosco il prezzo “Un euro e sessanta” mi fa lei ed io pago ringraziandola, con quello che mi rimane vado al supermercatino dove solitamente acquisto alcuni generi di prima necessità e lì scopro che c’è una cassetta con su scritto “pomodori caserecci 1 euro al chilo"…

Woaoww, miracolo, solo un euro per dei pomodorini invernali tondi e gialli (si chiamano invernali perché si conservano per diversi mesi), bioregionali e biologici, ne prendo due chili ed anche un cetriolo che sta nel mucchio “anche questo è casareccio?” domando “certo -mi fa la ragazza del banco- è del marito di Cesarina (nota bene “è del marito di Cesarina”).

Insomma al supermercatino son stato proprio fortunato ed ancor di più all’uscita mentre torno a casa, ad un altro angolo  di via Circonvallazione, trovo per terra parecchie melucce buonissime e mezze bacate cadute per l’acquazzone di ieri l’altro, l’albero di mele sta lì in un angolo di terra che nessuno  cura. Faccio almeno tre chili di mele gialle e verdi, così ho la frutta per l’incontro di stasera (lettura romantica con la luna piena) e non è finita qui, infatti mentre ridiscendo al paese vecchio raccolgo per terra tre fichetti neri e dolcissimi che mi son mangiato appena rientrato a casa.

“Anche oggi l’abbiamo sfangata... -mi dico soddisfatto-  Non si muore di fame facendo la spesa all'economico mercatino della natura"

Paolo D'Arpini *







* L'autore metidabondo che pensa al libro di  prossima uscita: "L'alimentazione bioregionale" 


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Pollan Michael: "La memoria è nemica dello stupore"

 



La memoria è nemica dello stupore, che non alberga in altro luogo che non sia il presente. Ecco perché, a meno che non si sia bambini, lo stupore dipende dalla dimenticanza, cioè da un processo di sottrazione. Di solito pensiamo alla droga come a un’esperienza aggiuntiva: spesso si dice che le droghe “distorcono” la percezione normale e aumentano e dati sensoriali (“aggiungendo” le allucinazioni, per così dire) ma potrebbe essere vero il contrario, cioè che il loro compito sia quello di togliere alcuni filtri che la coscienza normalmente interpone tra noi e il mondo. 


Perlomeno, fu questa la conclusione raggiunta da Aldous Huxley nel 1954 il “Le porte della percezione”, resoconto dei suoi esperimenti con la mescalina. Secondo Huxley, la droga (estratta dal peyote, il fiore di un cactus del deserto) disattiva la “valvola riducente” della coscienza, la sua definizione della facoltà ordinatrice di ogni giorno della mente conscia. La valvola riducente fa sì che non siamo schiacciati dalla “pressione della realtà”, ma ha un prezzo, perché il meccanismo ci impedisce di vedere la realtà come veramente è. Le intuizioni dei mistici e degli artisti derivano dalla loro speciale capacità di spegnere la valvola di riduzione della mente. Non sono certo che qualcuno di noi abbia mai percepito la realtà “come veramente è” (come faremmo a saperlo?), ma Huxley è convincente nel descrivere lo stupore che si verifica quando riusciamo a sospendere il nostro consueto modo verbale e concettuale di vedere. (E’ assolutamente sincero quando scrive della bellezza delle pieghe di un tessuto, di una sedia da giardino e di un vaso di fiori: “Vedevo quello che Adamo aveva visto al mattino della sua creazione: il miracolo, momento per momento, della nuda esistenza.”) 

Credo di avere compreso il concetto di “valvola riducente della coscienza” di Huxley, ma nella mia esperienza il meccanismo sembra leggermente diverso. Mi immagino la coscienza comune più come un imbuto  o, meglio ancora, come la strozzatura di una clessidra. In questa metafora, l’occhio della mente è in equilibrio tra passato e futuro, e decide quali, tra gli innumerevoli granelli dell’esperienza sensibile, passeranno attraverso la stretta apertura del presente ed entreranno nella memoria. Lo so, la mia metafora presenta qualche problema, primo fra tutti che alla fine tutta la sabbia scivola sul fondo della clessidra, mentre gran parte dei granelli dell’esperienza non superano mai la soglia del nostro interesse. Ma perlomeno rende l’idea che il ruolo principale della coscienza è eliminatorio e difensivo: mantenendo l’ordine percettivo, ci impedisce di essere travolti... 

Pollan Michael