Le religioni vengono dalle stelle? Storia e fantastoria...


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C’è nel primo capitolo di tutte le religioni, dalle più semplici (animismo – totemismo) alle più complesse come quelle monoteiste, sempre la presenza di uno e più esseri sovrumani che danno all’uomo i primi rudimenti di una disciplina religiosa. Sono quindi questi esseri, definiti dei o Dio, che decidono di creare il tutto, compreso l’uomo. Le stesse grandi religioni monoteiste, tra cui in Cristianesimo, partono tutte dalla discesa dal cielo di un Creatore o “Educatore” dell’umanità.  

Con questo non intendo minimamente entrare nelle storie vere o false degli UFO, né di extraterrestri che decidono di crearci, tuttavia ho constatato, dopo aver per anni analizzato 68 culti religiosi planetari, dal Medioriente, all’India, dall’Oceania fino al continente americano, che tutti più o meno si rifanno alla presenza o all’arrivo di uno o più esseri evoluti che danno il via alle nostre civiltà e che spesso discendono dalle stelle. 

Mi chiedo a questo punto se questi miti rappresentino qualcosa di puramente fantasioso oppure vogliono dirci che forse nel lontano passato dell’umanità è avvenuto qualcosa di eccezionale che ha fatto nascere questi miti. L’indagine rigorosamente scientifica ci dice che nulla va a priori ignorato, ma va prima attentamente analizzato e poi successivamente scartato o accettato. Come elementi di analisi servono, ovviamente, fatti reali riproponibili in laboratorio. 

Ebbene, su ciò che regola l’ indagine scientifica, abbiamo di fronte a noi un esempio concreto (ne esistono altri), per cui possiamo, a cuor sereno, rivedere e studiare con più attenzione gli antichi miti. Cominciamo allora ad analizzare una storia vera e recente che dovrebbe in gran parte sostenere quanto fin qui detto: The cult of the cargo Quanti di noi sanno che cos'è il Cargo Cult? Forse pochi, anche perché questa è materia che interessa di più gli antropologi e gli etnologi, poco o niente i giornalisti anche se scientifici. Invece è un fenomeno che dovrebbe indurci a riflettere sul passato della civiltà umana. 

Già il grande filosofo e studioso delle religioni, Mircea Eliade, studiò un fenomeno analogo ma più antico, quello dell’arrivo delle prime navi degli esploratori europei nelle isole della Micronesia, e da ciò comprese come molti culti religiosi fossero nati da eventi eccezionali o traumatici, da realtà comunque fuori della comprensione degli indigeni. Il culto del cargo, tanto per tradurlo in italiano, dimostra che leggende e miti sono nati quasi sempre da eventi realmente accaduti. Se poi siano stati amplificati o rielaborati a secondo del linguaggio dell'epoca o anche per dare senso a qualche religione nuova, è un altra cosa. 

Veniamo ai fatti, nel caso nostro voliamo fino alla Micronesia in pieno Oceano Pacifico per scoprire qualcosa che ha dell’incredibile. Sull'enciclopedia Wikipedia, Cargo Cult è così definito: “ Il culto del cargo è un culto di tipo millenarista apparso in alcune società tribali venute in contatto con culture tecnologicamente più avanzate. Il culto è basato sulla richiesta di beni e merci (appunto i "cargo") delle culture avanzate attraverso rituali magici o pratiche religiose. I credenti del culto credono che la consegna dei beni sia disposta per loro da parte di un ente divino. Il culto del cargo si è sviluppato principalmente in alcuni angoli remoti della Nuova Guinea e in altre società tribali della Melanesia e della Micronesia in concomitanza con l'arrivo delle prime navi esploratrici occidentali del XIX secolo. 

Culti simili sono però apparsi anche in altre parti del mondo. Il culto del cargo ha avuto la sua maggiore diffusione in seguito alla Seconda guerra mondiale, quando le tribù indigene dei luoghi interessati ebbero modo di osservare le navi giapponesi e americane che trasportavano grandi quantità di merci. Alla fine della guerra le basi militari dell'Oceano Pacifico furono chiuse, e di conseguenza cessò il rifornimento di merci. Per attrarre nuovamente le navi e invocare nuove consegne di merci, i credenti del culto del cargo istituirono rituali e pratiche religiose, come la riproduzione grossolana di piste di atterraggio, aeroplani e radio e l'imitazione del comportamento osservato presso il personale militare che aveva operato sul luogo. 

E questo per sperare di farli ritornare”. In particolare erano adorati gli aeroplani perché durante il conflitto paracadutavano anche nei villaggi indigeni cibo, vestiario ed altri oggetti. Oggi il culto del cargo è diminuito fino a scomparire quasi del tutto. Sull'isola di Tanna, nella Repubblica di Vanuatu, sopravvive ancora il culto di Jon Frum, uno dei più conosciuti, che nacque prima della guerra e divenne in seguito un culto del cargo. Sulla stessa isola è vivo il Movimento del Principe Filippo, che ha come oggetto la figura di Filippo di Edimburgo, marito della Elisabetta II, regina del Regno Unito. 13 Immagini di indigeni della Nuova Guinea che ancora adorano l'aeroplano perché ritenuto veicolo sacro mandato dagli dei per portare loro cibo ed altri doni. 

E' un grossolano errore cercare di interpretare il pensiero degli uomini di migliaia e migliaia di anni fa come se possedessero le nostre conoscenze culturali, scientifiche e tecnologiche. Fenomeni come il Cargo Cult non potrebbero esistere ai giorni nostri, anche se scendesse da un'astronave un "marziano", sapremmo subito dare una spiegazione a tale evento e quell'astronauta non lo eleveremmo certamente a divinità. Gli uomini preistorici non avevano neppur lontanamente le nostre conoscenze scientifiche, tutto ciò che era incomprensibile per loro diventava una ierofania, ossia: una emanazione sacra e divina. 

Da qui può nascere il pensiero che le nostre grandi religioni siano sorte grazie ad incontri con civiltà più evolute tecnologicamente o semplicemente, dando per un attimo spazio alla fantascienza, con esseri provenienti da altri mondi in visita esplorativa sul nostro. Non dobbiamo dimenticarci che le scoperte scientifiche e tecnologiche di oggi già fanno supporre che in futuro l'umanità potrà cercare di raggiungere altri pianeti. Se pensiamo che solo nel 1903 abbiamo imparato a volare, grazie ai fratelli Wright, e che oggi, dopo poco più di un secolo, abbiamo astronavi capaci di andare sulla Luna e su Marte, dobbiamo prevedere in futuro ulteriori grandi conquiste scientifiche e tecnologiche di proporzioni inimmaginabili. 

Allora, se non ci saranno interruzioni violente nello sviluppo della nostra civiltà, cosa saremmo in grado di fare tra 1000 anni? Certamente avremo già colonizzato Marte, ma saremo anche andati oltre il nostro sistema solare per esplorare altri mondi.   

Filippo Mariani - A.K. N. 47   

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