"C’è un grande mistero che attornia l’universo intero a partire dall’enigma più complesso che è l’uomo, tentare di scoprirne tutta la profondità scardinando l’arroganza dogmatica che preclude la mente alla speculazione, costituisce per l’uomo il massimo bene"
(Stefano Andreoli)
Ascoltatemi spiriti del Vento,
essenze immortali
abitanti delle pieghe nascoste
dell’aria, delle rocce, delle acque.
Oso invocarvi
e presentarmi dinanzi a voi
per compiere il mio passaggio
a cui mi preparo
nel cielo di una notte d’estate,
investito dal caldo mormorio dei grilli,
inumidito dalla rugiada
che bagna il muschio,
stremato nel desiderio
di correre verso un destino
che mi avvolgerà
come un non visto mantello…
da vincitore o da vinto io non so.
Vorrò però essere ricordato
come uno che ha provato
a parlare con voi,
e voi ascoltare,
per apprendere così
la poca o molta saggezza
che si può richiedere
a un sorso d’acqua gelida,
al fuoco notturno degli amici,
al pianto solitario di un bimbo
che accende la pianura di suoni
che non le appartengono,
ma che grata accetta,
come il passo silenzioso del viandante
che la rende sacra
con l’amore del suo andare.
essenze immortali
abitanti delle pieghe nascoste
dell’aria, delle rocce, delle acque.
Oso invocarvi
e presentarmi dinanzi a voi
per compiere il mio passaggio
a cui mi preparo
nel cielo di una notte d’estate,
investito dal caldo mormorio dei grilli,
inumidito dalla rugiada
che bagna il muschio,
stremato nel desiderio
di correre verso un destino
che mi avvolgerà
come un non visto mantello…
da vincitore o da vinto io non so.
Vorrò però essere ricordato
come uno che ha provato
a parlare con voi,
e voi ascoltare,
per apprendere così
la poca o molta saggezza
che si può richiedere
a un sorso d’acqua gelida,
al fuoco notturno degli amici,
al pianto solitario di un bimbo
che accende la pianura di suoni
che non le appartengono,
ma che grata accetta,
come il passo silenzioso del viandante
che la rende sacra
con l’amore del suo andare.
(Simone Sutra)
L'abisso
Tra me e la mia coscienza
c' è un abisso
nel cui fondo invisibile scorre
il rumore di un fiume lontano dai soli,
il cui suono reale è cupo e freddo -
Ah, in qualche punto del pensare della nostra anima,
freddo e scuro e incredibilmente vecchio,
in se stesso e non nella sua dichiarata apparenza.
Il mio ascoltare è diventato il mio vedere
quel sommerso fiume senza luogo.
Il suo rumore silenzioso libera sempre
il mio pensiero dal potere del mio pensiero di sognare.
Una temibile realtà appartiene
a quel fiume di mute, astratte canzoni
che parlano della non realtà
del suo andare verso nessun mare.
Ecco! Con gli occhi del mio sognato sentire
io sento il non visto fiume trasportare
verso dove non va tutte le cose
di cui è fatto il mio pensiero - il Pensiero
in Sé, e il Mondo, e Dio, che
fluttuano in quell'impossibile fiume.
Ah, le idee di Dio, del Mondo,
di Me stesso e del Mistero,
come da uno sconosciuto bastione colpito,
scorrono con quel fiume verso quel mare
che non ha raggiunto né raggiungerà mai
e apparterrà al suo moto legato alla notte.
Oh, ancora verso quel sole su quella spiaggia
di quell'inattingibile oceano!
(Fernando Pessoa)
Tra me e la mia coscienza
c' è un abisso
nel cui fondo invisibile scorre
il rumore di un fiume lontano dai soli,
il cui suono reale è cupo e freddo -
Ah, in qualche punto del pensare della nostra anima,
freddo e scuro e incredibilmente vecchio,
in se stesso e non nella sua dichiarata apparenza.
Il mio ascoltare è diventato il mio vedere
quel sommerso fiume senza luogo.
Il suo rumore silenzioso libera sempre
il mio pensiero dal potere del mio pensiero di sognare.
Una temibile realtà appartiene
a quel fiume di mute, astratte canzoni
che parlano della non realtà
del suo andare verso nessun mare.
Ecco! Con gli occhi del mio sognato sentire
io sento il non visto fiume trasportare
verso dove non va tutte le cose
di cui è fatto il mio pensiero - il Pensiero
in Sé, e il Mondo, e Dio, che
fluttuano in quell'impossibile fiume.
Ah, le idee di Dio, del Mondo,
di Me stesso e del Mistero,
come da uno sconosciuto bastione colpito,
scorrono con quel fiume verso quel mare
che non ha raggiunto né raggiungerà mai
e apparterrà al suo moto legato alla notte.
Oh, ancora verso quel sole su quella spiaggia
di quell'inattingibile oceano!
