Nella raccolta di memorie sull’epopea del Circolo VV.TT. ho ritrovato alcune pagine di vari libri sui luoghi dell’Italia Naturale. Siccome il Circolo fu uno dei primi posti in cui si professava una “dottrina” vegetariana spirituale laica ed ecologista (termini quasi sconosciuti negli anni’80 quando sorse l’associazione) molti furono i riferimenti all’esperimento “anomalo” in corso a Calcata.
Anche la Guida Mondadori “Il mangiar sano” si è interessata di noi e pubblicò una divertente pagina sul Circolo. (P.D’A)
Lazio. Calcata (Vt) – Circolo vegetariano VV.TT.
Ormai un po’ da per tutto si possono trovare stages per manager, per imprenditori, per venditori d’assalto e per tutta la bella compagnia; qui in provincia di Viterbo ci sono persino gli stages naturisti: diventa vegetariano in 48 ore.
“Questo non è un ristorante -ci dice il presidente del Circolo, Paolo D’Arpini- noi amiamo chiamarlo ‘punto d’incontro vegetariano’ in cui si può anche mangiare, come in un convento”.
Ormai un po’ da per tutto si possono trovare stages per manager, per imprenditori, per venditori d’assalto e per tutta la bella compagnia; qui in provincia di Viterbo ci sono persino gli stages naturisti: diventa vegetariano in 48 ore.
“Questo non è un ristorante -ci dice il presidente del Circolo, Paolo D’Arpini- noi amiamo chiamarlo ‘punto d’incontro vegetariano’ in cui si può anche mangiare, come in un convento”.
E’ vero perché questo posto è proprio tutto meno che un ristorante. Insediatosi a Calcata, nella splendida valle del Treja, il Circolo VV.TT. (che sta per vege vege – tariano tariano) è una occasione originale per entrare in contatto diretto con la natura. Tra l’indiano e il francescano. I soci cucinano e servono in sala a turni stabiliti, come in un monastero indiano. Se partecipate ad una loro scampagnata i cibi che mangerete saranno quelli che siete riusciti a
reperire durante il giorno. Se vi fermate solo a mangiare aspettatevi frutta, verdura, legumi, tutto coltivato in zona o nell’orto. Anche il vino è del luogo: quello che c’è c’è, buono o cattivo secondo l’annata. L’acqua è quella di sorgente.
reperire durante il giorno. Se vi fermate solo a mangiare aspettatevi frutta, verdura, legumi, tutto coltivato in zona o nell’orto. Anche il vino è del luogo: quello che c’è c’è, buono o cattivo secondo l’annata. L’acqua è quella di sorgente.
Tutto ciò può spaventare, è vero, ma può anche stimolare curiosità che la vita cittadina ci costringe a sopire. Semplice e candida povertà, si cucina, si serve e si mangia quello che c’è, in una sorta di fraterna condivisione. Dal pane integrale alle verdure stagionali. Gli animali sono sacri, quindi scordatevi la carne. I condimenti son fatti con le erbe raccolte personalmente nella valle e con qualche olio locale, naturalmente d’oliva.
Giudizio: MM VRPAFR – Commento: il Circolo esce troppo dagli schemi più classici di giudizio per poter rendere serena la votazione. Voto di mezzo quindi per salvare capra e cavoli. Con una avvertenza: non venite fin quaggiù per mangiare. Venite per ritrovare antichi ritmi. Spesso le sostanze più necessarie alla vita sono anche le più impalpabili.
Edizione 1991 – Guida Mondadori – Il Mangiar Sano
Interno del VV.TT.
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