USA. E' tempo che Leonard Peltier sia liberato dal carcere ...



Leonard Peltier è incarcerato negli USA dal 6 febbraio 1976, senza  nessuna colpa reale. Ora è tempo che venga liberato.  Non è questione di UNA PERSONA (anche se fosse…), ma del simbolo di una lotta, se da una parte è “esempio” perché nessuno lotti, protesti, difenda i diritti, ma rimanga a casa, spaventato, dall’altra invece: deve essere esempio per noi, perché nessuno deve essere lasciato solo. Ora è tempo che Leonard Peltier  esca in libertà!

Scriviamo, facciamo girare la notizia, martelliamo: chiunque di noi credo conosca o abbia un contatto con un-una giornalista, fosse anche del giornalino del quartiere, della parrocchia, dell’associazione, del sindacato, o il blog dell’amico-a…. che si scriva e si ricordi la sua storia incredibile, per chi volesse ancora un testo che ricostruisce un po’ la sua vicenda Libertà per Leonard Peltier, indiano d’America, da tantissimi, troppi, anni nelle carceri di massima sicurezza statunitensi.

Altrimenti confezioniamo testi ad hoc per ogni evenienza… Vi abbraccio forte, coraggio.  

Andrea De Lotto








La cronistoria di Leonard Peltier


Leonard Peltier è un nativo americano in carcere dal 1976  per  aver difeso i diritti del suo popolo. Nasce nel 1944 e già dalla sua infanzia capisce che la vita per i nativi d’America è dura, tra miseria, razzismo, emarginazione. Cresce anche in un istituto dove conosce la prima “istituzione totale”, ma ha un buon carattere e la sua gioventù è carica di socialità, mentre impara a riparare vecchie automobili. Ma sono gli anni in cui la comunità indiana comincia ad alzare la testa e si organizza. 

Nasce l’AIM, American Indian Movement, di cui dopo poco Peltier entra a far parte. Nel 1973 oltre trecento indiani d’America tengono testa agli uomini del governo, che per scacciare i Lakota dal loro territorio, si erano alleati con il capo di un’altra tribù, Dick Wilson, che con una sorta di polizia privata mieteva terrore nella comunità indigena con pestaggi ed omicidi. Lo stesso Wilson stava trattando in gran segreto la vendita di parte delle terre della riserva dei Lakota Oglala di Pine Ridge, nel sud Dakota, agli Stati Uniti. 

Consapevole della fierezza e dell’ostinazione delle popolazione native, il governo statunitense cerca in tutti i modi di cacciare i Lakota dal loro territorio per impossessarsi dei loro giacimenti. E’ un periodo durissimo, per due anni quella regione vede una presenza spropositata di agenti dell’FBI, e i morti tra i nativi sono almeno 60. 

Nel giugno del 1975 dalla comunità di Oglala viene lanciato un appello all’AIM perchè qualcuno vada ad aiutarli, la tensione è altissima. Arrivano 17 membri del AIM, di questi solo 6 sono uomini, tra loro c’è Leonard Peltier. Il 26 Giungo 1975 nei pressi della comunità indiana si presentano in auto, senza alcun segno di riconoscimento, due agenti dell’FBI: la scusa è la ricerca di un uomo che ha rubato degli stivali.

E’ probabilmente una trappola, tanto che nel giro di poco tempo si scatena una sparatoria tremenda con centinaia di agenti e militari.

Gli Oglala Lakota si difendono, rispondono al fuoco e alla fine sul terreno restano tre corpi: due agenti dell’FBI e un indigeno. Tutta la comunità riesce a scappare e a nascondersi, si scatena una caccia all’uomo di dimensioni impressionanti. Per l’indiano americano morto non fu aperta alcuna indagine, mentre per i due agenti vennero imputate tre persone.

I primi due arrestati vengono processati ed assolti sulla base della legittima difesa, rimane il terzo accusato, Leonard Peltier, il quale nel frattempo è scappato in Canada. Su di lui si riversa tutta la rabbia dell’FBI, è il capo espiatorio. Viene arrestato in Canada il 6 Febbraio 1976 e dopo pochi mesi estradato sulla base di false testimonianze, tanto che successivamente il governo canadese protesterà per i modi in cui si ottenne l’estradizione. 

Ma oramai Leonard Peltier è nelle mani dei coloro che vogliono letteralmente vendicare i due agenti morti.

