BODHIDHARMA E IL DUPLICE INGRESSO NEL TAO


Ci sono molti modi di entrare nel Sentiero, ma volendo essere brevi, essi sono solo di due tipi. Uno è l"Ingresso per Ragione" e l'altro "Ingresso per Condotta" [2]. Con "Ingresso per Ragione" noi intendiamo la realizzazione dello spirito del buddhismo con l'aiuto dell'insegnamento scritturale. Noi allora arriviamo ad avere una fede profonda nella Vera Natura che è la stessa in tutti gli esseri senzienti. La ragione per cui essa non è manifesta si deve alla sovrapposizione degli oggetti esterni e dei pensieri illusi. Quando un uomo, abbandonando il falso ed abbrac-ciando il vero nella semplicità di pensiero, pratica il Pi-kuan[3] scopre che non c'è né il sé né l’altro, che le masse ed i valori non hanno alcuna essenza, egli poi si attiene fermamente a questa credenza e non la lascia mai più. Allora egli non sarà più schiavo delle parole, perché è in silenziosa comunione con la Ragione stessa, libero dalla discriminazione concettuale; egli è sereno e imperturbabile. Questo è chiamato "Ingresso per Ragione." 

Con "Ingresso per Condotta" si intende Le Quattro Azioni, in cui sono inclusi tutti gli altri atti. Quali sono questi quattro? 1) Sapere come comportarsi con l’odio; 2) Essere obbedienti al karma; 3) Non bramare nessuna cosa; e 4) Essere in accordo con il Dharma. 



1) Cosa si intende con "Sapere come comportarsi con l’odio"? Colui che disciplina se stesso nel Sentiero dovrebbe così pensare quando deve lottare contro avverse condizioni: "Negli innumerevoli secoli passati io ho attraversato una molteplicità di esistenze, dedicando tutto il tempo a dettagli di vita senza importanza a spese di cose più essenziali e creando così occasioni infinite per odio, cattiva-volontà, e azioni malvagie. Benché in questa vita non sia stata commessa nessuna vera violazione, i frutti delle cattive azioni del passato ora saranno riunite. Né dèi e né uomini possono indovinare ciò che sta per accadermi. Io dovrò sottopormi di buon grado e pazientemente a tutto il male che mi accadrà, senza mai lamentarmi o piangere. Il Sutra mi insegna a non preoccuparmi sui mali che riceverò. Perché? Perché quando le cose sono osservate da un'intelligenza più alta, la base della causalità è raggiunta". Quando in un uomo questo pensiero si è risvegliato, egli sarà in accordo con la Ragione perché fa il miglior uso dell’odio e lo trasforma in un servizio a suo vantaggio verso il Sentiero. Questo è chiamato il "modo di comportarsi con l’ odio." 


2) "Essere obbedienti al karma" significa: Non c’'è nessun ‘sé’  in qualsiasi essere, i quali sono prodotti dall'interazione delle condizioni karmiche; anche il piacere ed il dolore che si provano sono i risultati delle mie azioni precedenti. Se io sono ricompensato con fortuna, onori, ecc. questa è solo la conseguenza dei miei atti passati che a causa della causalità si generano nella mia presente vita. Quando la forza del karma è esaurita, il risultato che io ora sto godendo scomparirà anch’esso; perciò che bisogno c’è di essere felici di ciò? Guadagno o perdita, devono essere accettati come il karma che mi porta questo o quell'altro; la Mente stessa non conosce né aumento né diminuzione. Il vento del piacere [e del dolore] non mi turberà, perché io sono silenziosamente in armonia col Sentiero. Perciò questo è chiamato "Essere obbedienti al karma". 


3) "Non bramare (ch'iu) nessuna cosa" significa che: Gli uomini del mondo, in confusione eterna, sono dovunque e dappertutto attaccati ad una cosa o ad un’altra, e ciò è chiamato ‘bramare’. Tuttavia, i saggi comprendono la verità e non sono come gli ignoranti. Le loro menti dimorano serenamente nell'Increato mentre il corpo si muove intorno in accordo con le leggi della causalità. Tutte le cose sono vuote e non c’è niente di desiderabile da ricercare. Dove c'è un merito luminoso, certamente là si tengono in disparte gli oscuri demeriti. Questo triplice mondo dove noi stiamo tutti insieme troppo a lungo è come una casa in fiamme; tutti quelli che hanno un corpo soffrono, e nessuno realmente sa che cosa è la pace. Poiché i saggi conoscono completamente questa verità, essi non sono mai legati alle cose che cambiano; i loro pensieri sono acquietati, essi non bramano mai nulla. Dice il Sutra: "Dovunque vi sia la brama, là c'è dolore; cessate di bramare e sarete benedetti." Così noi sappiamo che non bramare nulla è realmente la Via alla Verità. Perciò, è insegnato per non si deve bramare nessuna cosa." 


4) "Essere in accordo col Dharma" vuol dire che la Ragione, che noi chiamiamo il Dharma, nella sua essenza è pura, e che questa Ragione è il principio del vuoto o vacuità (shunyata) in tutto ciò che è manifestato; è al di sopra delle oscurazioni e degli attaccamenti, e in essa non c'è nessun "sé" né nessun "altro". Dice il Sutra: "Nel Dharma non ci sono esseri senzienti, perché è libero dalla macchia di essere; nel Dharma non c'è nessun 'sé' perché è libero dalla macchia dell’ego". Quando i saggi comprendono questa verità e credono in essa, le loro vite saranno "in accordo col Dharma." Poiché nell'essenza del Dharma non vi è nessun desiderio di possesso, i saggi sono sempre pronti a praticare la carità col loro corpo, la loro vita, la proprietà; essi non provano mai invidia, non sanno mai cosa significhi una malagrazia. Poiché essi hanno una perfetta comprensione della triplice natura del vuoto, essi sono al di sopra delle parzialità e degli attaccamenti. Solamente a causa della loro volontà di purificare tutti gli esseri dalle loro macchie, essi vengono tra di loro, simili a loro, ma essi non sono attaccati alle forme. Questa è la fase che nella loro vita ne trae profitto. Comunque, essi sanno anche come beneficiare gli altri, e pure come glorificare la verità dell’illuminazione. Oltre che con la virtù della carità, anche con le altre cinque virtù [del Prajnaparamita]. I saggi praticano le sei virtù della perfezione per sbarazzarsi dei pensieri confusi, eppure non c'è una specifica coscienza da parte loro di essere impegnati in un qualunque atto meritorio. Questo è chiamato "Essere in accordo col Dharma"[4]. 


Traduzione dall'inglese di Alberto Mengoni (Aliberth)






NOTE:

1. Da ‘La Trasmissione della Lampada’, XXX. 

2. "Ingresso per Ragione" può essere reso anche "Ingresso tramite la Suprema Intuizione", e "Ingresso per Condotta" con, "Ingresso tramite il Vivere Pratico". 

3. "guardare fisso il muro". 

4, Questa è la traduzione di Tun-huang, venuta alla luce e contenente il testo della ‘Trasmissione della Lampada’. Essa si trova nel ‘Leng-chia Shih-tzu Chi’ (‘Maestri e Discepoli del Lanka’), già pubblicato, e l'altra è ancora nel M.S., che comunque l’attuale autore intende riprodurre fra poco come facsimile. Essa, in ogni modo, differisce in minima parte con la traduzione qui data. 

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