Calcata. Discorso bioregionale al Circolo vegetariano VV.TT.
Mariagrazia Pelaia è impegnata da anni nel "sentiero" bioregionale e nella riscoperta di valori matriarcali ed in diverse occasioni abbiamo potuto confrontarci su questo tema e sulla visione ecologista profonda, pur non pubblicamente data la sua ritrosia a "comparire" in pubblico.
Mariagrazia si sta occupando della truduzione italiana del trattato "gilanico" per eccellenza: la ricerca sul periodo matriarcale dell'antica Europa effettuata dell'archeologa lituana/americana Marija Gimbutas. Quanto prima avremo perciò la fortuna, grazie a Mariagrazia, di poter leggere questi "vangeli della Dea" in italiano.
Joseph Campbell e Ashley Montagu ritennero paragonabile il contributo scientifico di Marija Gimbutas alla Stele di Rosetta e la decifrazione dei geroglifici egizi. Campbell scrisse la prefazione ad una edizione del The Language of the Goddess (1989), prima che la Gimbutas morisse, e spesso diceva di quanto profondamente si rammaricasse che le sue ricerche sulle culture del neolitico dell'Europa non fossero disponibili nel tempo in cui lui stava scrivendo The Masks of God. I suoi articoli sono archiviati insieme con quelli della Gimbutas alla "Joseph Campbell and Marija Gimbutas library", al Pacifica Graduate Institute (Wikipedia).
Contemporaneamente al grosso impegno letterario Mariagrazia Pelaia si occupa della creazione di nuove ricette vegane in sintonia con il veniente periodo ecozoico, auspicato da Thomas Berry. Insomma il suo impegno nel campo dell'ecologia e della cultura tocca vari argomenti utili a migliorare la qualità della vita nella società moderna. Anche attraverso la conoscenza degli archetipi primordiali e le forme della bellezza estetica al femminile.
Ed è proprio seguendo la traccia di una riscoperta della bellezza che Mariagrazia Pelaia, attraverso le testimonianze artistiche scoperte dalla Gimbutas, renderà evidente l’influsso del paesaggio e dell’arte naturalistica, un progetto utile anche a fissare dei nuovi, seri, criteri di vivibilità ambientale.
“Quell'estremo rispetto dei luoghi in cui l’intelligenza e la forza dell’uomo si sono esercitate e sviluppate a diretto contatto con la natura...” (Antonello Palieri).
Il traguardo morale della pratica dell'ecologia profonda è quello di inserire nella quotidianità lo stimolo alla ricerca ed alla riflessione spirituale integrandolo con gli aspetti laici della nostra esistenza.
Un’altra considerazione che ritengo utile portare in luce, nell'opera di Mariagrazia, è quella del riallineamento con i canoni della natura. Infatti malgrado la dovizia di doni benefici offerti alla vita di ognuno la Terra sta riflettendo il grande cataclisma di una umanità che vuole ribellarsi alla vita. Il riallacciarsi all’aura della Terra, e l’aiuto spontaneo offerto alla trasformazione spirituale, è il dovere al quale noi umani siamo chiamati in questo momento cruciale della storia dell’uomo.
Da non trascurare, comunque, l’aspetto filosofico della riscoperta di valori gilanici e naturalistici, in chiave di attualità ecologica profonda e spirituale, poiché necessariamente, come evidenzia il filosofo Aurelio Rizzacasa: “…dopo varie forme concepite nella pluralità dei millenni del pensiero occidentale la filosofia deve tornare alle origini per farsi consapevole che la verità si svela e si occulta in una perenne ricerca che coinvolge l’uomo in un dialogo con se stesso e con gli altri. Quanto detto si produce in un’avventura nella quale l’umanità costruisce il suo futuro nel libero spazio della sua spiritualità interiore”.
Paolo D'Arpini
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Alcune precisazioni: il primo volume del libro è già a disposizione del pubblico nel sito di Stampa Alternativa www.
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Nota aggiunta.
Segnalo i nomi dei personaggi ripresi nella foto soprastante.
A sinistra si può osservare il poeta bioregionalista americano, Jim Koller.
