Taci stupido! Non sai chi sono io.
Amazzonia
In seguito a un recente incidente aereo (1), quattro bambini tra i tredici e un anno sono sopravvissuti quaranta giorni da soli nella giungla amazzonica. A chi li ha trovati hanno raccontato che si sono nutriti secondo quanto aveva insegnato loro la nonna.
Ecco, per adesso, tenere a mente la nonna.
Russia o Tronista 1
C’è chi la nonna non l’ha avuta. Al suo posto gli è capitato una specie di algoritmo, una di quelle cose o bianche o nere, un codice binario dove la via dello stampino è segnata, dove l’arlecchino della vita prende bastonate di santa ragione, con somma soddisfazione dei proboviri – individui dal nullo eros – che, armati del nerbo intrecciato di scientismo e diritto, ci vengono a dire come stanno veramente le cose. Lo fanno con la tranquillità che il sapere tecnico, scambiato per conoscenza superiore, credono permetta loro.
Così, dal trono della ragione e del diritto dileggiano chi riconosce le ragioni di Putin e la causa Natorale della guerra – oltre due terzi del mondo –, e comunque quelli che non ne possono più delle esportazioni in doppio petto e armi in pugno di qualunque merda si voglia.
Rivolgendosi a questi, il tronista, inetto a cogliere l’humus d’insieme, prodromo del presente, non esita sarcasticamente a sostenere pochezze, come se il tempo fosse iniziato il febbraio scorso:
dunque, chi provoca – a insindacabile giudizio dell’aggressore Putin – merita una reazione anche violenta. E se l’aggredito reagisce, è terrorismo;
i separatisti sono stati armati dalla Russia: irrilevante. L’Occidente fa lo stesso con l’Ucraina: ipocrita e allontana la pace;
le città sono state devastate perché dentro c’era l’esercito ucraino, lo dicono i filmati: se non ci fosse stato, i russi non avrebbero agito così. Oh, really?;
però hanno bombardato anche altrove, ma quasi solo obiettivi militari o strategici. Qualche errore è scappato, ma si sa, nessuno è perfetto;
Onu: a gennaio 7.200 vittime civili ucraine e 12.000 feriti. In un anno sono riusciti a fare la metà delle vittime registrate in Donbass in 4 anni, contando sia civili che miliziani di entrambe le parti: avanti così;
invece gli ucraini colpiscono i civili in Donbass con gli Himars. Perché se hai di fronte un esercito invasore e hai un sistema missilistico ad alta precisione che brucia 150mila dollari ad ogni lancio, non lo usi per colpire il nemico ma i civili. Ha senso;
questa cosa l’hanno voluta apposta i governanti ucraini e Putin si è gentilmente prestato per accontentarli, perché Zelensky – che vi ricordo, è stato democraticamente eletto – è un fantoccio in mano agli Usa suppongo, come peraltro lo è Lukashenko in mano alla Russia. Il fatto che l’Ucraina volesse entrare nella Nato, che mal si accorda con l’avere un conflitto in corso, non è rilevante.
Il tronista ha qualcosa di speciale. Non esita a revisionare la storia quando può vantare il sostegno di una delle sue immacolate istituzioni, l’Onu. Di cui è felice di sostenere la posizione in merito al rogo di Odessa del 2014 – “responsabilità non accertata” –, per il resto del mondo, coinvolti inclusi, a carico dei neonazisti ucraini. Così per lui, in merito alla guerra Nato-Russia, come detto, tutto inizia nel 2014, anno zero, prima del quale nulla era accaduto, neppure se lo dicono Kissinger (2), Sergio Romano (3), lo statista statunitense George Kennan, che ha definito l’allargamento della Nato “un errore fatale”, e una sfilza di altri (4). Evidentemente, per il tronista nient’altro che dei “rincoglioniti” Montagnier (5) prestati alla geopolitica. Quindi, sempre secondo il nostro impavido re, i soli elementi da considerare per vedere nel giusto sono i seguenti: invasione e annessione della Crimea, supporto militare ai separatisti del Donbass, fino alla guerra attuale. “Il diritto internazionale non ha incertezza”, ci dice per concludere con la sola verità che vede.
