Necessità del credere e libertà del non credere - Dialogo fra un credente ed un miscredente




"La grande Via è del tutto piana, eppure la gente preferisce le vie traverse" (Tao Te Ching) 

Si dice che la via della autoconoscenza richieda un grande sacrificio ed un grande coraggio. La prima cosa alla quale dobbiamo rinunciare per conoscere noi stessi è l'accettazione della conoscenza empirica. Tale conoscenza empirica non è soltanto l'immagine che abbiamo di noi stessi,  è anche il conosciuto attraverso le fedi, la scienza, le religioni, le filosofie... insomma tutto ciò che accettiamo perché fa parte della cultura e del nostro "credere". Essere se stessi richiede l'abbandono delle idee precostituite e la rinuncia al conforto di sentirci accettati dagli altri, e persino  il rifiuto alla rivolta ed  all'autoaffermazione. Non ci ribelliamo al mondo né al pensiero corrente ma nemmeno li prendiamo per veri, per come ci appaiono o per come ci vengono descritti. Il mondo sta lì e noi, in quanto osservatori, stiamo lì. Ma perché dovremmo uniformarci ad una "descrizione"? Ad un giudizio?   
In fondo l'autoconoscenza è qualcosa di molto semplice che non richiede spiegazioni né giustificazioni ed in verità non richiede nemmeno sacrificio o coraggio. Non chiede nulla...

Per meglio esplicitare questo mio sentire vi sottopongo un breve dialogo, riguardo alla "necessità" del credere ed alla "libertà" del non credere



Antony Flew,  filosofo ateo,  ora crede che Dio esiste. Sostenitore e propugnatore per decenni dell'ateismo filosofico, nel 2004 ha annunciato pubblicamente la rinuncia ad esso: https://www.youtube.com/watch?v=45-8yRwRzxk&feature=youtu.be


Commenti

Saul Arpino -  ...di solito succede quando subentra la paura di morire

Livio Cech -  posso capire la condizione emozionale dell'uomo di
strada, ma le argomentazioni del filosofo hanno del razionale più che
dell'emotivo.

Saul Arpino -  Filosofo o uomo di strada sono uguali di fronte
all'estrema nemica (o vera amica, come la chiamava  Totò: la livella)

Livio Cech  -  ...sono dell'idea che il Filosofo sia meglio armato per
combattere l'omologazione che temeva il De Curtis!

Saul Arpino -  Come si può essere armati o resistere di fronte
all'inevitabile? O si accetta la morte come un aspetto della vita e
quindi la si accoglie come un'innamorata, come una nascita, oppure si
teme il giudizio di dio e la filosofia serve a poco, anzi è un peso
maggiore della beata ignoranza dell'illetterato.

Livio Cech -  Armati,  di pensiero filosofico, di virtù come la
giustizia. Eppoi dove è certificata l'inevitabilità cui accenna? Per
quanto riguarda Dio occorre capire che se lo si rispetta si è nella
condizione di essere aiutati, ma se non Lo si rispetta ci si condanna
al fallimento. Ma il problema è solo uno: Lo devi sentire dentro, e se
non Lo senti ... sei un zombie!

Saul Arpino -  Honni soit qui mal y pense

Livio Cech  - Non è tanto il pericolo di essere maledetto, quanto
quello di essere incapace, inetto, deficiente (qui deficit).

Saul Arpino -  Infatti come pendent ho utilizzato l'immagine di Ulisse
di fronte alle sirene... dell'illusione

Livio Cech  - Si, ma recuperiamo un preciso senso dell'essere! E chi è
miscredente è condannato al nulla, orgogliosamente!

Saul Arpino - Il vuoto del miscredente è pieno di Sé

Livio Cech  - Poveraccio, ce fà ppena!

Saul Arpino "Le persone farebbero qualunque cosa, per quanto assurda, pur di evitare di affrontare la propria coscienza: praticare lo yoga, osservare diete, imparare teosofia a memoria, ripetere meccanicamente testi mistici della letteratura mondiale. Tutto perché non sanno stare con se stessi, e non credono minimamente di poter tirar fuori qualcosa di utile dalla  loro coscienza." (C.G. Jung)

Livio Cech - E  dovrebbe conoscere la mia religione, quella bahà'i,
per sapere cosa è la gioia dell'esserci con la coscienza della propria
potenzialità di essere altro dalle proprie esperienze e dalla loro
gabbia psicologica.

Saul Arpino  - Credere, obbedire, combattere?




Paolo D'Arpini

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Articolo in sintonia:
http://riciclaggiodellamemoria.blogspot.it/2014/10/spiritualita-senza-etichette-un.html

1 commento:

  1. una lettura che mi ha colpito per la tua capacita' di esprimere il tuo pensiero
    Robero Anastagi

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