Ciò che è dato è dato... secondo Osho


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Ciò che è dato è dato
Una volta regalai a Osho uno dei miei gioielli antichi preferiti, un oggetto che avevo posseduto per molti anni. Qualche giorno dopo, andai a trovarlo nel suo appartamento e trovai un ragazzo dall’aspetto trasandato, seduto nella biblioteca, intento a esaminare la mia spilla con una piccola lente di ingrandimento, come se stesse valutando il valore delle pietre. Mi arrabbiai e andai piangendo da Osho. Quando mi chiese quale fosse il problema, gli dissi: “Stai vendendo il bellissimo gioiello che ti ho regalato!”.
“Ah, quello!” disse lui con sufficienza.
E poi continuò dicendo: “Se non vuoi che mostri agli altri quello che la mia Mukta mi ha regalato, lo rimetterò nella scatola. E poi la legherò con un cordino e la metterò dentro una scatola più grande. E legherò anche quella per bene. Metterò la scatola in un cassetto e chiuderò il cassetto a chiave e poi chiuderò l’armadio dove si trova il cassetto. Così sarà al sicuro, ben chiuso nella mia stanza!”.
Scoppiai a ridere.
In quei giorni, facevamo la Dinamica a Chowpatty Beach, a Bombay. Durante la catarsi e poi durante lo stadio dell’ “Hu”, ci scaldavamo molto e la donna che al tempo si prendeva cura di Osho, si presentava vestita con un orribile accappatoio pacchiano. Un giorno, la vidi indossare quell’accappatoio con la mia preziosa spilla… per fare la Dinamica! 
Ero sconcertata.  
Ma da quel momento, imparai la lezione: le cose belle devono essere condivise e godute. E capii che ciò che conta non è l’uso che le persone fanno del dono ricevuto, ma il donare in se stesso.
  
Una tragedia greca molto breve
Una volta a Bombay, all’inizio degli anni ’70, scrissi a Osho una lettera molto drammatica, piena di lamentele riguardo a ogni aspetto della mia vita personale, incluse cose che riguardavano la relazione con il mio fidanzato di allora, questioni che ritenevo importanti: una vera e propria tragedia greca! 
Dopo averla letta, Osho volle incontrare mia figlia Seema (era ancora solo una bambina) e le disse: “Guarda che cose assurde mi ha scritto tua madre!” e poi le diede da leggere la mia lettera.
Quando mia figlia mi disse che aveva letto la mia lettera e quello che aveva detto Osho in proposito, rimasi scioccata, specialmente perché le aveva detto che tutti i miei grandi problemi non erano altro che cazzate.
Ero mortificata. Ma questo mi aiutò a capire che tutte quelle cose, a cui avevo attribuito grandi significati, erano in realtà piuttosto stupide... 

Mukta

L'autrice con Osho

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