Anche il corpo fisico è una espressione del Sé

Come influiscono le emozioni sul nostro corpo?
Quando hai una coscienza centrale, una consapevolezza centrale dentro di te, essa inizia a raggiungere ogni poro, ogni angolo e anfratto; penetra in ogni cellula. E hai molte, molte cellule: settanta milioni di cellule nel tuo corpo. Sei una grande città, una grande nazione. Settanta milioni di cellule e adesso sono tutte incoscienti: la tua coscienza non le ha mai raggiunte.
Cresci nella coscienza e ogni cellula sarà penetrata. E nel momento in cui la tua coscienza tocca le cellule, è tutto diverso, cambia la qualità. 
Un uomo sta dormendo; il Sole sorge e l’uomo si sveglia. È lo stesso uomo che stava dormendo? Il suo sonno e il suo risveglio sono uguali? 
C’era un germoglio chiuso, morto, poi sorge il Sole e il germoglio si apre e diventa un fiore. Questo fiore è lo stesso? 
Qualcosa di nuovo è penetrato. È apparsa una vitalità, una capacità di crescere e fiorire. 
Un uccello stava dormendo, come se fosse morto, come se fosse solo materia morta, ma il Sole sorge e l’uccello vola. È lo stesso uccello? 
È un fenomeno diverso. Qualcosa l’ha toccato e l’uccello è diventato vivo. Era tutto silenzioso e ora ogni cosa canta: il mattino è una canzone.
Lo stesso fenomeno si verifica all’interno delle cellule del corpo di un Buddha. È noto come buddha-kaya, il corpo di un illuminato, il corpo del Buddha. È un corpo diverso. Non è lo stesso corpo che hai tu, non è nemmeno lo stesso corpo di Gautama prima di diventare il Buddha.
Buddha è in punto di morte e qualcuno gli chiede: “Stai morendo? Allora dove sarai?”. 
Buddha dice: “Il corpo che è nato morirà. Ma c’è un altro corpo, il buddha-kaya, il corpo del Buddha, che non è mai nato né può morire. Ho lasciato quel corpo che mi è stato dato, quello che mi è arrivato dai miei genitori. L’ho lasciato come un serpente lascia la vecchia pelle ogni anno. Ora c’è il buddha-kaya, il corpo del Buddha”.
Cosa significa? Il tuo corpo può diventare un corpo del Buddha. Quando la tua coscienza raggiunge ogni cellula, la qualità del tuo essere cambia, si trasmuta, perché a quel punto ogni cellula è viva, cosciente, illuminata. E allora non c’è schiavitù, sei diventato il maestro. Solo diventando un centro consapevole, diventi un maestro.
Accendi la luce interiore! Diventa un corpo del Buddha! Lascia che ogni tua cellula diventi conscia e non permettere a nessuna parte del tuo essere di rimanere nell’incoscienza. 1
La dottrina buddhista parla dei tre corpi del Buddha. Vanno compresi.
Il primo corpo è chiamato il corpo della verità, il corpo universale, il corpo divino. Puoi chiamarlo dio.
Il secondo corpo è chiamato il corpo della beatitudine, il ponte tra il primo e il terzo. Puoi chiamarlo l’anima. E il terzo corpo è il corpo fisico.
Tu conosci solo il tuo corpo fisico e non hai conosciuto il tuo secondo corpo, il corpo della beatitudine. E se non conosci il secondo corpo, non sarai in grado di conoscere l’ultimo, il più profondo: il tuo corpo universale, il tuo corpo cosmico, il tuo corpo del Buddha.
Questa è la trinità buddhista: il padre, il figlio e lo spirito santo. Oppure, è la trimurti buddhista, i tre volti di dio. 
Buddha dice che tutti hanno questi tre corpi. Il primo, il corpo fisico, è molto congelato. Il secondo è in uno stato di liquidità. E il terzo è vaporoso. Prima il ghiaccio deve sciogliersi in acqua e poi l’acqua deve evaporare. 
Hai notato? Il ghiaccio ha una definizione, dei confini; l’acqua non ha definizione né confini. Versa l’acqua in qualsiasi brocca, in qualsiasi pentola, e prenderà la forma del contenitore. Non è resistente, non è aggressiva, non lotta. È liquida e si adatta.
Un uomo di compassione e amore è come l’acqua, si adatta. Non oppone resistenza, non impone la sua forma a nessuno. Si adatta, è accomodante, ha spazio.
E poi l’ultimo: quando l’acqua è evaporata, è scomparsa ed è diventata invisibile. Ora non puoi nemmeno versarla in una brocca. È diventata parte del cielo, si è unita all’eterno, all’infinito.
Questi sono i tre stati dell’acqua e sono anche i tre stati della coscienza. 
Sei diventato troppo grossolano, perché ti sei identificato troppo con il corpo fisico. È come se avessi confuso le pareti con la casa. I muri della casa non sono la casa, devi entrare. Devi trovare il nucleo più intimo del tuo essere e quel nucleo, più interno, è invisibile. Quel nucleo più interno è quasi come il vuoto.
