Tra gli ecologisti emerge a volte un risentimento che sconfina nell'astio più malevolo... che uno si chiede ma che vogliono e chi si credono di essere. Alla larga da loro!
Il momento è propizio, conviene (e non è un programma politico), abbassare i toni per essere più "lenti, più dolci, più profondi" e molto altro, che potrebbe voler dire:
discrezione
tenere o essere prossimi alla fascia sociale più bassa
buona educazione
ironia
non sgomitare,
tolleranza,
rifiuto del tragico
decenza
sopportazione
sobrietà
praticare il rifiuto di ogni esibizione pubblica come nuovo piacere
orrore verso che alza la voce e tutto ciò che è sconveniente
passioni silenziose
autenticità
esperienze vere
porsi nel mondo ben decisi a non essere del mondo.
Diffidare di tutti quelli che vivono solo di lotta e di impegno, che spaccano in quattro le parole e le azioni degli altri, che hanno risposte a tutti le domande di senso, quelli che hanno soluzioni ai problemi, che agiscono, prendono decisioni, fanno programmi e piani d'azione anche in vista di una politica ecologica.
“No, questo no - diceva Gregory Bateson - cercando di fare qualcosa non facciamo altro che aggravare la situazione. Bisogna aspettare, riflettere...”
Quale stato mentale permette di liberarsi dalla finalità cosciente per arrivare ad agire non agendo, come la natura?"
Roberto Papetti
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