Questa volta il processo viene organizzato diversamente: si svolge nella città di Fargo, storicamente anti-indiana, la giuria è formata da soli bianchi e il giudice è noto per il suo razzismo. Il processo prende ben altra piega e Peltier viene condannato a due ergastoli consecutivi. 

Durante il processo non si tiene conto delle prove a suo favore, ma solo di testimonianze manipolate, vaghe e contraddittorie. Dopo cinque anni, accurati esami balistici riescono a provare che i proiettili che uccisero i due agenti non appartenevano all’arma di Leonard, e alcuni dei testimoni che lo avevano accusato ritirano le loro dichiarazioni, confessando di essere stati minacciati dall’FBI. 

A Leonard è stata negata la possibilità di avere una revisione del processo, nonostante le prove che dimostrano la sua innocenza. Non gli è stato nemmeno permesso di presenziare ai funerali di suo padre, di sua madre, dei suoi zii. 

Per almeno due volte si è cercato di ucciderlo in carcere, mentre le sue condizioni di salute sono difficili. Operato ad una mascella solo grazie alle pressioni popolari, quasi cieco da un occhio, malato di diabete e di prostata, ma Leonard Peltier resiste e non rinnega nulla della sua lotta. 

Mentre tu stai leggendo Peltier è ancora in prigione. Fino a quando?

Leonard Peltier è in carcere perché lottava per i diritti del suo popolo e la sua storia è un esempio delle tante ingiustizie che avvengono in ogni parte del mondo e che vengono taciute perché “scomode”. Peltier in Italia è praticamente sconosciuto, la sua storia non riempie le pagine dei giornali. Eppure è una storia che merita attenzione, perché ci parla dell’apartheid oggi, che non si esprime più nelle forme feroci che si sono vissute in Sudafrica, ma che continua ad esistere anche nei paesi cosiddetti civili. L’apartheid non è soltanto brutale e gratuita violenza verso chi ha la pelle di diverso colore. Oggi è diventato qualcosa di più morbido e subdolo ma, proprio per questo, è estremamente pericoloso.

In passato ci sono state numerose campagne nazionali e internazionali per la sua liberazione. Si sono espressi Nelson Mandela, Desmod Tutu, il Dalai Lama, madre Teresa di Calcutta, Rigoberta Menchù, Michail Gorbaciov, ma anche musicisti come Sting, Paul Mc Cartey, Madonna. Quando Bill Clinton stava per firmare la sua liberazione, vi fu una manifestazione di 500 agenti dell’FBI. Clinton non firmò. E nemmeno  Obama né Trump.  Ora è la volta di Biden, una sua firma è la sola soluzione, diversamente Leonard Peltier potrà uscire solo oltre i 90 anni.

Dice Leonard Peltier: “la mia colpa è essere indiano, e la tua?”



Articolo collegato: https://www.radiondadurto.org/2021/02/06/leonard-peltier-in-carcere-da-45-anni-presidio-a-milano-al-consolato-usa/

"Il libro perduto del dio Enki" - La favola di Nibiru, Eloim, Atlantide, san Michele e compagnia bella.... ri-raccontata da Ferdinando Renzetti




La  storia comincia alcuni milioni di anni fa quando la Terra era molto giovane. Allora c’era un grande pianeta chiamato Tiamat esso ruotava intorno al sole tra Marte e Giove. L’antica Terra aveva una grande luna che si dice fosse destinata a divenire lei stessa un pianeta, un giorno nel futuro. 

C’era un pianeta in più nel nostro sistema solare di cui, ai nostri tempi, siamo soltanto vagamente consapevoli. I babilonesi chiamavano questo pianeta Marduk, il suo vero nome sumero è Nibiru. Era un pianeta enorme che ruotava con un moto retrogrado rispetto agli altri pianeti, che si muovevano piu o meno su un piano piatto in una direzione. Nibiru si muoveva in direzione opposta e quando si avvicinava agli altri pianeti passava attraverso l’orbita di Marte e Giove.

 E' stato detto che passava attraverso il sistema solare ogni 3600 anni e quando arrivava era un grande evento. Poi se ne andava al di là dei pianeti piu lontani per scomparire dalla vista. 

