Naturalismo: "La morte è vita..."


Risultati immagini per Naturalismo: La morte è vita


La morte secondo il concetto  della ciclicità naturalistica non è altro che un rinnovarsi delle forme  in altre forme. Una trasformazione che non danneggia in sé la vita. Anzi la vita non è altro che il  rincorrersi del processo vita-morte. I nostri progenitori, come d'altronde tutti gli animali, riconoscevano questa ciclicità quindi non erano particolarmente attaccati alla forma, al senso dell'io. Essi erano in grado di godere l'esistenza, con tutte le sue bellezze e le sue bruttezze, come fosse una meravigliosa avventura. Al termine  della quale, senza rimpianti, erano in grado di lasciarsi andare all'ultimo  sonno ristoratore consapevoli che al risveglio avrebbero trovato una nuova forma. Per questo erano in grado di affrontare pericoli e difficoltà, lotte e rischi, esplorazioni e nuove scoperte,  a cuor leggero. Forse con timore, forse con dubbi sul da farsi, ma senza demordere nel loro percorso. L'uomo che viaggiava con la morte al fianco era un eroe.  

Poi subentrarono le religioni le quali, malgrado una serie di evidenti differenze dottrinali, condividono un principio fondamentale: gli esseri umani nella loro anima, l'io o ego,  sono immortali.  Fin dalle prime forme di espressione "spirituale", fu questa la grande promessa e speranza offerta dalle grandi religioni ai rispettivi fedeli. Non che questa "eternità" fosse un regalo senza contropartita, bisognava guadagnarselo, e soprattutto bisognava "credere" nel dettame religioso, altrimenti sì l'anima è immortale ma può correre il rischio di perdersi per sempre negli inferi. Il che ovviamente è infinitamente peggio che trasformarsi in altri aspetti  vitali, come  insegna il naturalismo.

Purtroppo nel corso dei secoli e dei millenni la compagnia della morte è stata rinnegata, sino al punto che oggi siamo persino disposti al "commercio spirituale" per accaparrarci un futuro garantito. Non che il commercio spirituale sia una novità di questa epoca, in effetti tale commercio è iniziato il momento stesso  in cui l’uomo si è inventato un “aldilà”, ovvero un ipotetico mondo dello spirito contrapposto al mondo terreno. 

Ciò è avvenuto soprattutto con l’avvento delle religioni monotesiste: Giudaismo, Cristianesimo e Islamismo. Ma in verità era già presente –in fieri- nel momento stesso in cui è iniziato il processo di virtualizzazione del pensiero, con la nascita della filosofia, che è sorta unitamente al patriarcato ed all’accumulo di beni materiali (cioè il concetto di proprietà).

Ma se vogliamo cercare un'evidenza della nascita e del parallallelismo fra mondo materiale, dell’aldiqua, e della creazione di un mondo virtuale, dell’aldilà, scopriamo che appare nelle società umane con il culto degli antenati. Gli antenati vengono considerati vivi nell’aldilà ed è per questo che sono richieste continue cerimonie per il loro nutrimento “spirituale” e addirittura in Cina fu inventata la “cartamoneta” -che veniva bruciata assieme all’incenso, per trasmettere ai defunti quei titoli in forma sottile, in quanto si presupponeva che l’affluenza nell’oltretomba derivasse da tali offerte.

Ma non solo questo, nell’Europa medioevale -ad esempio- si era giunti alla vendita delle indulgenze, in cui si pagava –non con cartamoneta fittizia ma in oro sonante- alla chiesa un conquibus che poi veniva trasferito (a detta dei preti) alle anime dei defunti o dello stesso donatore che si assicurava così il paradiso. Il "commercio spirituale”, basato sulla paura della morte,  non conosce confini, si manifesta in mille modi, con la vendita di rosari, libri sacri, immaginette, reliquie…. davanti ai santuari ed alle cattedrali (ed anche al loro interno), tale compravendita è accettata come un corollario della religione (e senza tasse). Ci sono pure le donazioni devozionali per le missioni, per i poveri (della stessa specie religiosa connessa) e per le opere di bene (tipo IOR ed affini).

Le religioni dell’aldilà sono proprio un bell’affare… Se c’è bisogno di manodopera a buon mercato, di combattenti pronti a tutto, ecco che si escogitano le guerre sante e l’onorevole martirio, che garantisce un aldilà bellissimo, pieno di flauti, di arcobaleni, di vergini ed angeli compiacenti.

In fondo meglio lavorare e risparmiare per l’aldilà, visto che ormai questo mondo sta andando a rotoli e tutti sono convinti che occorre fregare la morte. L’unica speranza è credere in un altro mondo, e su questo assioma le sette e le religioni prolificano e si ingrassano…. qui sulla terra, ingrassano qui nella nostra società… mica là… nei cieli dove esiste solo spazio vuoto. 

Ma contemporaneamente a questa messe di illusioni  è nata anche la disillusione religiosa, in molti ambienti  materialisti o edonisti si tende all’egoismo puro, con la conseguenza che sulla terra si gode senza ritegno delle risorse senza tener conto della sacralità della natura ed ignorando che la vita continua con i nostri successori… 

Sia la religione che il materialismo considerano inutile il mantenimento della vivibilità sulla terra… in fondo qui siamo tutti di passaggio.. tanto vale guadagnare beni per il futuro in una altra terra fantasistica e trascurare questa terra terrestre, oppure godere qui sin che si può senza rispetto per le generazioni future. Questo pianeta può andare a remengo, ci si possono compiere le peggio nefandezze: distruggerlo, sfruttarlo all’inverosimile, inquinarlo e offenderlo con tutti i suoi abitanti (alberi, piante, animali) che sono alla mercé delle necessità di guadagno, accumulo e spesa… 

In verità noi dovremmo assimilare nella nostra società il culto dei successori e lasciar perdere quello degli antenati….. 

Per fortuna  di tanto in tanto appare un essere umano che è in grado di affermare che “la pura Terra Promessa è qui su questa terra”. Diceva ad esempio Tich Nhath Hanh: “Se riuscirete a lasciare passi di pace e liberi da ansia su questa nostra terra, non avrete più bisogno di pensare di entrare nel “regno dei cieli”. Il motivo è semplice, il samsara ed il regno dei cieli sono entrambi invenzioni della mente. Se siete in pace, liberi da presupposti e pieni di gioia di vivere avrete trasformato il samsara in Pura Terra e non ci sarà più bisogno di pensare ad un aldilà….” 

Paolo D’Arpini



Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.