Manvatara e Yuga - Computo delle ere e degli eoni secondo la mitologia indiana

Premessa
Non potevamo trascurare dopo quella sul calendario atzeco e maya (vedi:: http://bioregionalismo-treia.blogspot.it/2012/12/la-leggenda-maya-e-la-verita-atzeca.html) l'analisi sul computo temporale indiano, anch’esso calcolante le ere secondo un ciclo millenario. Vediamo quali sono le differenze e le somiglianze. (Paolo D'Arpini)


Un Manvantara costituisce il ciclo cosmico e storico completo di un’Umanità – giacché, nell’infinità della Possibilità Universale, sono contemplati innumerevoli Generi umani, ciascuno dei quali possiede, evidentemente, una propria essenza unica ed irripetibile -, e si divide in quattro età successive (Yugas), le cui rispettive durate si riducono progressivamente e proporzionalmente in base alla formula 10 = 4 + 3 + 2 + 1. 

Quindi, essendo un Manvantara della durata di 64800 anni, esso comprende un Satya o Krita-Yuga, («Età dell’Oro» o «Età della Conoscenza») della durata di 25920 anni; un Tretâ-Yuga («Età dell’Argento»), della durata di 19440 anni; un Dvâpara-Yuga («Età del Bronzo»), che dura 12960 anni; ed infine un Kali-Yuga («Età Nera», «Età Oscura» o «Età del Ferro»), di 6480 anni.

Si insegna, infatti, che la razza umana vivente nell’Età Aurea godeva di tutti i benefici derivanti dal suo essere per natura consapevole del Divino ed in comunione con Esso: essa stessa era una razza di dèi in forma umana, i quali, addirittura, convivevano con gli stessi dèi superiori. Viceversa, la razza umana dell’Età Oscura, con tutti i nocumenti che ne derivano, è la più chiusa e separata, anzi spesso persino ostile, rispetto al del Divino. Ovviamente, oltre ad un’innata ignoranza metafisica, questa stirpe umana è incline ad un vizio e ad una malvagità senza precedenti, tali da produrre i più grandi e tremendi crimini della Storia. Nella fase terminale di quest’epoca – il periodo più oscuro di tutti -, infatti, l’Umanità tende ad essere simile ad una razza di demoni in forma umana – basterebbero appunto a dimostrarlo le due guerre mondiali. 

Su tutti questi aspetti negativi, i testi profetici tradizionali sono inequivocabili nella loro acuta severità di giudizio, anche se sarebbe sbagliato pensare che non vi sia nemmeno una ristretta minoranza di uomini capaci di essere, nonostante tutto, sia sapienti che giusti; ribadiamo, infatti, che tutti i lineamenti interiori che sono stati sinteticamente esposti devono essere considerati come delle tendenze innate, e non come dati di fatto irrevocabili. 


Nessun essere, infatti, per quanto sia estremamente lontano, o addirittura nemico, rispetto al Divino, potrà mai sfuggire all’invincibile legge d’attrazione metafisica, che tutto infine riconduce all’Origine Suprema. In ogni caso, la Tradizione, pur potendo esercitare sugli uomini di questo tempo un’influenza spirituale che è la minore possibile, riesce comunque, perlopiù, ad orientarli in maniera ottimale versa la saggezza ed il bene, impedendo loro il più possibile di nuocere a se stessi.

Al termine di ciascun Manvantara, poiché l’irreversibilità del Tempo impedisce del tutto che all’interno del suo stesso flusso possa prodursi, sia a livello macrocosmico che microcosmico, una purificazione ed una rigenerazione complete, l’unico modo di poter concludere il ciclo e passare ad un altro, ricominciando quindi da una nuova Età dell’Oro, è dato simultaneamente dall’arresto completo del tempo stesso e dall’intervento trascendente di un Avatâra, ossia da un’interferenza diretta del Principio Divino sul piano della stessa manifestazione ciclica, che, compiutane così la necessaria apocatastasi o palingenesi, rimetterà in moto il tempo per il compiersi del nuovo Manvantara. 


L’Avatâra, infatti, rappresenta l’Eternità rispetto al Tempo, l’Essere quale centro immobile rispetto alla circonferenza mobile del cerchio del Divenire, giacché Egli è il Chakravartî, «colui che fa girare la ruota» del Tempo e del Divenire.



(Fonte: http://centrostudiparadesha.wordpress.com/)

1 commento:

  1. Commento di E.L.M.: “ A proposito di età oscura... Nel 2060 la temperatura della terra sarà di quattro gradi centigradi più alta, e questo sarà un “cataclisma” per i Paesi poveri. A lanciare l’allarme è la Banca mondiale (Bm), sottolineando che l’aumento sarà superiore al livello di guardia massimo della comunità internazionale. Una temperatura di quattro gradi più alta causerà ondate di calore estremo, una flessione delle scorte alimentari e un aumento del livello del mare che metterà a rischio milioni di persone...”

    Mio commentino: “Che sia vero o falso (data la fonte) la minaccia sta a dimostrare che si prevedono cambiamenti rovinosi nella società umana, nel suo complesso. Lo vediamo anche dagli spostamenti incontrollabili di intere popolazioni che fuggono alla “guerra”, anzi, fuggono in cerca di “benessere” nel ventre molle dell'Occidente in piena decadenza”

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