A destra, gesticolante, l'autore dell'articolo, Paolo D'Arpini
Commento ricevuto via email da FioriGialli Team:
RispondiElimina"Stampa alternativa ha ristampato entrambi i volumi alcuni anni fa, adesso è disponibile solo il secondo.
Maria Gimbutas aveva affermato che il suo lavoro non dimostrava alcuna antecedente civiltà matriarcale
semmai ( forse) gilanica ma solo la diffusione della cultura .della grande Dea.
Da quel momento era stata ostracizzata dalle femministe e le edizioni Corbaccio non avevano più provveduto a ristampare il volume.
Il concetto di Gilania delle Eisler è condizionato ideologicamente dal femminismo separatista e pertanto compromesso: oggi molti contestano proprio l'assunto di esso e che cioè la cultura attuale sia basata sulla supremazia di genere.
Liberi da questi paraocchi si può vedere come la cultura si fondi su una simmetria culturale tra parti emerse e parti immerse e in cui doveri e diritti, privilegi e violenze siano ripartite in vario modo ma sempre su uno sfondo simmetrico.
Indico a proposito Warren Farrell, prima uno dei fondatori del femminismo prima nei sixties poi suo critico , oggi indicato come una delle principali figure ecologiche e spirituali negli States
Di lui abbiamo pubblicato su FioriGialli diversi articoli nel dossier Tu e Io.
Spiacente per le donne e le ragazze che si cimentano ancora oggi su un cammino disseccato, dopo le esperienze degli ultimi 40 anni, sintomo forse di una consistente e persistente difficoltà a vedersi, sentirsi e pensarsi come "donne".
Se il pensiero ecologista non si libera dalle pastoie ideologiche anni 70 non andrà da nessuna parte e non potrà essere in alcun modo profondo
Cordialità, Maurizio Di Gregorio"
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Mia rispostina a Fiori Gialli:
"Caro Maurizio, ti faccio presente che l'articolo, che fa parte di "Riciclaggio della Memoria", è stato scritto come recensione della prima edizione del primo volume del libro della Gimbutas. Quindi è di alcuni anni fa (la data è menzionata: 2012) ... Essenzialmente nel testo mi sono limitato ad una analisi del pensiero della traduttrice Mariagrazia Pelaia, che forse appartiene al filone da te indicato. Ti ringrazio per le precisazioni ed i commenti..." Ciao, Paolo
Secondo commento di Maurizio Di Gregorio:
RispondiElimina“Caro Paolo, lieto di sentirti, in merito al commento volante di ieri, il punto sul quale volevo portare a riflettere è che spesso le cose non sono come ce le raccontiamo: dopo 40 anni possiamo dire forse quali sono le cose si celano dietro le narrazioni femministe. Presumo che ogni cultura ancestrale abbia edificato valori orientamenti e norme secondo una simmetria di genere, la difficoltà è nostra nel comprenderli! Avevo letto anni addietro lo sfogo della Gimbutas sulla appropriazione dei suoi studi da parte del movimento femminista e le sue precisazioni in merito, giustamente la Eisler - per recuperare ha cercato di edificare una teoria gilanica, ma resta vittima di un fraintendimento ideologico di fondo Cercherò di scriverne a breve e te li invierò.”
Mia rispostina: “Caro Maurizio, inutile dire che concordo con la tua visione... Anche perché la strumentalizzazione (di certe femministe) della ricerca storica sulla civiltà neolitica è cosa ormai risaputa e documentata. Sono anch'io dell'idea che è inutile e fuorviante cercare di ricalcare un ipotetico periodo aureo del matriarcato quando sappiamo benissimo che era essenzialmente dovuto all'ignoranza ancestrale del fenomeno riproduttivo. A parte questo mi son trovato spesso in disaccordo con certe "femministe", a partire dall'amica Etain sino a Mariagrazia, per la loro mancanza di riconoscimento dello sviluppo della specie umana (relativamente all'intelligenza del maschile e del femminile e ai diversi approcci psichici, comunque entrambi necessari all'evoluzione della specie). Un discorso in tal senso è qui contenuto: http://www.terranuova.it/Blog/Riconoscersi-in-cio-che-e/Matriarcato-o-Patriarcato -“