Solstizio invernale. L'avvento del cristianesimo e la storia manipolata


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Siamo ormai vicini alla festività di Natale, fervono i preparativi per la vigilia, cene, pranzi luculliani ci aspettano e poi brindisi e regali, ecc. ecc. E per i cattolici anche funzioni religiose. Ma aldilà dell’attesa del Natale quanti di voi si sono mai chiesti l’origine di questa festa, chi è stato ad inventarla e quando è comparsa per la prima volta? In questo breve servizio cercheremo di dare qualche risposta, di sfatare luoghi comuni e sconfessare fake news storiche, il tutto, come sempre in nome della verità. 

Cominciamo a dire che, ancora prima del Cristianesimo, gran parte delle popolazioni indoeuropee celebravano con vari riti il Solstizio d’Inverno perché rappresentava la fine dei giorni più bui e l’inizio di quelli con più luce. Questo evento astronomico (2 volte l’anno in Inverno e in estate) cadeva e cade sempre tra il 21 e il 22 di dicembre (quest’anno alle ore 4,19 del 22 dicembre). Quindi tra il 20 e il 27 di dicembre si celebrava in molte antiche culture questo rito. Nell’antica Roma alle radici del Natale c’è proprio una festa dedicata al Sole, ed esattamente al Sol invictus, l’astro invitto (invincibile), che ancora una volta sconfiggerà le tenebre a beneficio della luce del Sole. 

Ma ancora prima va menzionato il calendario celtico dove alla fine del giorno più breve dell’anno, si effettuava la festa di Yule (21 dicembre), notte in cui la dea della fertilità partoriva nel ventre della terra colui che, nel corso del ciclo annuale, sarebbe diventato il dio della luce e suo nuovo compagno. 

Nell'antica Roma, prima e subito dopo il solstizio invernale (pensiamo tra il 17-23 dicembre) era usanza scambiarsi regali, come facciamo noi oggi, tra parenti e conoscenti e imbandire festosi banchetti. Si celebrava così la festa dei Saturnali, dedicata al dio dell'agricoltura, Saturno. Una curiosità che pochi conoscono: in quei giorni di festa era prevista anche un'inversione di ruoli tra schiavi e padroni, a rappresentare l'antico stato di uguaglianza tra gli uomini. A partire dal I secolo d.C. a Roma, e soprattutto nelle province dell’impero, era adorato il dio Mitra, una divinità accompagnata dal simbolo del Sole, originaria dell’India e poi approdata definitivamente in Persia. 

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La sua comparsa nel mondo dei culti religiosi, gli studiosi l’attribuiscono intorno al 1400 a.C. – Il mitraismo come religione fu subito accolta e professata dai soldati e da dignitari del senato romano. Il Cristianesimo intanto muoveva i suoi timidi passi nel mondo e cominciava a diffondersi soprattutto nei territori meridionali dell’impero romano. Era comunque un movimento religioso malvisto soprattutto dagli ebrei che non riconoscevano la figura di Gesù come Messia, perché per loro (ancora oggi) quello vero doveva ancora manifestarsi. 

I romani, che tolleravano gran parte dei culti religiosi, questa nuova religione fu da questi inizialmente l’ignorata. Questo fino al 64 d.C. poi, a seguito del disastroso incendio di Roma, dove la comunità cristiana era ancora tollerata, fini per essere perseguitata. Qui è doveroso, sulla base di nuovi interessanti studi degli storici, sfatare la favola che fu l’imperatore Nerone a dar fuoco alla città. E’ dimostrato infatti che da molti giorni si trovava ad Anzio e non sul Palatino a godere delle fiamme che divoravano Roma, come invece scrisse più tardi Svetonio (70/75 d.C.-140/150) che è risaputo disprezzava l’imperatore Nerone. 

Da alcuni recenti scavi si sono trovate testimonianze scritte che ci dicono come le frange più estremiste dei cristiani abbiano commesso l’errore di manifestare in pubblico la gioia per il disastroso incendio che, secondo loro, fu mandato dal Signore perché Roma si era moralmente imbarbarita come a suo tempo fu Sodoma. Da qui l’inizio delle persecuzioni verso i cristiani e questo a causa dell’improvvida posizione di alcune frange intransigenti di cristiani. Tuttavia, imprigionati 300 cristiani e giustiziati oltre la metà perché accusati di aver appiccato il fuoco, la persecuzione terminò. 

A testimonianza di ciò, Paolo, il leader dei cristiani a Roma, poté continuare la sua predicazione e nessuna conseguenza ci fu per i cristiani delle province. E poi in seguito, durante il governo di Nerone, non fu varata nessuna legge che 17 proibisse ai cristiani di professare la propria fede. Le persecuzioni vere e proprie invece cominciarono con Domiziano (81-96 d.C.), e proseguirono con Adriano, Antonino Pio, Marco Aurelio, Settimio Severo, Massimino, per assumere, con Diocleziano, le forme del genocidio. 

