Bugie religiose, favole ecclesiastiche ed altro ancora...



La piaga della cattiva informazione religiosa e della alterazione dei fatti accaduti ha origini antiche: il primo, nella tradizione religiosa a parlarne fu il profeta Geremia (8,8) che si lamentava dicendo: “Perché dite la legge del Signore? A legge menzognera l’ha ridotta la penna menzognera degli scribi”. Nel corso della storia i Testi sacri pare siano stati più volte manomessi, spesso per compiacere il regnante di turno.

Pipino il re dei Franchi, su richiesta di Stefano III, venne a liberare la Chiesa dai longobardi e restituì alla Chiesa i territori riconquistati in virtù di un documento fatto preparare dal papa secondo cui erano donazione di Costantino.

Secondo alcuni autori nel tempo di Costantino fu nominata una commissione di correttori, composta da ecclesiastici e politici i quali, con la scusante dell’ortodossia, ritoccarono i testi evangelici nel momento in cui il cristianesimo diventava religione di stato e doveva trovare l’approvazione di un imperatore pagano fino al punto della morte.

Alcuni decenni più tardi S. Girolamo fu incaricato, suo malgrado, dal papa Damaso III nel 382 a rivedere il testo in latino dei Vangeli, nonché la traduzione delle lingue originali delle Scritture in ebraico. S. Girolamo disse che le generazioni future lo avrebbero accusato di aver manomesso le Scritture. Anche S. Agostino criticò l’operazione. Damaso fu creduto il primo autore del Liber Pontificalis che era l’elenco dei primi vescovi di Roma, a cominciare da Pietro; in realtà pare sia un falso che si aggiunge alla vasta serie di “falsificazioni Simmachiane” dell’inizio del sesto secolo, quando papa Simmaco per evitare di essere processato fece produrre una enorme mole di documenti inventati: carteggi interi, atti di un Sinodo mai tenutosi, documenti di processi ideati, il tutto per creare precedenti fasulli su cui basare la sua pretesa di non dover essere giudicato da nessuno al mondo, neppure da un concilio.

Nel VIII–IX secolo, dato che il testo di S. Girolamo detto Vulgata era stato più volte ricopiato, studiosi come Alcuino e Teodulfo, cercarono di correggere errori linguistici e testuali che si erano insinuati in tale versione. In seguito, per rendere di più facile consultazione le Scritture, altri ne suddivisero il testo in capitoli. Nel 1546, durante il Concilio di Trento, la Chiesa cattolica, da una parte sancì l’autenticità della Vulgata e dall’altra ne auspicò la revisione. Furono istituite apposite commissioni, ma impaziente di vederla completa, il papa Sisto V volle portare di persona a temine l’impresa e attenendosi al testo di Lovanio e con l’aiuto di Bellarmino intervenne sulla versione di S. Girolamo e quando incontrava punti oscuri non si faceva scrupolo di aggiungere o levare parti del discorso con l’intento di renderlo più chiaro. Ma nel 1590, mentre l’opera era in stampa il papa morì e i cardinali la ritirarono lasciando l’opera ancora piena di errori..

La nuova edizione, detta sisto-clementina, vide la luce nel 1592 sotto Clemente VIII e rimase a lungo la versione ufficiale della Chiesa Cattolica. Nel XX secolo ci fu la volontà di rivedere la Vulgata come le altre versioni e nel 1965 fu nominata una “Commissione per la Neo-Vulgata” che rivedesse la traduzione in latino tenendo conto delle nuove conoscenze. I primi libri furono pubblicati nel 1969 e 10 anni dopo Giovanni Paolo II approvò la Nuova Vulgata.


Pare che Gregorio VII creò intorno a se una schiera di falsari che sfornavano ogni sorta di documenti a seconda delle esigenze e molti scritti originali furono ritoccati.

Nel corso dei millenni i testi biblici sono stati trascritti, a mano, migliaia di volte (circa 6000 i testi in ebraico e circa 5000 quelli in greco).E’ lecito supporre che alcune o molte cose abbiano subito un’alterazione del loro originale significato, per negligenza, per interpretazioni personali o, come si è detto, per favorire il potente di turno. In particolare per ciò che concerne l’alimentazione carnea lo stesso S. Girolamo asserisce che l’autorizzazione a mangiare la carne fu un’interpolazione ai Testi sacri da parte della Chiesa cattolica aggiunta tardivamente in un periodo di basso profilo spirituale, ma che in principio (cioè sia alle origini del cristianesimo che nella Genesi) non fu così.

5.700 sono i manoscritti in greco della Bibbia che sopravvivono oggi, di questi solo 10 contengono la Bibbia intera come noi la conosciamo, di queste solo 4 sono state redatte prima del X° secolo. In tutti questi manoscritti gli studiosi hanno calcolato che ci sono 400.000 punti in cui le varie copie differiscono tra di loro, cioè il numero delle varianti del Nuovo Testamento è maggiore delle parole stesse che lo compongono. Alcune di queste varianti sono evidenti errori commessi dal copista, altre sono delle modifiche effettuate deliberatamente per appianare diversi punti di vista teologici. Molte delle più importanti definizioni, come molti episodi biblici, si basano su delle copie deliberatamente o accidentalmente alterate, anche se i teologi affermano che le correzioni non alterano in alcuno modo il senso originario del messaggio.

Le manomissioni dei Testi sacri, a mio avviso, non depauperano la dimensione divina e spirituale nella vita dell’uomo, né l’importanza del grandioso insegnamento di Gesù, anzi credo debba spingere ognuno a cercare personalmente le grandi verità che governano le leggi universali e che indicano il percorso da seguire nella realizzazione integrale dell’uomo.


La tendenza ad alterare le notizie è anche oggi una piaga più che mai diffusa in cui i grandi mezzi di comunicazione di massa, in gran parte manovrati dai centri di potere economico e politico, influenzano le scelte della popolazione con strategie che tornano solo a vantaggio di chi intende smerciare un prodotto, trascurando gli aspetti negativi che spesso celano danni per le persone. E se gli uomini non hanno avuto scrupoli ad alterare insegnamenti attribuiti alla divinità è facile supporre che la verità dei fatti umani raramente viene riportata senza alterazioni di parte.

La nostra filosofia mira a spingere l’individuo a sviluppare l’intelligenza critica nelle cose, la consapevolezza che ognuno di noi deve imparare ad essere artefice del proprio destino, della propria salute fisica, del proprio equilibrio mentale, della propria sfera spirituale, attraverso uno dei mezzi più potenti, la filosofia dell’etica universale del biocentrismo che nella pratica attuazione passa attraverso l’alimentazione incruenta vegetariana che consente all’uomo di vivere in ottima salute, di sviluppare una mentalità di pace, di salvaguardare la natura, di non contribuire ad affamare il Terzo Mondo, di porre le basi per un mondo di verità e di giustizia.

Franco Libero Manco 









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