Il Sé è lo spirito (o coscienza intelligenza) che tutto compenetra, nell'advaita si definisce Brahman od Atman o Paramatmam. Preciso: allorché si parla del Sé già siamo in uno stato di dualità. Come dice Lao Tzu: il Tao che può esser detto non è il vero tao. Dal punto di vista concettuale, quindi con una descrizione all'interno della mente duale, il Sé rappresenta l'assoluta consapevolezza non consapevole di sé, ovvero l'Assoluto uno senza secondo. Il sé individuale (anima) è il riflesso nella mente di quella consapevolezza. E qui si chiede cosa è la mente? E' quel potere di riflessione che consente al Sé di manifestarsi nelle infinite forme (Maya o Shakti. - Tempo spazio energia). Siccome il riflesso delle immagini manifestate ha come substrato il Sé, si può dire -come diceva Shankaracharya- che il mondo è irreale se visto come separato dal Sé, ma diviene reale se visto come il Sé. Il realizzato non è quindi una persona ma è il Sé, Come un qualsiasi personaggio del sogno al momento del risveglio smette di esistere in quanto "individuo del sogno" e si risveglia come il soggetto sognatore. La similitudine è imperfetta... come detto sopra.... Realizzazione quindi non è altro che risvegliarsi alla propria vera natura, essendo sempre stati quel Sé.
Paolo D'Arpini
In celebrazione del Sri Adi Shankaracharya Jayanti (ricorrenza della nascita) ci incontriamo Giovedì 12 maggio 2016, nel Tinello di meditazione, a casa di Caterina a Spilamberto, alle ore 20.30, per il canto del Nirvana Shaktam, le sei strofe sulla salvezza, scritto dal grande maestro advaita. Seguiranno altri inni dedicati a Shiva ed al Guru ed una meditazione silenziosa. Al termine della cerimonia verrà condiviso il Prasad da ognuno portato. Per partecipare dare conferma al 3336023090.
Canto del Nirvana Shaktam:
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