Durante un passaggio orbitale Nibiru passò cosi vicino che una delle sue lune colpi Tiamat, la nostra terra, strappandone circa la meta. il pianeta fu spaccato a meta. Secondo i sumeri questo pezzo di Tiamat insieme con la sua luna maggiore finì nell’orbita tra Venere e Marte e divenne la Terra che conosciamo. L’altro pezzo si ruppe in milioni di frammenti e divenne quello che i Sumeri chiamano come il bracciale martellato e che noi chiamiamo la cintura degli asteroidi, situata tra marte e giove. 

Di nibiru sappiamo ancora che era abitata da esseri chiamati neifilim che erano molto alti. le donne 3 metri gli uomini 4-5 metri. Non erano immortali e la loro vita corrispondeva circa 360.000 anni terrestri. Improvvisamente 450.000 anni fa i neifilim cominciarono ad avere un problema con l’atmosfera del loro pianeta, poiche l’orbita di nibiru si portava cosi lontano dal sole che dovevano mantenere all’interno il calore decisero di mettere particelle d’oro nell’atmosfera piu alta, cosi da riflettere indietro la luce e la temperatura come uno specchio. Pianificarono di recuperare grandi quantità di oro polverizzato e metterlo in sospensione nello spazio sopra il loro pianeta. 

I neifilim sapevano viaggiare nello spazio anche se dovettero aspettare che Nibiru fosse abbastanza vicino alla terra prima di fare un viaggio tra i due pianeti. I neifilim cercarono in tutti i pianeti l’oro finchè non  scoprirono che la Terra possedeva grandi quantità di oro. Così 400.000 anni fa inviarono una spedizione con lo scopo di estrarre l’oro guidati da 12 membri, i capi,  e circa 600 lavoratori che dovevano materialmente estrarre l’oro e circa 300 che rimanevano in orbita sulla nave madre. Dapprima si stabilirono nella zona dell’attuale iraq e cominciarono a costruire le loro città anche se per estrarre l’oro si recarono in una valle specifica del sud est dell’Africa. 

Scavarono profondamente nella Terra, grandi quantità di oro; Enlil era il capo dei minatori. Ogni 3.600 anni quando Nibiru-Marduk si avvicinava trasportavano l’oro sul loro pianeta. Proseguirono con il loro lavoro mentre Nibiru continuava la sua orbita. Scavarono per un lungo tempo che va circa da 100.000 a 150.000 anni e poi ebbe inizio la ribellione dei neifilim. 

In un periodo compreso tra i 300.000 e i 200.000 anni fa gli operai neifilim si ribellarono contro i loro capi  e non volevano piu scavare nelle miniere e i capi decisero di riunirsi per escogitare una soluzione. Decisero di utilizzare una particolare forma di vita esistente su questo pianeta, uno dei primati, per creare una nuova forma di vita utile allo scopo. Il loro piano era di usare il DNA dei primati e il loro DNA per creare una razza più sviluppata di quella sulla Terra. In quel tempo la nuova razza doveva essere sotto il controllo dei neifilim e fornire la manodopera per le miniere d’oro,  da ciò se ne deduce  che  noi umani siamo stati creati per fare i minatori, schiavi per scavare l’oro. 

Nel luogo esatto in cui i sumeri  estraevano l’oro, gli archeologi vi hanno trovato miniere d’oro. quello che è ancora più incredibile e che l’homo sapiens estraeva l’oro da queste miniere e vi si sono trovare le ossa. Quelle miniere d’oro sono state usate almeno 100.000 anni fa e gli umani che vi lavoravano risalgono a 20.000 anni fa. Ora che vi facevano in quelle miniere 100.000 anni fa? Perchè avevano bisogno dell’oro? E' un metallo tenero, non adatto a fabbricare strumenti e non è stato trovato molto spesso nei manufatti antichi. Dunque perchè lo facevano e dove è andato a finire l’oro? 

Finito il lavoro ci fu una nuova rivolta, i capi volevano disfarsi delle nuove creature, mentre i minatori guidati da enlil non furono d’accordo e furono lasciati o rimasero sulla terra con le creature e dalla fusione delle due razze ebbero vita dei semidei.


Questa in breve, la storia raccontata da Zacharia Sichtlin, dopo aver ritradotto le iscrizioni in caratteri cuneiformi babilonesi, lineare b, su tavolette di argilla. Mauro Biglino dopo aver ritradotto dall’ebraico antico la bibbia che gli eloim, traducendo al plurale il tetragramma יהוה (YHWH) nella forma originale ebraica, Yahweh, erano scienziati provenienti da un altro sistema solare e avevano fatto un esperimento sulla Terra di nascosto dai governanti del loro pianeta, creando una nuova umanità: gli Adam. 

