Quando danzi in modo meditativo, la tua danza acquista un sapore nuovo e si arricchisce di un che di divino, perché l’ego, ossia il danzatore, scompare. L’arte della meditazione consiste proprio nella scomparsa dell’io, nel dileguarsi della mente. Colui che danza è privo di pensiero e diventa un essere perfettamente silenzioso: la danza continua, ma il ballerino scompare! Questo è ciò che chiamo “qualità divina”: è come se il divino stesse danzando insieme a te e tu non ci fossi più.
Nijinsky, che è stato uno dei più grandi ballerini del secolo, deve aver sperimentato, per caso, una qualche forma di sintesi tra danza e meditazione. Non sapeva padroneggiarla, perché non aveva mai imparato l’arte della meditazione: deve essere successo come conseguenza del suo impegno totale nella danza.
Di tanto in tanto accadeva il miracolo: Nijinsky faceva certi salti, certi balzi nell’aria, che secondo la legge di gravità sono fisicamente impossibili. Gli spettatori restavano semplicemente disorientati, per un attimo il loro cuore smetteva di battere! Vedere Nijinsky in movimento era come assistere a un miracolo… Era come se per lui la gravità non esistesse… spiccava salti incredibili con un’estrema facilità! Inoltre, quando ricominciava a discendere verso terra, scendeva molto lentamente, come una piuma, come se non ci fosse fretta, come se la forza di gravità non lo attirasse come un magnete… In base alle leggi scientifiche era impossibile, eppure accadeva: che ci vuoi fare?
La gente gli chiedeva continuamente come facesse e Nijinsky rispondeva: “Non posso spiegarlo, perché quando accade, io non ci sono. Ho provato a farlo di proposito e non ci sono mai riuscito. Ogni volta che ci provo, non succede. Accade solo ogni tanto, quando mi dimentico completamente di me stesso e mi lascio andare del tutto. È una cosa che succede da sola: non posso controllarla, né posso prevedere se domani accadrà. Non siete gli unici a essere sorpresi: quando succede, anch’io ne sono sorpreso... Sono assolutamente sorpreso, perché divento senza peso..."
Testo di Osho tratto da:I Am That