(Fernando Pessoa)
"Prendi un sorriso,
regalalo a chi non l’ha mai avuto.
Prendi un raggio di sole,
fallo volare là dove regna la notte.
Scopri una sorgente,
fa bagnare chi vive nel fango.
Prendi una lacrima,
posala sul volto di chi non ha pianto.
Prendi il coraggio,
mettilo nell’animo di chi non sa lottare.
Scopri la vita,
raccontala a chi non sa capirla.
Prendi la speranza,
e vivi nella sua luce.
Prendi la bontà,
e donala a chi non sa donare.
Scopri l’amore,
e fallo conoscere al mondo".
(Mohandas Karamchand Gandhi)
regalalo a chi non l’ha mai avuto.
Prendi un raggio di sole,
fallo volare là dove regna la notte.
Scopri una sorgente,
fa bagnare chi vive nel fango.
Prendi una lacrima,
posala sul volto di chi non ha pianto.
Prendi il coraggio,
mettilo nell’animo di chi non sa lottare.
Scopri la vita,
raccontala a chi non sa capirla.
Prendi la speranza,
e vivi nella sua luce.
Prendi la bontà,
e donala a chi non sa donare.
Scopri l’amore,
e fallo conoscere al mondo".
(Mohandas Karamchand Gandhi)
Sulla spiaggia di mondi infiniti
i bimbi s'incontrano con grida e danze.
Fanno castelli di sabbia
e si baloccano con vuote conchiglie.
Intessono barchette di foglie secche
e sorridendo le fan galleggiare
sull'immensa distesa del mare.
I bimbi giocano sulla sponda dei mondi.
(Rabindranarh Tagore)
i bimbi s'incontrano con grida e danze.
Fanno castelli di sabbia
e si baloccano con vuote conchiglie.
Intessono barchette di foglie secche
e sorridendo le fan galleggiare
sull'immensa distesa del mare.
I bimbi giocano sulla sponda dei mondi.
(Rabindranarh Tagore)
Le lampade sono diverse la Luce è la stessa...
Ci sono così tante luci abbaglianti
nel negozio di lampade
del cervello morente;
dimenticati di loro.
Concentrati nell'essenza,
concentrati nella luce.
La luce fluisce verso di te da tutte le cose,
tutte le persone, tutte le possibili combinazioni
del bene e del male, tutti i pensieri
e tutte le passioni.
Le lampade sono diverse ma la luce è la stessa.
Una sostanza, un'energia, una luce, una mente-luce,
che emette tutte le cose, senza fine.
Un diamante rotante e bruciante,
uno, uno, uno.
Spogliati davanti al silenzio avvolgente ed amorevole.
Resta lì,
finché non vedi la luce con i suoi stessi occhi eterni.
Jallaluddin Mohammad Rumi (poeta persiano del XIII° secolo)
Ci sono così tante luci abbaglianti
nel negozio di lampade
del cervello morente;
dimenticati di loro.
Concentrati nell'essenza,
concentrati nella luce.
La luce fluisce verso di te da tutte le cose,
tutte le persone, tutte le possibili combinazioni
del bene e del male, tutti i pensieri
e tutte le passioni.
Le lampade sono diverse ma la luce è la stessa.
Una sostanza, un'energia, una luce, una mente-luce,
che emette tutte le cose, senza fine.
Un diamante rotante e bruciante,
uno, uno, uno.
Spogliati davanti al silenzio avvolgente ed amorevole.
Resta lì,
finché non vedi la luce con i suoi stessi occhi eterni.
Jallaluddin Mohammad Rumi (poeta persiano del XIII° secolo)
Tu sei la via, l’irraggiungibile metà, l’unico Signore.
In te le leggi muoiono come fiumi nel mare.
Di quanto esiste tu sei il sostentamento e il pane, non placabile la
tua fame d’amore.
Non estinguibile la tua sete.
I tempi sono l’inconsutile veste, gli spazi i calzari dei piedi.
Tu sei nell’agonia dell’uomo, nel grido dell’animale ferito, Tu
l’elevata cima del monte, e l’aquila che cala nel piano.
Tu il canto del piccolo sotto il cuore della madre, e il grido
vittorioso del bimbo che nasce.
Tu la melodia sulle labbra dell’amante, e la luce gioconda negli occhi
dell’amata.
Sulla soglia della morte tu sei la vita, il lenimento nelle torture del male.
Tu la mano che dà fiducia all’ansioso, e il segreto rimprovero all’orgoglioso.
Tu la castità dell’acqua, e la luce del sole e delle stelle.
Tu il suono che si placa nel silenzio, e la santità dei libri sacri.
Tu la solidità del Reale, il Bene che consuma il male e la santità che
va oltre il bene.
Dhan Gopal Mukerji
In te le leggi muoiono come fiumi nel mare.
Di quanto esiste tu sei il sostentamento e il pane, non placabile la
tua fame d’amore.