Scoperti furono lasciati sulla terra con le loro creature e se ne innamorarono cosi tanto che ci si accoppiarono dando vita allo stesso modo a dei, semidei ed esseri umani. 


A proposito di uomini e dei, scrive platone nel Crizia: io vi ho già indicato a parole, della suddivisione degli dei, che essi distribuirono l'intera Terra in parti che differivano per estensione e costruirono per se stessi templi ed istituirono sacrifici. E Poseidone, ricevendo come sua parte l'isola di Atlantide, divenne padre di figli di una donna mortale e li sistemò in una parte dell'isola che io vi descriverò. Guardando in direzione del mare, al centro dell'intera isola, c'era una pianura che si diceva fosse la più sincera/giusta tra tutte le pianure e molto fertile. Vicino alla pianura e nel centro dell'isola, alla distanza di circa 50 stadi c'era, su un lato, una montagna non troppo alta. In questa montagna viveva uno dei primi uomini nati in quel paese, il suo nome era Evenor, ed aveva una moglie chiamata Leucippe, essi avevano un'unica figlia chiamata Cleito. La ragazza aveva già raggiunto la maturità quando il padre e la madre morirono; Poseidone si innamorò di lei e vi si unì. Spaccando la terra inglobò la collina nella quale lei viveva con zone alternate di mare e terra, più larghe e più strette, l'una circoscritta dall'altra, ve ne erano due di terra e tre d'acqua, che egli formò come ruotando intorno ad un asse. Ognuno aveva la circonferenza sempre equidistante dal centro così che nessun uomo potesse arrivare all'isola, perché le navi e i viaggi non erano come ora. Lui stesso, essendo un dio, non ebbe difficoltà a sistemare in un modo speciale il centro dell'isola, facendo sbucare due sorgenti d'acqua da sotto la terra, una d'acqua calda ed una d'acqua fredda e producendo ogni varietà di cibo che può essere prodotto dal suolo. 



Una leggenda new age racconta, in una versione dell’arca di Noè al contrario, che l’umanità sulla terra è arrivata proveniente da un pianeta esploso vicino la stella Sirio. Ashtar sheran era il comandante della grande astronave arca di Noè, Nibiru che avrebbe portato in salvo l’umanità sulla Terra. Ashtar sheran, san Michele, colui che è come dio, la luce, sempre in lotta contro le forze delle tenebre, l’angelo decaduto, lucifero che voleva sostituirsi a dio. Presso gli antichi, in particolare gli egiziani, Sirio condizionava la vita che seguiva gli spostamenti della levata eliaca della stella. 

Il calendario annuale si basava sul ciclo sotiaco, da SOTHIS (Σῶϑις). - Nome dato dai Greci alla divinità egiziana Spd•t che personifica la stella Sirio. L'importanza di tale stella è legata all'introduzione del calendario ufficiale egiziano, che cominciava coll'apparizione eliaca di Sirio nel cielo orientale all'inizio della piena del Nilo.

La levata eliaca di Sirio avviene ogni 1460 anni e al tempo degli egiziani era una grande festa, il ritorno dell’araba fenice, rappresentata anche come la madonna con il bambino in braccio. infatti si dice che il sole-cristo sorge alla destra del padre che è appunto Sirio. Nel tempo Ashtar Sheran/san Michele, culto introdotto dai longobardi attorno al quinto sesto secolo d.C. ha sostituito il culto di Ercole Curino ed è stato subito adottato dai pastori che nelle loro transumanze, hanno fatto coincidere le loro partenze col sorgere e il tramontare delle Pleiadi, con le due feste di san Michele 8 maggio e 29 settembre. 

Tuttora in alcuni luoghi del meridione si festeggia la madonna dell’altomare che in una forma di sincretismo religioso sostituisce Sirio, la stella piu luminosa.

San Michele è il simbolo della luce, infatti la proiezione dell’arco del sole a terra, al solstizio d'estate, nella sua massima declinazione verso nord, è stata definita, non so come, non so quando e non so da chi, "spada di san Michele". Lungo questa linea sono stati costruiti tutti i luoghi di culto piu importanti legati al guerriero di luce, dalla Palestina fino all'Irlanda. Molti di questi luoghi di culto erano gia luoghi sacri nell'antichità prima di essere ridedicati a san Michele.

Ferdinando Renzetti



Vaticano – Dove casca il mondo...