Ricordargli alcuni altri elementi non serve, la sua monolitica e impermeabile concezione lo rende inetto a quanto c’è scritto sul margine terroso dei testi delle leggi o della scienza.
Il blocco degli aiuti europei all’Ucraina, a causa del mantenimento delle relazioni con la Russia voluto da Janukovyč, scatenò violente manifestazioni filoeuropee nella piazza Majdan. Fatti divenuti noti come Euromajdan (2013-2014), per alludere al desiderio di Europa dei manifestanti e al luogo in cui fu manifestato. Ma anche, dal versante filorusso, per alludere al colpo di stato relativo alla destituzione di Janukovyč, regolarmente vincitore alle elezioni, e sotto la pressione Nato-americana, l’imposizione di Juščenko.
Nel periodo 2010-2013 Janukovy, in linea con l’opinione pubblica ucraina, aveva spinto per la neutralità. Gli Stati Uniti avevano segretamente lavorato per rovesciare Janukovy
, come si constata nelle intercettazioni telefoniche tra l’allora Vicesegretario di Stato americano Victoria Nuland e l’ambasciatore statunitense Geoffrey Pyatt, che pianificavano il governo post-Janukovy
settimane prima del suo violento rovesciamento (6).
Sempre nell’intento generale di far fuori la Russia, non meno rilevante anche quanto la Nuland disse al telefono sempre a Geoffrey Pyatt, verso la fine del gennaio 2014, dove senza parole equivocabili manda a quel paese l’Europa: “fuck Europe” (7).
I governi statunitense e tedesco promisero al presidente sovietico Mikhail Gorbačëv che la NATO non si sarebbe mossa di “un solo centimetro verso est” (8), quando l’Unione Sovietica sciolse l’alleanza militare del Patto di Varsavia.
Nel marzo 2022, la Russia e l’Ucraina avevano riferito di aver fatto progressi verso una rapida fine negoziata della guerra, basata sulla neutralità ucraina.
Secondo Naftali Bennett, ex Primo Ministro di Israele, che ha svolto il ruolo di mediatore, un accordo era vicino ad essere raggiunto prima che Stati Uniti, Regno Unito e Francia lo bloccassero.
Basta? No. Non basta. Se gli fai presente che la sua posizione appoggia necessariamente la fornitura di armi – ed eventualmente, per logica coerenza, quella di uomini –, quindi l’escalation e – perché escluderla dall’orizzonte della possibilità – l’Italia in guerra, lui non se ne cura.
Alla domanda “non ho capito allora tu cosa faresti, o cosa vorresti che venisse fatto per fare cessare il tutto”, il tronista risponde:
Per me tutto questo non doveva neanche cominciare.
Ma visto che invece è cominciato e (purtroppo) sta pure continuando, e posto che non si voglia assumere l’atteggiamento pilatesco del “non mi riguarda” (perché ci riguarda), ritengo che occorra adattarsi alla realtà, anche utilizzando un linguaggio che le parti (una in particolare) non possono ignorare.
Non sempre si può o si è nelle condizioni di fare ciò che si vorrebbe, purtroppo.
Comprendo, seppure la ritenga fuori dalla realtà, la tua posizione riguardo a diplomazia e niente armi, ma quanto all’equidistanza dal conflitto francamente… no, non la comprendo. Chi aggredisce non è uguale a chi si difende, a prescindere.
Allude al linguaggio il cui l’alfabeto è l’incondizionato appoggio all’Ucraina, qualunque cosa comporti per l’Europa, gli europei, gli italiani, i poveracci, la sudditanza nei confronti degli Usa-Nato, la sovranità zero.
Eh sì, perché sennò quello dopo Kiev prende anche noi.
