"Muori tu che muoio io"... - Considerazioni buddiste su morte e rinascita



Nella tradizione buddhista la morte è l’atto fondamentale della vita, si attende con serenità in quanto presuppone l’inizio di una esistenza successiva, che viene fortemente condizionata dal momento del trapasso.
La serenità nella morte predispone ad una rinascita positiva. Solo chi ha conseguito il Risveglio, al momento della morte si estinguerà e non darà origine ad altre forme di esistenza. La morte nel buddhismo è vissuta come un evento naturale e non si hanno manifestazioni drammatiche, quasi incomprensibili per persone di altre religioni; non c’è l’idea di un giudizio divino dopo la morte e della retribuzione dei meriti o della dannazione eterna.

Per i buddhisti non esiste un resoconto con la morte: ogni azione compiuta volontariamente (Karma) ha una conseguenza positiva o negativa, a seconda dei casi, in questa vita o successivamente; si tratta di una legge prestabilita a cui non si può sfuggire ma che non implica un giudice esterno alla fine della vita.
L’unica possibilità di cambiamento è data da un buon comportamento. Il morente, consapevole di un Karma stabilito dal suo comportamento, viene invitato a prepararsi alla morte per favorire una buona rinascita e permettere a colui o colei che seguiranno di poter nascere in condizioni favorevoli alla liberazione.
Per il buddhismo non esiste un’anima personale che trasmighi di corpo in corpo. L’ultima coscienza di un uomo perde infatti ogni individualità ma lascia un’eredità o impronta che dà lo slancio per un’altra forma di vita, che non è né la stessa ma neanche è completamente differente dalla precedente.
Ne è l’erede ed è con questa eredità che deve operare per lasciare, alla fine del suo corso, un’eredità migliore per chi verrà dopo.

(Ele Val)



1 commento:

  1. Commento di Gustavo Fortunato Cecchini: “L’eredità o impronta che lasciamo con la morte è reale o virtuale? Sono semplicemente i nostri scritti, le immagini, gli archivi o quello che attraverso il nostro DNA abbiamo lasciato ai nostri figli e che quindi loro continueranno a trasmettere? 0 è qualcosa d’altro ma che non riesco ad individuare? Scarto ovviamente l'idea della nostra religione cattolica del giudizio divino, quella buddista mi sembra più vicina all’evento naturale del trapasso che subisce ciascun vivente nella nostra Terra...”

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