“E un angelo prese una freccia e la scagliò in direzione del Vaticano. Chiesi al Signore il significato: Figlio mio, la visione simboleggia che vi sarà una grande perdita di fede e verranno portati alla luce molti scandali...”

Di tanto in tanto ripenso alla sostituzione di Paparatzy con il gesuita Bergoglio. Quando il fatto avvenne se ne dissero di belle... ed ancora le polemiche imperversano, soprattutto dopo la giravolta globalista del sostituto, messo lì apposta...

Ma poi mi chiedo chi me lo fa fare di occuparmi degli scandaletti vaticani? In fondo si tratta di “affari” e di “giochi di potere” interni ad una istituzione, sedicente religiosa, che non ha alcuna veste di spiritualità, una aggregazione pretesca che è in realtà apparato finanziario. Vescovi, cardinali, papa (e antipapi stile mons. Viganò), tutti si sbracciano a dire cose su cose.  Sull'amarezza  del pontefice (sia il dimissionato che l'attuale), sui cardinali e vescovi infedeli, sul nemico esterno e su quello interno, sui cambi di gestione nella fede, sulle lusinghe d’oltre oceano (leggi dal fondo del Mediterraneo), sulla pedofilia, sulla lotta fra clan, sullo sfregamento tra banche… 

Il fatto vero è che ormai la religione in tutte queste faccende vaticane non c'entra più nulla. Il vaticano è una società per azioni, che combatte per mantenere almeno una particina nella spartizione della ricchezza mondiale. Ben inteso si tratta di una ricchezza “virtuale” in quanto ormai il senso stesso di ricchezza è obsoleto...  Forse sarebbe meglio usare il termine “capacità di controllo delle masse”. 

In questo gioco il vaticano è decisamente perdente, ha dovuto recedere di fronte ai diritti accampati dai “fratelli maggiori”, di fronte ai potentati economici dei Rothschild, della Goldman Sachs, dei Mordecai vari… Ormai le diatribe son solo sui numeri. Ed i più grandi miscredenti, coloro che professano intimamente l’apostasia, sono tutti lì riuniti, in quella casa romana, con i loro berretti rossi e viola in testa. 

In fondo mi dispiace, in fondo provo compassione per la figura di quel povero Cristo messo in croce per ottenere il risultato di secoli e secoli di prevaricazioni e persecuzioni contro l'umanità e la natura, tutto compiuto a suo nome dai suoi “rappresentanti” in terra. 

Povero Cristo innocente, sì, e povera Roma imbrogliata due volte, la prima volta quando vendette la sua dignità politica affidandosi al cristianesimo, nel tentativo di continuare la sua missione universale, la seconda volta (adesso) in cui il marciume accumulato nei secoli prende a traboccare inesorabilmente trascinando con sé l’ultima parvenza di onore. 

Roma…
Scriveva Federico Nietzsche: “E’ col trionfo “ecumenico” cristiano (sventura dell’umanità, degli animali, del mondo) che si è realizzata una globale inversione dei valori. Tutto ciò che nel mondo pagano, tra i nostri padri contadini politeisti, era percepito in maniera retta, pulita, veritiera, si è velato e capovolto. Mai un antico avrebbe dato, per esempio, nome di “amore” all'odio o viceversa. La nera pretaglia sfruttatrice è proprio questo che impose, urbi et orbi. Così, per almeno mille anni essa torturò in nome del bene…”

Paolo D’Arpini




I bambini sono più vicini alla "sorgente"...


Rispettate i bambini, perché sono più vicini alla sorgente mentre voi siete lontanissimi. Loro sono ancora autentici, voi siete solo delle imitazioni.

Riuscite a capire cosa può significare il rispetto per i bambini? In questo caso, grazie all’amore e al rispetto potrete evitare loro di prendere direzioni sbagliate: non per paura, ma grazie al vostro amore e al vostro rispetto.

Mio nonno... Io non potevo mentire a mio nonno, perché aveva un rispetto assoluto verso di me. Quando tutta la famiglia mi era contro, potevo sempre contare su di lui. Non dava peso alle accuse contro di me. Diceva: “Non mi interessa quello che ha fatto. Se l’ha fatto, deve essere giusto. Lo conosco, non può fare niente di male”.

