Cattolicesimo - Ultima chance prima del crollo ignominioso


Foto di Gustavo Piccinini


La chiesa cattolica potrebbe sfaldarsi e scomparire, per esaustione, come è già avvenuto per altre chiese ed altre religioni del passato. Oppure -come stanno cercando di fare i suoi attuali vertici- fondersi con gli altri tronconi di origine israelita, e fondare una sorta di chiesa unificata. Ma questo atto renderebbe vana l'esistenza di 2000 anni di differenziazione cristiana e di 1500 anni di innovazione musulmana. Insomma sarebbe un "ritorno alle origini" che non promette nulla di buono. Viste anche le valenze gerarchiche che ne conseguirebbero, nonché il ritorno ad un passato remoto ignobile, com'è quello biblico. 

Le colpe del papato in questo processo disgregativo della chiesa cattolica sono evidenti. Dalle incongruenze sulla morale tradita, sull'economia farisea e l'accumulo di ricchezze materiali, sull'allontanamento dalla natura, etc. 


Tutti i nodi vengono al pettine, si dice, e la chiesa ha sommato migliaia di nodi. E non mi riferisco solo agli scandali recenti (ma ora tacitati per segreti accordi con chi di dovere) ma alle innumerevoli colpe accumulate nei secoli: le finzioni dottrinali, la vendita delle indulgenze, la sperequazione fra maschi e femmine, la persecuzione di eretici e streghe, la prevaricazione e l’intimidazione delle masse succubi ed impaurite, le falsità storiche su innumerevoli fatti e persone che la compongono, la simonia, ecc.

Sembrerebbe che la religione cattolica, e di conseguenza quella cristiana in generale, non abbia scampo e sia destinata semplicemente a scomparire in una nuvola fumosa di vergogna. 

Ma non è giusto dare tutte le colpe al cristianesimo. Le devianze sono iniziate ben prima della nascita di questa religione e sono pure continuate dopo di essa. La matrice del monoteismo con un dio personale despota e settario è nell’ebraismo, da esso sono poi sorti sia il cristianesimo che l’islamismo. Le colpe dei padri sono ricadute sui figli… si dice.

Strettamente parlando l’ebraismo non è propriamente una religione ma una continuità religiosa basata sulla trasmissione genetica. Ebrei si nasce, non si diventa. Ed infatti nell’ebraismo i sacerdoti sono i primi ad avere l’obbligo di matrimonio e di prolificazione. La stessa cosa avveniva ai primordi del cristianesimo, che in effetti è solo una differenziazione dottrinale sorta dal modello esseno (una setta ebraica). Ma allorché l’impero romano, per motivi squisitamente politici, stabilì l’unità religiosa sotto l’egida del cristianesimo, fu trovato più conveniente dare una regola di celibato al clero, in modo da non disperdere le ricchezze che il papato andava ammassando. 

Il papato romano tra l’altro è anch’esso un’istituzione tardiva rispetto alla formazione del cristianesimo. In verità il papa di Roma sostituì l’imperatore di Roma e per garantire la continuità non dovevano esserci diatribe familiari interne, il papa veniva eletto in un contesto di celibi. Questo sistema, ottimo dal punto di vista del mantenimento della struttura, è assolutamente deleterio invece per la conservazione dei valori umani. Conseguenza di questa regola “innaturale” è quel che oggi osserviamo in forma di pedofilia ed omofilia interna alla chiesa. I prelati mantengono una facciata di castità provvedendo a soddisfare le esigenze sessuali con gli adepti e componenti della chiesa stessa.

Ma il mantenimento della struttura e della ricchezza del vaticano è causa di degrado per la religione, per ovvie ragioni.. (anche la mafia si basa sul “comandare è meglio che fottere”)…

Se ne deduce che la prima cosa da fare per salvare il salvabile della religione cattolica, sarebbe quella di consentire il matrimonio ai preti, seguito immediatamente dall’apertura al sacerdozio femminile e successivo abbandono del meccanismo di potere politico ed economico vaticano. In tal modo sacerdoti e le sacerdotesse rientrerebbero nel “popolo” dal quale provengono e di cui sono parte. 


L’eliminazione del papato e dell'istituto cardinalizio è un punto di immediata risoluzione per avviare questo processo di emendamento interno. La chiesa dovrebbe divenire una vera "ecclesia" "Comunità" diretta dai vescovi liberamente eletti dal popolo che si riuniscono una volta all'anno per deliberare collegialmente sui fatti religiosi. Ed in effetti le spinte a voler salvare la “religione” dalle grinfie dei suoi principi e scherani malsani è già presente all’interno della sana comunità cristiana. 

Questo è solo l’inizio di un discorso….

Paolo D’Arpini

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