Osservando ciò che avviene in natura e fra gli animali e osservando le pulsioni naturali dell’uomo non possiamo far a meno di trovare similitudini comportamentali, soprattutto nella sfera sessuale.
La sessualità nell’uomo è un potente motore che ci spinge verso una specifica direzione… Ma la sessualità è anche cultura, è anche fonte di ricerca spirituale. Infatti la sessualità è un mezzo attraverso cui compiere il percorso di risalita verso la coscienza unitaria. Anche nel misticismo devozionale l’estasi è la risultanza di una forte concentrazione “sessuale”. Cercando di trovare una sintesi fra ciò che è spontaneo e naturale e ciò che fa parte delle aspettative o consuetudini sociali è necessario andare alla scoperta di una “sessualità ecologica o laica” nella quale riconoscerci.
Per ottenere un risultato soddisfacente nella nostra ricerca dobbiamo innanzi tutto compiere una operazione di distacco e discernimento. Osservando le pulsioni primordiali senza cadere nella trappola identificativa con esse. Malgrado appaia che l’uomo abbia ogni cosa nelle sue mani in effetti non è così. Il fatto è che se non sentissimo che stiamo compiendo qualcosa di nostro non avremmo soddisfazione nell’agire. Così pensiamo di essere noi a decidere.
Ma la forza che ci spinge all’azione, chiamatela natura, mente, Dio, energia vitale o qualsiasi nome, ci fa muovere a nostra insaputa. Possiamo indicare l’azione compiuta come “nostra” solo dopo che essa è avvenuta. Ma se così non fosse, ovvero se non sentissimo di essere noi gli artefici, non vorremmo portare nulla a compimento.
Ed allora come essere liberi dal senso dell’io e del mio?
E qui riportiamo l’attenzione al desiderio più impellente quello che spinge l’uomo e la donna a congiungersi carnalmente per soddisfare un bisogno fisiologico e mentale, con lo scopo di perdere almeno per un momento la coscienza di sé, in quanto agente, e fondersi nell’altro. L’osservazione di questo processo è l’unica strada che ci resta aperta per individuare il confine tra libera scelta ed istinto. Per questo è importante che l’atto sessuale si svolga come dono d’amore e non come arida auto-gratificazione.
Possiamo così toccare la meraviglia dell’incontro sessuale in chiave naturalistica e spirituale e giungere alla riscoperta consapevole della sacralità della natura!
Correttamente parlando questa “coscienza” non è il risultato di una religione ma un moto spontaneo interiore dell’uomo per integrarsi nella natura e con se stessi.
Paolo D’Arpini
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