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Tralasciamo una parte della storia romana e arriviamo a Costantino, perché senza la scelta fatidica dell’imperatore Costantino (280-337 d.C.) forse il cristianesimo non avrebbe avuto la popolarità e diffusione che oggi conosciamo. In quel periodo a Roma e nelle sue province esistevano molti culti e confessioni religiose, alcuni radicati in Egitto ( Il culto di Iside), in Persia, in Palestina ( L’Ebraismo) e infine provenienti dai popoli nord europei, tra cui il Druidismo. Tra tutte queste Costantino scelse di privilegiare il culto cristiano, successivamente suggellato nell’Editto di Milano del 313 d.C.. 

Per gli studiosi questa scelta fu sollecitata da sua madre Elena che, convertitasi al cristianesimo, spinse il figlio ad elevare questa nuova religione al vertice di tutte le altre. Senza questo intervento forse la religione di Stato sarebbe stata un’altra. Costantino, dopo aver scelto il cristianesimo, con l’aiuto di intellettuali e saggi dell’epoca che lo assistevano intellettualmente, cercò di realizzare un percorso intelligente e indolore nel tentativo (ben riuscito!) di sostituire i simboli di altre religioni con quelli della nuova religione. Il culto di Mitra nel I secolo d.C. si era già diffuso a Roma, soprattutto come culto guerresco praticato dai legionari. I più antichi santuari del dio risalgono al II secolo. Nel III secolo d. C., ci fu la fusione di Mitra con il simbolo del Sol Invictus e il mitraismo iniziò a ridimensionarsi, sopraffatto dal più potente culto solare. 

Sembrava quindi che l’adorazione al Sole (Sol Invictus) avrebbe oscurato tutti gli altri culti e si sarebbe trasformato in un culto ufficiale dell’impero romano. Fu l’imperatore Aureliano (270 d.C.), la cui madre era una sacerdotessa del Sol invictus, ad elevarlo a prima religione, infatti fece costruire un tempio al Sole e fondò una casta sacerdotale allo scopo di attribuire maggiore ufficialità al culto dell’astro dispensatore di vita. Ma successivamente Costantino, avvertendo che tutto l’impero cominciava a scricchiolare e, quindi, era necessario trovare una religione capace di evitare squilibri geopolitici interni, scelse il Cristianesimo. La figura di Cristo secondo l’imperatore e secondo i dotti che lo assistevano intellettualmente finì per sostituire proprio su Mitra. Vediamo perché: Anche Mitra, come Gesù, era stato mandato sulla terra dal padre per combattere contro il Male; anche Mitra era nato da una vergine di nome Anahita, miracolosamente fecondata dal dio Ariman (Anche Krishna nell’Induismo è partorito da una vergine e chi la feconda compare sotto forma di luce), Mitra nasce il 25 di dicembre dentro ad una grotta; anche lui era attorniato da dodici seguaci; anche Mitra celebrò con essi l’ultima cena prima di morire; anche Mitra resuscitò dal regno dei morti; anche il culto di Mitra parlava di inferno e cielo, di giudizio universale; anche il giorno dedicato a Mitra era la domenica; anche il gran sacerdote del culto di Mitra veniva chiamato papa e portava il copricapo frigio di colore rosso, un mantello rosso, un anello e un bastone pastorale; anche gli iniziati al mitraismo praticavano un rito di consumazione di pane, vino e acqua. Quindi una perfetta opera di sovrapposizione ad un culto più antico. 

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Geniale la scelta della data di nascita del Gesù, in questo modo si assorbivano tutti gli antichi riti pagani legati al solstizio d’inverno, non solo, ma si dava un taglio deciso a tutte le interpretazione delle varie correnti cristiane che dissentivano tra di loro sulla data di nascita del Cristo. I Basilidiani ad esempio ne celebravano la natività tra il 6 e il 10 gennaio, i Cristiani egizi tra il 19 e il 20 aprile o altri il 28 marzo, in cui si pensava fosse stato creato anche il sole. 

Perciò, grazie a Costantino, che nel 325 d.C. indisse a Nicea il I° Concilio Ecumenico della Chiesa, il Cristianesimo diventò  religione riconosciuta  dell’impero Romano e poi, con Teodosio (380 d.C.) l’unica religione dell’Impero autorizzata. Da quel momento il 25 di dicembre diventa la data officiale del Natale. Potremmo parlarne ancora, aggiungere fatti e storie inedite, enigmi svelati sul Natale, ma ci fermiamo qui, perché riteniamo che sia per il momento abbastanza quanto fin qui scritto, ma ne riparleremo…

Filippo Mariani - A.K. Informa n. 50

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