Non dite al tronista che la Nato stava soffocando la Russia. Che, come chiunque messo all’angolo, perisce o reagisce.
Non conta, il diritto internazionale parla chiaro.
Ci sono elenchi di provocazioni Nato-americane che evidentemente non contano nulla. Da decenni, negli Stati Uniti erano in discussione progetti e strategie per mettere le mani sulla Russia.
Il tronista preferisce disseppellire il Memorandum di Budapest del 1994, dove Putin aveva sottoscritto la libertà dei paesi ex-Patto di Varsavia di scegliere il proprio futuro, per poi lamentarsi che questi avessero fatto richiesta – poi accettata – di far parte della Nato. È troppo ridicolo, ma non per lui. Che un minuto dopo quegli accordi tutto il contesto geopolitico venne a modificarsi per opera americana, secondo il probabilmente preesistente progetto di accerchiamento e controllo della Russia, non gli interessa.
Impavido, nella certezza della sua impunità, lui tira dritto. Passa ad altro, senza scomporsi, mantenendo lo stile educato di cui si vanta. Tra le altre cose a lui invisibili, le menzogne della Merkel e soci in merito agli accordi di Minsk, le confessioni di raggiro della ex-cancelliera e quelle di Sarkozy semplicemente non contano, anzi, non sono esistite.
Il tronista è radicalmente esaurito nei suoi argomenti logico-razionali. La parabola geostorica che sta attraversando le orbite di oggi non lo riguarda nel suo insieme, a lui piacciono i particolari, ma solo quelli scritti nelle leggi di chi comanda. Che secondo lui saremmo proprio noi, cioè la democrazia. Che il suffragio universale sia una porcata immonda, in quanto pilotata sempre più capillarmente, non lo riguarda.
Lo specialista del dito vede tutto il resto però: se l’unghia è finta, se il dito è calloso e di chi è, se manca una virgola, se la fonte non è quella a lui gradita. Ma il passo per vedere la luna che gli viene indicata gli è impedito. Basando la verità sulla misurabilità, gli sfugge la vita. Confonde la mappa con il territorio.
Voto al Tronista 1: idoneo alla segreteria di qualche partito, al rettorato di qualche università, alla direzione di qualche giornale, tv o tg.
Covid o Tronista 2
Come detto, il tronista non è uno qualunque carico di sicumera. Il vero tronista è uno specialista, un addetto ai lavori. Ma non solo. Oltre al titolo, bello, stampato, incorniciato ed esibito, dispone di quella definitiva certezza d’essere perciò – nel merito – sopra gli altri, con più diritto di dire e più dovere d’essere ascoltato. C’è in lui, come Ivan Illich (9) ci ha ben spiegato, ciò che deriva dall’essere posseduti dal dio della specializzazione, il solo tipo d’uomo titolato per dire il vero. Le frotte di esperti mostrate dalla tv in questi ultimi tre anni dovrebbero bastare a far capire come si credono loro e cosa ne pensa l’uomo della strada. Ma già il successo di Quark, di Piero Angela, ne era un buon indice.
Questo tipo di re può, per esempio, intervenire in una disputa tra imbecilli che sostengono che il vaccino ha ucciso più del virus, che senza intruglio sarebbe andata meglio, che la passiva attesa era inutile, tranne che a uccidere i già compromessi, che le cure imposte erano inopportune, sostanzialmente assassine. Che è il terreno che permette o impedisce di attecchire al virus, che il virus è un progetto studiato, che il vaccino è tossico per definizione, in quanto estraneo alla natura – “la natura non sbaglia mai, anche quando sbaglia” –, se non in forma omeopatica, e così via.
E che prima e sopra questi dati di fatto mai alla ribalta dei giornalacci di regime, c’era il giuramento di Ippocrate, che la moltitudine di dottorini senza vocazione e presi dalla pusillanimità più dannosa non ha esitato a tradire. Una scia di povertà spirituale, a cui si è unita in corteo quella dei farmacisti e degli psicologi. Era il popolo dei più, quelli che si sentono i destinatari di una specie di Destino manifesto della nostra provincia. Obbligati per mandato storico a imporre la verità a suon di bugie, ricatti e soprusi, come quegli altri, gli originali, impongono democrazia a suon di bombe.