E se lui era dalla mia parte, tutta la famiglia doveva arrendersi. Io gli raccontavo tutto e lui mi diceva: “Non ti preoccupare. Fai tutto quello che ritieni giusto, perché chi altro può deciderlo? Nella tua situazione, al tuo posto, solo tu puoi decidere. Fai tutto quello che ritieni giusto e ricordati che ci sono qui io a sostenerti, perché non solo ti voglio bene, ma ti rispetto”.

Il suo rispetto per me è stato il più grande tesoro che io abbia mai posseduto. Quando era in punto di morte, mi trovavo a ottanta chilometri di distanza. Mi fece sapere di andare subito, perché non c’era molto tempo. Andai subito, arrivai in due ore. Sembrava che stesse aspettando solo me. Aprì gli occhi e disse: “Stavo facendo di tutto per continuare a respirare, per darti il tempo di raggiungermi. Voglio dirti solo una cosa: io non sarò più qui a sostenerti e tu hai bisogno di appoggio. Ma ricorda che, ovunque io sia, il mio amore e il mio rispetto saranno con te. Non aver paura di nessuno, non avere paura del mondo”-

Quelle furono le sue ultime parole:

“Non avere paura del mondo”.

 

Rispettate i bambini, fateli crescere senza paure.

Ma come è possibile renderli liberi dalle paure, se voi stessi siete degli schiavi?

Non costringeteli a rispettarvi solo perché siete i loro genitori... Il papà, la mamma, questo e quest’altro.

Cambiate atteggiamento e vedrete che cambiamento produrrà nei vostri figli, grazie al semplice rispetto.

Se li rispettate, vi ascolteranno con più attenzione. Se li rispettate, cercheranno di capire meglio voi e la vostra mente. Devono farlo. Voi non state imponendo nulla, quindi, grazie alla comprensione, se sentono che avete ragione e vi seguono, non perderanno il loro volto originale.

Il volto originale non si perde. perché si segue una strada particolare, si perde perché i bambini sono costretti a farlo, sono obbligati ad agire contro la loro volontà.

L’amore e il rispetto li aiutano, con dolcezza, a capire meglio il mondo; li aiutano a essere più attenti, consapevoli, premurosi, perché la vita è preziosa: è un dono dell’esistenza. Non dovremmo sciuparla.

 

da: Osho, I figli: una nuova visione, Uno Editore




Le profezie di Rasputin. Santo o demonio? - Recensione



L'uomo, la specie umana, sente l'alito della morte soffiare sul suo volto. La civiltà mai come oggi sembra in procinto di crollare ignominiosamente, sia dal punto morale che ecologico. Di profezie catastrofiste abbondano le cronache ma, lasciando da parte quelle criptiche di Nostradamus e quelle chiaramente a sfondo religioso (di Fatima o di Medjugorje), o di carattere  new age (Maya, etc.), non possiamo ignorare le previsioni del monaco "maledetto" Rasputin per la loro aderenza ai tempi in cui viviamo.

Le profezie di Rasputin e la nostra epoca

Grigorij Efimovi Rasputin fu assassinato nel 1917, egli godeva la stima dell’ultimo zar, Nicola II, e ci lasciò alcune preveggenze significative sul nostro Millennio.

È da sottolineare che questo emblematico personaggio, da taluni definito "santo" e da altri "demonio", aveva previsto l’assassinio della famiglia zarista, l’evento del marxismo e il crollo dell’Unione Sovietica.

Per l'Italia Rasputin aveva previsto l’anarchia e la fame. "... l’Italia", si legge in uno di questi vaticini, "finirà in una sterpaglia di contrasti, di difficoltà, di lotte intestine... In questo tempo, l’umanità sarà schiacciata dal frastuono dei pazzi e dei malfattori. La saggezza sarà messa in catene. Saranno l’ignorante e il prepotente a dettare la legge...".

Molti si sono chiesti perché il veggente abbia ricordato l'Italia. Si tratta, forse, di una nazione con la quale si vuole simboleggiare il mondo intero, oppure si tratta di un Paese che subirà più pesantemente degli altri "la punizione di Dio"?

I messaggi di Rasputin inquadrano i tempi che stiamo vivendo in  forma impressionante, ponendo in evidenza soprattutto "la grave malattia della terra, provocata dall’uomo", cioè i molteplici inquinamenti. Ed è questa, la premessa alla "punizione divina": "Si ammaleranno le piante", scrive il veggente "e moriranno ad una ad una. Le foreste diventeranno un enorme cimitero e tra gli alberi secchi vagheranno senza meta uomini storditi e avvelenati da piogge velenose". Questo tempo è ormai arrivato: le piogge acide sono difatti una tragica realtà. I dati ufficiali ci dicono che circa il 52% delle piante della Foresta Nera stanno morendo e nel giro di una generazione, molte ridenti località dell’Europa saranno trasformate in un deserto.

