Ho sempre avuto gran rispetto per le persone che crudelmente volevano ammazzarmi. Quei loschi figuri che muovevano marionette e me le scagliavano contro.
Le marionette, ad un certo punto, potevano riposare. Loro no.
I cattivi, quelli veri, non si concedono famiglia e pace; nessun amore.
Completamente immersi nel loro mondo sacrificano tutto ciò che hanno di più caro per raggiungere uno scopo.
Ciò che chiamano figli, amore, è solo una parte buona da sacrificare. Magari una delle ultime scintille divine da dare in pasto ad un potere per averne di più.
In una discussione, giorni fa, sono stato spietato. Ho detto tutta la verità; magari appena, solo- un pò, velata.
L’uomo a cui l’ho detta ne è stato investito suo malgrado.
In genere non faccio cose così. A me m’accade che ciò che semino raccolgo…ed amo quando il mondo mi fa maestro poiché io tratto tutti da maestri.
Ma a volte accade.
Accade che per amore si debba dare una sgrullata ad una pianta piena di neve che sta per rompersi, oppure dare un ceffone ad un bimbo che, sonnambulo, s’avvicina ad un burrone.
Quel ceffone lo paghiamo quasi sempre. Pochissimi i casi in cui la forza non venga ricambiata.
Pochissimi quei casi e sempre legati al dover mutare un moto errato, per qualcuno di gran valore, per il fato.
Già.
Alcuni, per il fato, hanno così gran valore da impedire che errino lontano dalla loro orbita prescritta.
Troppe anime in attesa di essere qualcosa, per permettere a qualcuno d’essere una resa.
Ed allora accade che le condizioni spingano qualcuno a dire o a fare la cosa sbagliata che a ben vedere è quella giusta.
Ho sempre avuto gran rispetto per le persone che crudelmente volevano ammazzarmi. Quei loschi figuri che muovevano marionette e me le scagliavano contro.
Sono le marionette che amo molto meno. Coloro che guardano e non vedono.
Forse poiché sono stato uno di loro, forse poiché intimamente so che non hanno alcuna voglia di sfidare il vento contrario.
Le tempeste.
Come quella che si sta abbattendo oggi sul mio laboratorio silenzioso.
Buon giorno della Luna. Avevo bisogno di coraggio, avevo paura e mi hanno protetto.
Chi lo ha fatto sorrideva. Chi lo ha fatto erano molti. E' così che mi hanno insegnato che fare, qualcosa, equivale ad esserlo!
Qualcosa che c’è già. Qualcosa che è lento. Qualcosa che dura. Qualcosa che è amore e mai stucchevole al palato.
Andrea Santini
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