Nè sì nè no. Parole di convenienza (inventate)



Un pensatore occidentale, De Bono, ha qualcosa di molto bello da dire a tutti. Ha coniato una nuova parola e quella parola è “po”. Non la troverai in nessun dizionario, perché è una parola nuova. Dice che ci sono situazioni in cui se dici di sì sbagli e se dici di no sbagli lo stesso. Ci sono situazioni in cui devi stare nel mezzo, quindi di’ “po”. È una parola che non significa sì, non significa no, o significa entrambi. È al di sotto del sì e del no, o al di sopra del sì e del no, ma è indivisa: “po”, sì più no.

Se qualcuno ti fa una domanda da cui sei profondamente coinvolto, se qualcuno chiede: “Pensi di amarmi?” è difficile, perché non sei mai sicuro al cento percento di amare o no. Se dici di sì rischi di fare un’affermazione sbagliata, perché chi può dire di sì? Solo chi è totale può dire di sì con il suo essere totale. Come puoi dire di sì? Nel momento in cui dici di sì, una parte di te sta ancora dicendo di no. Aspetta, non decidere. C’è confusione; una parte della tua mente sta dicendo: “Non so se amo o no”. Se dici di no, anche questo è sbagliato, perché una parte di te sta dicendo di sì. E tu sei sempre parziale, non sei totale. La parola “po” di de Bono è comoda: quando qualcuno ti chiede: “Mi ami?” di’: “Po”. Significa sì e no, significa entrambi: “Una parte di me ti ama e una parte di me non ti ama”.

Mulla Nasruddin era in tribunale. C’era una causa contro di lui, perché la moglie aveva denunciato che l’aveva picchiata. Se il giudice gli avesse chiesto: “Hai picchiato tua moglie?” avrebbe potuto dire di sì, o avrebbe potuto dire di no, qualunque fosse il caso. Ma il giudice gli chiese: “Mulla Nasruddin, hai smesso di picchiare tua moglie?”. Se avesse detto di sì, avrebbe significato che prima la picchiava e aveva smesso. Se avesse detto di no, avrebbe significato che la stava ancora picchiando.

Così venne di corsa da me, dopo aver detto al giudice: “Dammi un po’ di tempo, risponderò domani”.

Quando venne da me dissi: “Rispondi ‘po’”.

E lui disse: “Cos’è questo ‘po’?”.

Dissi: “Questo è un problema del giudice. Lascia che sia lui a decidere cos’è ‘po’. Tu dillo semplicemente”.

Tutto il linguaggio umano è diviso tra sì e no, tra bianco e nero, ma la vita è grigia. “Po” significa che la vita è grigia; a un estremo diventa nero scuro, all’altro estremo diventa bianco, ma esattamente tra i due, oscilla ed esiste il grigio.

Due calamità si sono abbattute sulla mente occidentale: una è Aristotele, perché ti ha dato un atteggiamento logico nei confronti della vita che è falso. Ti ha dato il sì o il no e ha detto: “Non possono essere veri insieme”. E sono sempre veri insieme. Sono sempre veri insieme! Uno non può essere vero senza l’altro, perché la vita è entrambi: giorno e notte, estate e inverno, dio e il diavolo. La vita è insieme, indivisa. 

Quando un uomo arriva a realizzare questa non divisione della vita, diventa molto, molto difficile… Cosa dire e cosa non dire? Tutto ciò che dici sarà falso, perché il linguaggio permette solo il sì o il no.

La seconda calamità che si è abbattuta sulla mente occidentale è la crocifissione di Gesù. A causa di quella crocifissione, la mente occidentale è rimasta disturbata. Prima Aristotele ha diviso la vita in due e poi la crocifissione di Gesù ha diviso in due il cuore. Aristotele ha diviso in due la mente, l’intelletto; e la crocifissione di Gesù ha diviso in due il cuore. Se sei cristiano, vai in paradiso; se non lo sei, vai all’inferno. Se sei cristiano, allora sei umano; se non sei cristiano, nessuno ti considera. Possono ucciderti molto facilmente, senza pensarci due volte. 

 Tratto da: Osho, Until you die 




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