Il cervello si è visto essere formato da due parti collegate tra loro, chiamate emisferi cerebrali: quello sinistro e’ la parte piu’’razionale’, quello destro la parte piu’ sensibile e creativa. (Sperry R., 81; Trimarchi M., 82).
Vediamo meglio cosa dicono i recenti studi scientifici basati su tecnologie, dette ‘Brain imaging’, che permettono di vedere quali parti del cervello si mettono in funzione maggiormente durante certi pensieri, parole e azioni.
Da queste ‘mappe del cervello’ risulta che il pensiero razionale e il linguaggio attivano nella maggior parte dei casi l’emisfero sinistro, che e’ simile a un computer, in quanto accumula i dati delle esperienze in memoria e li ripete su richiesta. La parte destra del cervello e’ attivata dalla musica, dal linguaggio non-verbale, che e’ fatto di intonazioni della voce, sguardi, gesti, mimica facciale, ecc. e dalla creatività, che e’ la combinazione originale di elementi presenti in natura. Quindi l’emisfero sinistro memorizza in modo schematico attraverso modelli ripetitivi e categorie rigide e rifiuta quello che non riesce a incasellare in questi schemi. Questo emisfero e’ il più veloce e serve per la sopravvivenza in quanto non si può perdere tempo se si devono dare risposte rapide a stimoli, per es. in auto, in situazioni di rischio per la vita o di pericolo per la salute, il lavoro, ecc. o percepite come tali dall’individuo, questo aspetto e’ piu’ sviluppato in genere negli uomini. L’emisfero destro non ha sviluppato il linguaggio verbale o esso è molto semplice e integra, cioè unisce, stimoli diversi in modo non ripetitivo, ma creativo e giusto in quel momento per l’ individuo. Tuttavia per fare questo lavoro e’ più lento dell’altro nel dare una risposta. Esso prevale nei bambini, in cui il sinistro non si e’ ancora sviluppato, negli artisti che l’ hanno sviluppato maggiormente, nelle persone sensibili.
Nelle donne si e’ visto che i due emisferi normalmente lavorano insieme, perché devono possedere sia la capacita’ di percepire sfumature di emozioni e situazioni per occuparsi dei bambini, che ancora non parlano, sia a volte essere veloce nella risposta, per proteggerli, oltre che per difendere se stesse. Questo si ottiene con un maggior numero di fibre che collegano i due emisferi, tramite una parte centrale detta corpo calloso, circa il 20 % più degli uomini, queste cose spesso la scienza per maschilismo le ha finora trascurate.
Tutto questo vale naturalmente in generale, perche’ il cervello e’ anche plasmabile dall’ambiente a seconda delle circostanze, educazione, decisioni, ecc.
Cosi’ possiamo spiegarci come nelle persone in cui prevale per educazione, ecc. la parte sinistra del cervello la visione delle cose avviene per schemi, modelli, pregiudizi, molto rigidi e resistenti al cambiamento; mentre nelle persone in cui prevale l’emisfero destro la percezione del mondo avviene in modo libero e creativo con apertura al nuovo e al giusto, tuttavia spesso con difficolta’ di adattamento e ipersensibilita’. Cio’ spiega anche le difficolta’ di comunicazione tra uomo e donna, tra persone con prevalente raziocinio o sensitivita’, tra bambini e adulti, ecc.
Il condizionamento in psicologia comportamentale e’ considerato una associazione tra uno stimolo neutro e uno piacevole o spiacevole, ripetuti, con una risposta, in seguito, anche di fronte allo stimolo neutro.
Ad es. associazione ‘scuola’ – ‘paura del giudizio’,poi viene ansia anche se si entra in una istituzione simile, come universita’, ministeri, ecc.
Infatti piu’ un pensiero o una abitudine si ripetono, piu’ si rinforzano nel cervello e piu’ tempo e sforzo ci vuole per cambiare schemi diventati automatici e ripetitivi. Per gli anziani, che hanno rinforzato gli schemi avuti da giovani, e’ molto piu’ difficile cambiarli. Per questo tutti dovremmo avere pazienza con noi stessi e con gli altri, poiche’ anche con la ‘volonta’ non si puo’ fisiologicamente cambiare a piacimento da un giorno o da un mese all’altro, ma solo gradualmente e con costanza nel tempo.
Ad es. smettere di fumare o bere da un giorno all’ altro o diete drastiche, provocano all’organismo una forte pressione che puo’ sfociare in altri vizi o problemi in seguito, a volte cosi’ forti da non riuscire a controllarli (es. mangiare molto, uso di farmaci, malattie, ansie, ecc.) o anche frustrazione e bisogno di parlare male o rabbia verso chi si concede cose che la persona si e’ proibita con violenza ( si tratta quindi di una repressione ).
Se si sono formati i condizionamenti nell’infanzia, solo in seguito, quando cresciamo, possiamo, spesso con grande sforzo, decidere di combattere le cattive abitudini che riconosciamo negative per noi e per gli altri, ma solo con ripetuto impegno, con contro-programmi positivi o alternativi e a piccoli passi. Applicando questo quindi all’Etica vegetariana non dovrebbe essere una moda , influsso di un modello socio-culturale, che poi si stabilizza o una imposizione a se stessi e poi agli altri… o una paura delle malattie o del peccato… a motivarne l’adesione, ma una profonda presa di coscienza dell’unità di tutti gli esseri viventi e che il benessere personale non puo’ essere disgiunto da quello altrui e da quello dell’ambiente naturale e quindi animale…una espansione di coscienza che sta, per fortuna di tutti, prendendo piede nel mondo in innumerevoli associazioni e movimenti ecologici e spirituali, che dovrebbero poi cooperare e non combattersi a vicenda, secondo i meccanismi cerebrali automatici prima spiegati, per essere coerenti ed utili a tutto il Pianeta in difficoltà.
dr. Ciro Aurigemma, psicologo
Sono d'accordo con quanto espresso, ma qual è il modo per cambiare queste abitudini così difficili da cambiare, consigliato dalla psicologia? Trovare il problema è il primo passo, ma poi serve la cura.
RispondiEliminaCi hanno provato le religioni, ma ne vediamo tutti, oggi, il risultato disastroso.