Così parla per fare chiarezza. Ed ecco, tra le tante cose disponibili, cosa ci dice. Ci dice che i vaccini costituiscono il principale strumento di attivazione del sistema immunitario; che la cosa è nota sin dagli studi di Jenner sul vaiolo (1796, ma in realtà la variolizzazione era già praticata da almeno alcuni secoli prima in Cina); che tutta la vaccinologia si regge su dati sperimentali incontrovertibili. Manca di dire, però, incontrovertibili secondo chi? Secondo quali conteggi? Realizzati in quale modo? Non sono domande che elude, proprio non se le pone. Nel segno del dio esperto, avrà preso il testo che pedestremente replica da qualche accreditato istituto specializzato. Ciò gli basta per porsi come qualcuno che può annunciare il vero. Ma anche, segretamente, che non può criticare il grado superiore al suo. L’ordine è un ordine. Lo abbiamo visto con tv e giornali, pagati per replicare le veline istituzionali, e con gli ordini veri e propri. Quelli dei giornalisti silenti su Julian Assange, insabbiatori di esposti contro giornalisti che hanno mentito a milioni di perone, incapaci di invocare la libera espressione, se non quando qualcuno impedisce loro di diffondere informazioni su indagini in corso da fonti che non siano le predisposte. E quelli dei medici e di altri ordini professionali, grettamente appiattiti a radiare le voci diverse da quelle comandate, i comportamenti indipendenti da quelli prescritti.
Ma è loquace e ci dice anche altro con paternalistico fare. Che cosa aggiunge? Ecco qua: Ciò che Burioni presumo intendesse in merito alla sua comparsata tv, nella quale diceva che il solo modo per implementare l’efficacia del sistema immunitario è il vaccino, era che il vaccino è l’unico sistema in grado di proteggere dalle complicanze maggiori dell’infezione da Sars-CoV-2, ossia ospedalizzazione e morte. Poi aggiunge: Questo dato è certamente vero e tutte le ricerche originali e meta-analisi arrivano alla stessa conclusione. Chi ha ancora energia per rispondere a questi miseri tentativi di tenere alta la bandiera dello scientismo?
In ogni caso, viene da chiedersi l’ovvio. Se il vaccino protegge, come dice il tronista 2, e se altri studi e dati dimostrano che i morti da covid non sono che persone pluripatologiche e avanti con l’età, ovvero che la malattia era gestibile con niente, come la maggioranza delle persone che l’ha patita ha esperito, cosa significava vaccinare tutti? Inseguire le singole persone sui sentieri e sugli atolli? Perseguire gli ultracinquantenni con multe? Strozzare i lavoratori? Se non voler far chinare il capo agli apocrifi? Naturalmente farlo chinare democraticamente, sebbene a suo di Dpcm, con il parlamento in buona parte genuflesso e in altra parte esautorato.
Il tronista si attiene ai dati, il resto dice che non lo riguarda, fuffa da bar.
Tuttavia, appena ha spazio aggiunge che: È di forte impatto visivo osservare i grafici che riportano la impressionante caduta dei tassi di complicanze maggiori che si è avuta in parallelo con la somministrazione delle prime due dosi di vaccino, in tutti i Paesi in cui sono stati raccolti questi dati. Gli si potrebbe chiedere cosa pensava quando vedeva le cifre dei morti da covid, poi stravolte perché si trattava di morti con covid. Ma è tempo perso. Al massimo dirà cose ancora più allineate.
