Il taoismo è una filosofia naturalistica di origine cinese. Il sistema di pensiero da cui deriva fu elaborato fra il V e il IV secolo avanti Cristo dal filosofo cinese Lao Tzu. Il Taoismo si basa sul Tao (la via), ovvero il principio che dà origine al Cosmo, ma vi confluiscono saperi di varia matrice: principi di sciamanesimo femminile, religiosità popolare, metafisica, filosofie di vita tratte da autori come Laozi, Zhuangzi, Liezu
Lo confermano le affermazioni di Mario Sabattini e Paolo Santangelo: “Le concezioni che emergono dalle opere taoiste non presentano un carattere univoco; quasi certamente esse abbracciano tendenze diverse che sono andate via via stratificandosi in un corpus di testi, cui solo in epoca successiva si è voluto attribuire la natura di un complesso dottrinario omogeneo.”
Il Tao e le energie Yin e Yang
La visione del mondo taoista è di natura olistica, a differenza di quella occidentale che si basa sulla contrapposizione di forze opposte. Queste forze, definite Yin e Yang, sono in realtà due facce della stessa medaglia, come si evince dal Tao, simbolo ormai diffuso anche alle nostre latitudini. Gli opposti sono manifestazioni del Tao e hanno la medesima importanza, pur essendo diversi. La "divinità" del Taoismo è quindi una specie di Principio ordinatore del mondo, concetto assai lontano dall’immagine di carattere personale tipica delle religioni occidentali. Non c’è bianco senza nero, non c’è luce senza buio, non c’è femminile senza maschile.
La visione globale del Taoismo favorisce la comprensione di questo scambio reciproco e dell’azione unitaria cui sono tesi gli opposti. In Occidente, al contrario, essi vengono percepiti in modo distorto, come fossero due fazioni che devono lottare l’una contro l’altra, per primeggiare.
Nella concezione Yin-Yang (che appartiene anche al Confucianesimo e alla medicina tradizionale cinese) i due poli sono l’uno la continuazione dell’altro, pur alternandosi dal punto di vista temporale. Quando il polo Yin (femminile) raggiunge l’apice lascia il posto al polo Yang (maschile) e così via in un moto perpetuo. Da ciò dipende l’equilibrio. Pensiamo per esempio alle stagioni fredde e calde. Le prime vengono rimpiazzate dalle seconde quando raggiungono il massimo di espansione, visto che a quel punto il loro ruolo (costruttivo) viene meno. E viceversa. Ma entrambe sono assolutamente indispensabili per mantenere uno stato di equilibrio sulla Terra. E così vale per la nostra psiche, che non deve necessariamente eliminare le pulsioni “negative” ma renderle costruttive. D’altronde anche la rabbia ha una sua funzione purché non prenda il sopravvento, solo in questo modo può dare frutti anziché procurare distruzione.
Quando comprendiamo che gli opposti sono necessari alla vita, intuiamo che tutto è relativo e impermanente. E comprendiamo di conseguenza che tutte le forme di estremismo portano fuori strada.
Mi viene in mente, a tal proposito, un’esperienza personale: dopo una delusione d’amore che mi aveva procurato grande sofferenza decisi di aprirmi nuovamente al mondo, iniziando a frequentare delle etnie che mi affascinavano da tempo. Riuscii nell’intento ritrovando la felicità che era venuta a mancare negli anni passati. Il problema è che mi feci coinvolgere a tal punto da questa nuova realtà, da perdere i contatti con il mondo cui appartenevo. La spinta Yang che mi aveva aiutata a uscire da una situazione difficile, convincendomi a sperimentare la vita avventurosa che avevo per anni represso, si era trasformata nella mia condanna. Mi ero lasciata risucchiare dallo stile di vita delle etnie con cui ero entrata in contatto, finendo per dimenticare le mie origini. Avrei dovuto, dopo l’entusiasmo dei primi anni, riconsiderare il mio lato Yin/femminile, quello legato al passato e alle radici, per non perdere la strada maestra. Così non è stato e mi sono smarrita. A dimostrazione di quanto sia importante mantenere l’equilibrio Yin/Yang anche nella vita reale.
Probabilmente sarà successo anche a te di lasciarti sopraffare da una delle due energie, Yin o Yang. Accade quando si concentra tutta la propria attenzione su un solo settore esistenziale, per esempio il lavoro, che potremmo definire tendenzialmente Yang visto che implica espansione. Se le energie sono completamente assorbite dalla professione, il lato Yin, più ritirato/intimista/femminile potrebbe risentirne. C’è bisogno di equilibrio e quindi, parlando di lavoro, è importante alternarlo con attività diverse, anche un semplice hobby che permetta di staccare la spina.
Il Taoista cerca un punto di incontro e rifiuta la guerra
Secondo il Taoismo è importantissimo riuscire a trovare un punto di incontro: d’altronde anche le differenze partono da un punto in comune. Il Taoista, in tale ottica, cerca ciò che unisce, non ciò che divide. E questo vale anche in una banale discussione. Sacrificare un po’ del proprio punto di vista per giungere a un accordo comune è più importante che avere ragione.
I 5 principi fondamentali del Taoismo rispecchiano perfettamente questo punto di vista: Unità, Armonia, Mutamento, Spontaneità e Non-Interferenza.
La Spontaneità ha una rilevanza particolare. Difatti questa religione detesta le regole rigide, preferendo l’agire spontaneo, dettato dal cuore, esattamente come accade ai bambini. Perché? Perché questo agire è naturale, non alterato dalla mente. In tale ottica ogni persona è qualcuno e deve auto-coltivarsi nel rispetto della sua vera natura.
Ogni persona ha il proprio Tao, ovvero la propria Via da seguire. Ed è per questo che le regole non possono essere rigide o valide per tutti. Ognuno di noi è diverso. Il Taoista non teme il karma, non accetta di doversi assoggettare a regole, ma agisce secondo natura. Nonostante ciò è importante seguire le indicazioni di un Maestro più esperto ma egli non impartisce ordini bensì vigila sul percorso del discepolo, per capire se ha intrapreso la strada della mente o il sentiero giusto, quello naturale. Questo non significa che il Taoismo sia una religione priva di etica, anzi. Il rispetto dell’altro è fondamentale. Solo che rifiuta le norme o i codici comportamentali troppo statici, standardizzati.
In definitiva un taoista vive la vita secondo natura, cercando di mantenersi in salute dal punto di vista psicofisico, mantenendo un contatto profondo con la propria spiritualità, proteggendo l’ambiente circostante e vivendo l’esistenza con serena accettazione.
Laura De Rosa
«Tutto il nostro ragionamento si basa sulla legge di causa ed effetto, che opera come una successione. Qualcosa accade ora, perché qualcos’altro è accaduto allora. Ma i cinesi non ragionano tanto secondo questa linea orizzontale, che va dal passato al futuro, attraverso il presente: ragionano verticalmente, da ciò che è in un posto ora a ciò che è in un altro posto ora. In altre parole non si chiedono perché, o per quali cause passate, un certo ordine di cosa avvenga ora; si chiedono: -Qual è il significato delle cose che avvengono insieme in questo momento?- La parola Tao è la risposta a questa domanda.» (Alan Watts)
Fonte: www.yinyangtherapy.it
Fonte secondaria: http://www.eticamente.net/
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