Lettera ricevuta: "Buonasera Paolo, come va? Spero stia bene. Posso disturbarLa? Ho iniziato il libro di Barry Magid,discepolo di Charlotte Joko Beck;"Guida zen per non cercare la felicità". Già il titolo è tanta roba. Lui,Maestro Zen e psicoterapeuta e psichiatra,sostiene che la felicità consiste nell'accogliere,senza ricercarla perché ne rimarremmo inevitabilmente delusi. Anzi,questa idea che esista un "Santo Graal" da qualche parte, è essa stessa la principale causa di infelicità. E la cessazione di ogni ricerca è ciò che ci farebbe percepire la vita con la chiara consapevolezza. Ovviamente sono all'inizio e questo è quanto. È una visione che approva? Come al solito un Suo parere mi interessa. La ringrazio e Le auguro una buona serata." (S.P.)
Mia rispostina:
Questa descritta da Barry Magid è la visione di "dopo il compimento"... Questo è il penultimo esagramma dell'I Ching che indica, generalmente, la fine di una questione, che può essere, tendenzialmente in equilibrio, ancora influenzabile da vari fattori. Assume spesso il significato di vittoria, perché il raggiungimento di un traguardo è vicino, però - attenzione!- non ancora raggiunto. Invece nell'esagramma finale "prima del compimento" I Ching dice: " Sentenza: Riuscita. Ma se la piccola volpe, quando ha quasi compiuto il passaggio, finisce con la coda nell’acqua, allora non vi è nulla che sia propizio.
La transizione tra il vecchio e il nuovo corso sta avvenendo, è promettente e si svolge positivamente. La via che abbiamo intrapreso è quella giusta e ce l’abbiamo quasi fatta ad ottenere quello che vogliamo. A un certo punto, però, si ricomincia ad agire come una piccola volpe inesperta, che affronta le cose con superficialità, senza una preparazione adeguata o senza prestare la dovuta attenzione: allora il passaggio e l’evoluzione restano incompiuti.
Reincarnazione e Buddismo:
La reincarnazione secondo il concetto buddista non è di tipo personale. L’incontro dello Yin con lo Yang porta alla manifestazione fisica e psichica senza che questo percorso formativo sia legato all’esistenza di un io individuale; si tratta piuttosto di un modo espressivo della coscienza che assume una determinata sembianza ed identità sulla base delle caratteristiche psicofisiche in cui si manifesta.
In altre parole l’io individuale è solo una tendenza mentale, un pensiero, una capacità identificativa, che non ha sostanza ed è solo un riflesso che si forma nella coscienza. Perciò secondo il criterio buddista non c’è alcun io individuale che si reincarna ma solo una sequenza di pensieri e tendenze mentali in una sorta di prosieguo evolutivo.
Per questa ragione si indica la realizzazione di Sé come un “ritrovare” ciò che si è sempre stati e non il raggiungimento di un qualcosa che si ottiene ex novo, questa “conoscenza di sé" è allo stesso tempo imponderabile ed indefinibile ed onnicomprensiva. L’insieme di tutto ciò che è. Mentre credere in uno stato duale (dio e anima, creatore e creatura, io e l’altro, etc.) significa fissazione su un fotogramma mentale e quindi corrisponde alla morte (intesa come piena consapevolezza di Sé).
Qui si pone l’esempio dell’esame di un organismo, in cui non si tiene conto dell’insieme vitale, che è come il sezionare un cadavere per capirne il funzionamento. Ma la comprensione di quel che è vita può venire solo dalla diretta esperienza e non da una sterile analisi sul cadavere.
La coscienza è, non è coscienza di, e noi siamo coscienza.
Il Nobile e L’ignobile:
Le Vie del Nobile e dell’Ignobile sono prodotte dal movimento interno alla psiche collettiva. Il Nobile non può seguire la via degli Ignobili per sconfiggere i medesimi in quanto seguirebbe il “male” nel suo percorso. Ciò che il Nobile può fare è conservare il seme dell’intelligenza, non certo ricercare risultati nel mondo esterno. Questa qualità va preservata in vista di un successivo sviluppo della coscienza a favore dell’evoluzione.
La massa segue sempre l’energia dominante, positiva o negativa che sia. Al momento in cui la massa raggiunge il suo massimo livello di espansione si ottiene il seguente livello evolutivo della coscienza. La spirale evolutiva è un processo eterno che non può compiersi all’interno del processo stesso in quanto si svolge nello spazio-tempo.
Ci è concesso coltivare noi stessi a patto di rispettare le condizioni in cui ci troviamo: non dobbiamo quindi rinunciare allo svolgimento delle funzioni nell’ambito esterno ma evitare accuratamente di subire il fascino di tutti quei meccanismi che indeboliscono il potere della coscienza (qui intesa anche in senso morale).
Si trova il “retto agire” per mezzo di verosimili sforzi volti ad ampliare e condividere la coscienza che ci appartiene; questo atteggiamento è tipicamente confuciano mentre il Taoismo è più improntato all’osservazione distaccata.
Il mondo spirituale si trova qui nella vita quotidiana, è sempre presente nella manifestazione a rappresentare il potere della manifestazione stessa.
Le identificazioni sono tutte di carattere illusorio ma allargando il campo dall’interesse da esclusivamente personale a quello della propria famiglia, della terra di origine al continente, e così via, si allargano i confini della nostra “gabbia” mentale fino a trascenderli, in un vero e proprio processo di espansione della coscienza… che infine trova il compimento in se stessa.
Paolo D’Arpini
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