Non è tutto. Ne ha ancora: È però altrettanto vero che i vaccini non sono in grado da soli di prevenire l’infezione e dunque la diffusione del virus (forse ci riuscirebbero, se associati a rigide politiche di lockdown, di fatto inapplicabili sotto qualsiasi regime politico, vedi la marcia indietro di Xi Jinping nel dicembre scorso). Il tronista seguita nella sua marcia a petto in fuori. Tutti dicevano che il vaccino interrompeva il contagio – cercasi il farabutto Draghi Presidente del consiglio e il terroristico spot provaccino (10) (“nient’altro che uno slogan”, come ho sentito dire a un tronista con una certa autostima) – e adesso che non lo dice più nessuno, lui si accoda. Senza tornare sul vergognoso passato, naturalmente. Senza credere di doversi scusare con qualcuno che davanti a quelle parole non ci vedeva uno slogan ma interessi istituzionali, politici ed economici. Ovvero di entità che più nulla hanno a che vedere con noi della strada, con il solo diritto di dover tacere e ascoltare.
Poi dice il tronista 2: Almeno a partire dall’autunno-inverno 2021-2022, si è assistito ad un progressivo depotenziamento del virus, per cui il numero assoluto di casi con complicanze maggiori si è drasticamente ridotto e queste interessano in modo quasi esclusivo soggetti anziani o immunocompromessi. La domanda è: si è mai visto un virus o un qualunque altro fenomeno terrestre – progressismo a parte – crescere ad infinitum? Domanda che non lo riguarda, perché la risposta è già inclusa in quanto ha detto sopra. Ovvero che il vaccino è insuperabile.
Infatti, ecco l’interessante conclusione. Dice infatti: Di conseguenza, la vaccinazione continua ad essere lo strumento più efficace di prevenzione delle gravi complicanze nelle fasce a rischio della popolazione. Ma se era esattamente quanto dicevano i novax: “Vacciniamo i più deboli”. Lasciamo perdere, con i re si ha sempre torto.
Però si lascia scappare un’ultima considerazione: Non ci sono più i presupposti per estendere la vaccinazione a tutta la popolazione, cosa che di fatto è scomparsa dai programmi vaccinali di tutti i Paesi. Qualcuno vuole ricordargli che sta dimenticando di dire che i vaccinati si ammalavano come gli altri, se non più? Che la curva di morti improvvise di giovani e atleti, oltre alle persone comuni, ha visto – a intruglio inserito – picchi fuori media?
Boh, si è fatto tardi per queste cose. Ma non per ricordare che solo la scienza ha la verità e che la nonna non era che un’idiota come noi, visto che non aveva troni dai quali declamare come sopravvivere senza sapere nulla.
Quanto sopra per dire che i tronisti sono ignari del fatto che ci sia da qualche parte nel tempo dell’eternità qualcuno che ha previsto per loro ciò che ora loro prevedono per nonne e simili. Sono speciali. Come il liberismo, che a parole aborrisce la guerra e nei fatti, celebrando il profitto di pochi e disuguaglianze senza fine, realizza tutti i presupposti necessari affinché avvenga. Ecco, il tronista è un liberista che sta nel giusto allo stesso modo.
Sembrava un trono, ma era un divano
La trasmissione era finita. Come un re, aveva ripetuto doppiando il discorso fatto da altri. Si alzò dal divano, convinto fosse un trono, e disse: “Spegni tu la tv?”.
Lorenzo Merlo
Note
https://www.youtube.com/watch?v=kGq_Xvzn_3I (0’27’’, in inglese).
https://www.youtube.com/watch?v=L2XNN0Yt6D8 (0’7’’, in inglese). https://www.youtube.com/watch?v=qJmPSNtowwU (0’23’’, in italiano).
Ivan Illich, Esperti di troppo. Il paradosso delle professioni disabilitanti, Trento, Erickson, 2008.
Ivan Illich, Descolarizzare la società. Una società senza scuola è possibile?, Sesto San Giovanni (Mi), Mimesis, 2010.
Ivan Illich, Nemesi medica. L’espropriazione della salute, Cornaredo (Mi), red!, 2013.
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