Per chiarire meglio questi concetti vorrei fare un'analogia con il percorso di approfondimento dell'autoconoscenza in termini psicologici. Sia ben chiaro che la psicologia può condurci sino al punto culmine raggiungibile dalla mente, e quindi non è una via che consente d'irrompere nella pienezza del Sé, questa in chiave spirituale definita "Autorealizzazione", in termini gnostici, o "Scioglimento nell'Uno", in termini mistici.
Il significato che io do alla parola “Sé” è quella di “assoluta intelligenza/coscienza”, che integra e trascende “l’Es” della psicologia transpersonale.
E, seguendo il filone dell’analisi psicoanalitica, non possiamo trascurare la ricerca psichica avanzata, iniziata con Jung, proiettata negli schemi di Wilber e Grof. Una sintesi sul pensiero rarefatto che raggiunge il limite dello sperimentabile.
Nella fase più densa c’è l’Ombra che rappresenta le condizioni palesi, l’orgoglio ed il bisogno di successo, essa spinge verso l’amore romantico ed idealizzato e la sua controparte è l’odio ed i sensi di colpa. Segue il livello dell’Ego che consente un approccio intellettuale e contribuisce alla comunicazione verbale ed al pensiero lineare e per contro inibisce la spontaneità e la vigilanza equanime.
Nella sfera del Biosociale si sviluppa la cultura e la civiltà ed il senso di appartenenza sociale contemporaneamente si forma il senso di convenzione e di ripetitività (le tradizioni). Sul piano più sottile, l’Esistenziale, sorge l’intenzionalità, la fede o religione, e alla stesso tempo l’ansia esistenziale (incapacità di accettare la morte) ed il disagio metafisico; qui si percepisce duramente il dualismo primario.
Giunti al Transpersonale sorge un distacco, una consapevolezza del significato dei miti, l'energia vitale raggiunge i Centri (chakra o sephirot) elevati, riconoscendoli simbolicamente, è a questo punto che irrompono gli archetipi primordiali ed il vuoto al limite della mente. Questo stato viene descritto da Gurdjeff come “negatività purgatoriale” una condizione preliminare alla perdita della fissità individuale ed al successivo assorbimento nel Sé.
Questa consapevolezza-testimonianza, chiamiamola “essenza sottile”, è come un aroma che emana dalla materia, dal che se ne deduce che non può esserci separazione fra la materia e lo spirito, allo stesso modo in cui non può esserci separazione fra la rosa ed il suo profumo. Fra l’umidità e l’acqua. Tra il fuoco e la sua capacità di bruciare ed emettere luce e calore. Lo stato di testimonianza è l'ultimo limite di fronte all'abisso del "Sé", che non può essere sondato in alcun modo perché esso stesso è la fonte di ogni consapevolezza e non può essere scisso in soggetto-oggetto.
Quindi, per concludere, possiamo dire che la conoscenza empirica consente l'analisi entro i confini della mente e dell'intellegibile, mentre la conoscenza di Sé è lo stato aldilà del dualismo, senza nome né forma, in cui tutto appare.
Paolo D'Arpini
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