Fino a qualche anno pensavo di essere un uomo libero ma condizionato da chi aveva il potere. Mi sbagliavo sul fatto di credere di essere libero e soprattutto sul condizionamento da parte di chi aveva il potere.
In realtà come stavano le cose?
Non sono mai stato libero. Non ho deciso di nascere, da chi e dove. E quando sono nato corpo e cervello erano già impostati. I genitori e prima di tutti mia madre mi hanno condizionato. Crescendo la società in cui vivevo e le persone e i luoghi che frequentavo mi hanno ulteriormente condizionato. Ma di questo non ero consapevole. Pensavo di essere libero anche se notavo che molti miei comportamenti erano automatici, pensieri e azioni non corrispondevano esattamente a quel che avrei voluto pensare e fare.
Poi un giorno mi ammalai di una malattia che avrebbe condizionato il resto della mia vita. E quando decisi di curarmi mi si illuminò la mente e per un attimo intuì cosa mi aveva fatto ammalare e soprattutto che fino a quel momento non ero mai stato libero, che il libero arbitrio non era mai esistito, anche se Stato e Religione me lo avevano fatto credere.
Ma soprattutto mi resi conto che la malattia era la conseguenza di questa mancanza di consapevolezza di non essere libero. Se uno non sa guidare l'auto e la guida l'unica libertà che ha è quella di farsi del male. Provate a dare in mano un coltello ad un neonato e vedrete subito che l'unica libertà che ha è quella di farsi del male.
Ma cos'è che ci rende liberi? Il compimento dei 18 anni?
Per la religione, per ogni religione e per lo Stato e per ogni Stato la prima cosa che dobbiamo fare è trascurare il nostro corpo, sacrificarlo obbedendo ai condizionamenti dello Stato e della religione.
Trascurare il corpo e i suoi bisogni è la premessa per perdere il controllo del proprio corpo e della propria mente. E se non controlliamo noi il nostro corpo e la nostra mente ci penserà qualcun altro: Stato, Chiesa, chiunque vuol venderci qualcosa, chiunque vuol farci lavorare come volontario per i suoi interessi.
E così ci viene insegnato che siamo liberi, quando l'unica libertà che abbiamo è di obbedire a questi "insegnanti".
Ma io oggi sono consapevole del livello di libertà che ho. Più ascolto i bisogni del mio corpo e più la mia mente è rilassata e sgombra di pensieri condizionati. E quello che fa una madre "rilassata" che ascolta i bisogni del neonato e li soddisfa. Ma se la madre non è rilassata a livello fisico e di conseguenza a livello mentale è facile che non colga i bisogni del neonato e lo trascuri. Infatti prendersi cura dei propri bisogni è la premessa per vedere i bisogni degli altri.
In conclusione ho imparato ad ascoltare i miei bisogni e a rilassarmi e a vedere che spesso gli altri, come facevo io prima, non sono in grado di ascoltare i propri bisogni e di conseguenza non vedono la realtà, ma la vedono filtrata dalla confusione mentale che li domina dovuta al loro non prendersi cura dei bisogni del proprio corpo a causa dei condizionamenti sociali di cui non sono consapevoli.
Paolo Mario Buttiglieri - trentomilano@gmail.com
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