Il primo corpo è essenza, il secondo corpo è forma, il terzo corpo è azione. Le persone che vivono solo nel corpo fisico vivono solo di azioni: cosa fare, cosa non fare. Tutta la loro vita è un continuo sbandare, oscillare, tra questo e quello. La loro vita consiste nel fare, non conoscono nient’altro.
Il secondo corpo è forma: inizi a intravedere degli scorci di non azione. È ciò che accade in meditazione: quando stai seduto in silenzio senza fare nulla, sorge una grande gioia. Dal nulla, senza una causa. Non sai da dove provenga, ma nasce una grande gioia, come dal nulla. Miracolosamente, magicamente. Questo è il secondo corpo, la forma: la gioia prende forma.
E poi c’è l’ultimo. Se continui a seguire e a procedere verso l’interiorità, un giorno raggiungi l’essenza. Buddha la chiama il corpo della verità. Là non c’è azione né non-azione. 
Tutto è scomparso, ogni dualità è scomparsa, hai raggiunto l’essenza dell’esistenza. Quell’essenza è liberatoria. Quell’essenza è il nirvana. E non devi andare da nessuna parte per trovarlo, lo hai sempre portato con te.
E se continui a cercare lontano ciò che è vicino, ti sfuggirà. Non è colpa di nessuno. Prima di andare a cercarlo ai quattro angoli del mondo, entra in te stesso. Se non lo trovi lì, puoi andare dove vuoi... 
Ma le persone non entrano dentro, iniziano all’esterno. E l’esterno è vasto: puoi andare avanti in eterno, puoi cercare in tutta la Terra. 
E le persone stanno cercando. Le persone vengono da me e dicono: “Cerchiamo da tutta la vita. Siamo stati qui e là, siamo stati in Giappone, a Ceylon, in Birmania e in Tailandia, abbiamo viaggiato in tutto l’Oriente! E non l’abbiamo ancora trovato”.
L’Oriente è dentro di te! Non è in Tailandia, non è in India. E non lo troverai da nessuna parte. Al massimo, se ti imbatti accidentalmente in un uomo illuminato, ti ributterà verso te stesso. Non ti darà l’Oriente, nessuno può dartelo. È già presente, non è necessario darlo.
E dal momento che nel mondo moderno la comunicazione è diventata facile, viaggiare è diventato facile, le persone stanno diventando sempre più frenetiche. Saltano da una città all’altra, da un aeroporto all’altro. Stanno trascinando se stesse sull’orlo della follia. E per arrivare a casa non è necessario prendere un aereo, un treno, la macchina. Hai solo bisogno di entrare in te stesso. E senza biglietto: non è necessario alcun biglietto. Nessuno può impedirtelo: è il tuo territorio.
Osserva il corpo fisico e sorgerà il secondo corpo. C’è già, ma inizierai a sentirlo. Inizierai a riconoscerlo, inizierà a penetrarti. 
Questo è il primo passo della meditazione: osserva il corpo fisico. Poi il secondo passo, e l’ultimo è: osserva il corpo della beatitudine. Guarda la tua estasi. E poi ti accorgerai improvvisamente che l’osservatore non può essere osservato: “L’estasi è presente, ma io sono lontano da essa. La beatitudine è presente, ma io sono colui che la conosce.
E quindi inizi a entrare nell’ultimo corpo, il corpo della verità. Allora diventi un puro testimone, sakshin. E questa è liberazione.
Inizia a meditare. Prima sul corpo, poi sui tuoi sentimenti interiori di beatitudine e gioia. E vai verso l’interno. Fiorirai. E se non fiorirai non avrai vissuto, o avrai vissuto invano. Sei qui per sbocciare. E se non darai molti frutti e molti fiori, il significato della vita ti sfuggirà.
Le persone vengono da me e mi chiedono: “Qual è il significato della vita?”, come se il significato fosse in vendita da qualche parte al mercato. Come se il significato fosse un bene di consumo. Il significato deve essere CREATO! Non esiste un significato nella vita. Il significato non è una cosa data, deve essere creato; deve diventare il tuo lavoro interiore. E allora c’è un significato, un GRANDE significato.
Ama e medita e raggiungerai il significato. E raggiungerai la vita, una vita abbondante. 
Questi sono i tre aspetti del tuo essere: il corpo fisico, il corpo della beatitudine e il corpo del Buddha. E non sono contro nessuno dei tre, non sto dicendo di scegliere il corpo del Buddha contro il corpo fisico. Se scegli il corpo del Buddha contro il corpo fisico, alla tua buddhità mancherà qualcosa, sfuggirà qualcosa. Non sarà perfetta, non sarà la fioritura totale.
Quando non rifiuti nulla, quando la tua accettazione è totale, fiorisci. Fiorisci nel loto dai mille petali, sahasrar...
 
Osho
Osho Rajneesh - Wikipedia
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