La situazione non è molto diversa per l’aria. Respiriamo veleni "e poi abbiamo la pretesa di non ammalarci".

Rasputin aveva profetizzato anche questo: "Verrà giorno in cui non ci sarà monte e non ci sarà colle; non ci sarà mare e non ci sarà lago, che non siano avvolti dall’alito fetido della morte... E tutti gli uomini respireranno la morte; e molti uomini moriranno per i veleni che sono sospesi nell’aria".

E ancora: "I veleni abbracceranno la terra come un focoso amante: i cieli avranno l’alito della morte e le fonti non daranno più che acque amare e molte di queste acque saranno più tossiche del sangue marcio del serpente... Gli uomini moriranno di acqua e di aria, ma si dirà che sono morti in seguito a malattie cardiache o polmonari... E le acque amare infesteranno i tempi come la cicuta, perché le acque amare partoriranno i tempi amari".

E la premonizione ricalca perfettamente il livello d'inquinamento a cui stiamo riducendo il pianeta. L'acqua potabile è sempre più rara a causa degli insani sistemi agricoli e dall'allevamento industriale. Le foreste vengono abbattute. Gli oceani stanno morendo invasi dalla plastica e da scoli ammorbanti. I liquami radioattivi dal Giappone arrivano alle coste americane, gli esprimenti atomici impregnano la terra di veleni e forse, se scoppiasse una guerra che tutti paventano, le radiazioni ammorberebbero anche l'atmosfera.

Ma una profezia sull'Italia che ci riguarda particolarmente da vicino è quella relativa alla situazione di Roma e della sede vaticana: "Nella notte dell’uomo bruciato, il sangue scorrerà a fiumi nella Roma dei papi e dei lestofanti. Il popolo uscirà sulle piazze accecato da un odio covato da tanto tempo e sulle picche lorde di sangue vedrete le teste dei politici, dei nobili e del clero. Il corpo di un uomo venerando sarà trascinato per le strade di Roma da un cavallo bianco e sulle strade rimarrà l’impronta del suo sangue e i lembi della sua pelle. Solo allora si scoprirà che l’uomo venerando era un serpente. E morirà come muoiono i serpenti. In questa notte di sangue e di magia le stelle cambieranno luce: quelli che indossavano l’abito della delinquenza indosseranno l’abito della giustizia e quelli che erano giusti diventeranno ingiusti... E quando sorgerà la luce del nuovo giorno, le fontane di Roma saranno piene di sangue umano, e molti corpi di potenti verranno squartati e gettati ai quattro angoli della città, affinché marciscano separati... Roma purificata non sarà più Roma. E la notte dell’uomo bruciato rimarrà a ricordare la santa insurrezione del popolo contro il lupo famelico vestito da agnello."

Paolo D'arpini



A proposito di Dio... - "La rivoluzione di Dio, della natura e dell'uomo" di Masanobu Fukuoka





Adesso voglio parlare di Dio.

Chi è Dio?
Si dice che Dio è il Signore dei Cieli, oggetto di fede religiosa.
Nel Cristianesimo, Dio è l'onnisciente, onnipotente creatore dell'universo.
Ma ciò non spiega che cos'è Dio. Anche se diciamo "il Creatore", non sappiamo chi è.
Una volta, cinquant'anni fa, conobbi Dio.
Ma, a quel tempo, non avevo parole per esprimere Dio.
Per molto tempo col passare dei giorni e degli anni, continuai a cercare il nome del Dio che avevo perso di vista.
Finalmente dopo cinquant'anni mi sono ricordato.
Il problema non è che Dio non ha visibilità né forma.
Al contrario, stiamo tutti a guardare Dio continuamente.
La forma di Dio è evidente in ogni luogo.
Ora è facile rivelare il nome di Dio.
Però prima di ciò devo chiarire una cosa.
Se non lo faccio, le mie parole saranno completamente senza senso.
Questo libro ha il compito di aiutare la gente a
Tornare a Dio,
Tornare alla natura,
Tornare a se stessi.

Masanobu Fukuoka, prologo a "La rivoluzione di Dio, della natura e dell'uomo"