Zazen è una profonda assenza di attività: non fai nulla all’esterno, non fai nulla all’interno.
Non è nemmeno meditazione, perché quando mediti stai ancora compiendo una sorta di sforzo, stai cercando di fare qualcosa: cantare un mantra, ricordare dio o persino ricordare te stesso. E questi sforzi creano delle increspature, questi sforzi creano delle vibrazioni e la tua esperienza diventa corrotta, non è più innocente. Zazen significa: siediti e stai seduto, nient’altro. Non c’è fare da parte del corpo, non c’è fare da parte della mente. È uno stato di non fare. Questo non significa che sei addormentato, perché anche il sonno è un fare. Ciò non significa che tu sia morto, perché se sei morto non puoi stare semplicemente seduto. Significa semplicemente che sei immensamente vivo, intensamente vivo, un fuoco di essere, ma non vai da nessuna parte. Sei una riserva di energia in attesa profonda. Stai solo aspettando che succeda qualcosa, senza tuttavia aspettarti nulla, perché l’aspettativa creerebbe nuovamente un’increspatura del pensiero e la mente entrerebbe in funzione. Tutto è sospeso. Respiri ed è tutto ciò che fai. Ma non è un fare, perché il respiro va da sé. Non devi fare altro che stare seduto in silenzio. 1
Un uomo che ha fatto esperienza di Zazen sa semplicemente che tutto ciò che arriva davanti agli occhi è semplicemente fenomenico, va e viene, proprio come le nuvole e i fiori. Tutto nel mondo, tranne il tuo essere, continua a evolversi in nuove forme. Trovare se stessi è trovare il centro del ciclone. Il mondo intero è un ciclone, ma una volta trovato il tuo centro, il ciclone scompare. Lo specchio rimane vuoto. Questo vuoto è buddhità. Questo nulla è la vetta suprema della coscienza. Un uomo che pratica Zazen arriva al punto di rendersi conto che tutto ciò che è visto è fenomenico. È fatto della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni. Tutto continua a mutare. Questa è la definizione orientale di realtà e irrealtà. Irrealtà significa semplicemente ciò che muta. Eri un bambino, eri un giovane, diventerai vecchio. Questo è fenomenico, è irreale. Ma c’è qualcosa in te che non diventa mai nient’altro che se stesso. Nell’infanzia è lo stesso, nella giovinezza è lo stesso, nella vecchiaia è lo stesso. Nella morte è lo stesso. Un uomo di meditazione conosce il suo essere eterno. Il suo essere immortale. Non c’è morte per lui. 2
Cosa succede quando stai semplicemente seduto? Tutta l’energia che si muoveva nel corpo, fuori dal corpo, nelle azioni, non si muove più. Diventi un lago di energia. L’energia continua a raccogliersi, diventi una riserva. Nello Zazen non ti è nemmeno permesso ondeggiare o muovere il corpo, nemmeno un leggero movimento, quindi non investi alcuna energia nell’azione; tutta l’energia resta a tua disposizione. Continua a scivolare dentro. Ti riempie. Inizia a straripare. Quando arriva il momento in cui straripa, c’è il satori.
Satori è il momento in cui l’energia straripa.
Il pensiero si ferma un po’ alla volta. Ci vuole tempo, quasi tre giorni è il tempo. Se pratichi giorno e notte, continuamente, nel giro di tre giorni arriva il momento in cui l’energia è così tanta che semplicemente esplode.
Tutto si calma: un lampo improvviso all’interno. Tutto diventa chiaro: la chiarezza della percezione è raggiunta. Questo è ciò che in Giappone chiamano satori.
Io lo chiamo meditazione. È ciò che lo Zen chiama Zazen: stai semplicemente seduto, in un’attesa infinita... Osservi, sei vigile, consapevole, non vai da nessuna parte... E accade il miracolo dei miracoli… Ciò che stavi cercando e non sei mai riuscito a trovare, accade all’improvviso. 3
Questo è il significato della parola “zazen”. “Za” significa stare seduti senza fare nulla. E “zen” significa: mentre stai seduto senza fare nulla ricadi su te stesso, incontri te stesso, vedi te stesso. Questo è zen, dhyana, meditazione.
La parola “zazen” è bellissima.
“Seduti a guardare dentro di sé”, questo è il significato.
L’uomo è più della somma dei suoi atti, dei suoi pensieri, dei suoi sentimenti. Dietro gli atti, i pensieri e i sentimenti c’è un altro uomo: ciò che è, ciò che è essenzialmente. Ma molto raramente, se non mai, qualcuno si mostra nel suo essere essenziale. Pochissimi raggiungono quel punto del loro essere essenziale, il fondamento del loro stesso essere. E coloro che lo raggiungono, e solo loro, sanno che la vita è una benedizione. Una gioia pura, una festa eterna. 4
La vera padronanza accade quando non è più necessario alcuno sforzo, quando tutti gli sforzi possono essere abbandonati. La vera padronanza accade quando non è più necessario alcun metodo, quando tutti i metodi possono essere abbandonati. La vera padronanza è quando la meditazione non è più una cosa da fare, ma è diventata il tuo stato.
Ci vivi, ci cammini, ti ci siedi: “Seduto nello Zen, camminando nello Zen”.
Ci mangi dentro, ci dormi dentro. CI SEI DENTRO!
Arriverà quel momento.
Ma all’inizio devi andarci con tutta la tua energia. Ricorda, così come l’acqua evapora a cento gradi – non a novantanove, non a novantanove virgola nove, ma esattamente a cento gradi – così quando metti in gioco la tua energia totale, cento gradi, immediatamente il metallo si trasforma in oro. Immediatamente l’energia che si stava spegnendo fa un giro di centottanta gradi e due occhi diventano uno solo. E dopo, tutto ciò che è interiore e tutto ciò che è esteriore si illumina. 5
Se ti siedi semplicemente e non fai nulla, a poco a poco la mente si assesta, perché non c’è niente da fare, non è più necessaria. All’inizio si ribella, pensa di più e i pensieri turbinano in un folle vortice interiore, ma se continui a stare seduto, perdono la loro ragione di essere. A poco a poco la polvere si deposita, i pensieri scompaiono, appaiono gli intervalli. In quegli intervalli, è possibile la comprensione. Quando i pensieri non ci sono, pensare è possibile. Quando non hai pensieri nella mente, tutta l’energia che è impegnata a pensare, nei pensieri, è rilasciata, diventa la tua consapevolezza.3
Testi di Osho tratti da:
1. Come Follow To You, Vol. 4 #5
2. The Original Man #6
3. Nirvana The Last Nightmare #2
4. This Body The Buddha #6
5. The Secret of Secrets, Vol.1 #9
Fonte: Osho Times n. 287
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