Non estinguibile la tua sete.
I tempi sono l’inconsutile veste, gli spazi i calzari dei piedi.
Tu sei nell’agonia dell’uomo, nel grido dell’animale ferito, Tu
l’elevata cima del monte, e l’aquila che cala nel piano.
Tu il canto del piccolo sotto il cuore della madre, e il grido
vittorioso del bimbo che nasce.
Tu la melodia sulle labbra dell’amante, e la luce gioconda negli occhi
dell’amata.
Sulla soglia della morte tu sei la vita, il lenimento nelle torture del male.
Tu la mano che dà fiducia all’ansioso, e il segreto rimprovero all’orgoglioso.
Tu la castità dell’acqua, e la luce del sole e delle stelle.
Tu il suono che si placa nel silenzio, e la santità dei libri sacri.
Tu la solidità del Reale, il Bene che consuma il male e la santità che
va oltre il bene.
Dhan Gopal Mukerji
Né corde annodate, né legami... né scioglimento, nè comprensione...
Parole vuote che non possono avere un senso svaniscono come le tenebre all'alba...
Saul Arpino
Parole vuote che non possono avere un senso svaniscono come le tenebre all'alba...
Saul Arpino
Io sono quell’assoluta essenza priva di limiti, dinnanzi alla quale l’intelletto ammutolisce, come un bambino.
Certi mi chiamano Allah… altri Signore. Accetto ogni attributo ed ogni nome. Per me il tempio, la moschea o la chiesa sono uguali.
Né dualità né non-dualità si associano a me. Oltre me nulla era, è o sarà.
Tutte le rose e tutte le spine del mondo non sono altro che me.
Sono l’amico ed anche il nemico.
Se c’è una riva da questa parte, sono io.
Se c’è una riva da quella parte, sono io.
Sono il legame del legato e la libertà del libero….
È la mia bellezza che tocca il cuore del mondo, sono io che do fragranza alla rosa, brillantezza ai gioielli, i belli debbono a me il loro potere d’attrarre.
Do l’oro al sole e l’argento alla luna, e loro danzano in ubbidienza, e le stelle della Via Lattea brillano chiamandomi, ma dove potrei andare?
Sono già presente nei loro occhi!
Swami Rama Tirtha
Certi mi chiamano Allah… altri Signore. Accetto ogni attributo ed ogni nome. Per me il tempio, la moschea o la chiesa sono uguali.
Né dualità né non-dualità si associano a me. Oltre me nulla era, è o sarà.
Tutte le rose e tutte le spine del mondo non sono altro che me.
Sono l’amico ed anche il nemico.
Se c’è una riva da questa parte, sono io.
Se c’è una riva da quella parte, sono io.
Sono il legame del legato e la libertà del libero….
È la mia bellezza che tocca il cuore del mondo, sono io che do fragranza alla rosa, brillantezza ai gioielli, i belli debbono a me il loro potere d’attrarre.
Do l’oro al sole e l’argento alla luna, e loro danzano in ubbidienza, e le stelle della Via Lattea brillano chiamandomi, ma dove potrei andare?
Sono già presente nei loro occhi!
Swami Rama Tirtha
...C’è mai stato un momento in cui io non sia stato me stesso?
Cos’è questo io che così fortemente sento e percepisco, questo io è la sola realtà che conosco, è coscienza assoluta e indivisibile.
Tutto ciò che appare in questa coscienza, le immagini che osservo,
tutto ciò che si manifesta davanti all’io è un oggetto, questo corpo è un oggetto, questa mente è un oggetto, le forme variopinte del mondo sono solo oggetti...
Le qualità, le sensazioni, le attrazioni e repulsioni che appaiono nel campo della coscienza, sono proiezioni come lo sono i sogni che appaiono al sognatore.
Se io non sono chi è?
Ma poi come posso immaginare separazione fra l’io ed il tu?
Tutto si risolve nella stessa realtà, unica ed indivisibile, inspiegabile perché non vi è nessuno a cui poterla spiegare….
Questo io sono, in cui anche l’ipotetico altro si riconosce nell'io sono….
Saul Arpino
Cos’è questo io che così fortemente sento e percepisco, questo io è la sola realtà che conosco, è coscienza assoluta e indivisibile.
Tutto ciò che appare in questa coscienza, le immagini che osservo,
tutto ciò che si manifesta davanti all’io è un oggetto, questo corpo è un oggetto, questa mente è un oggetto, le forme variopinte del mondo sono solo oggetti...
Le qualità, le sensazioni, le attrazioni e repulsioni che appaiono nel campo della coscienza, sono proiezioni come lo sono i sogni che appaiono al sognatore.
Se io non sono chi è?
Ma poi come posso immaginare separazione fra l’io ed il tu?
Tutto si risolve nella stessa realtà, unica ed indivisibile, inspiegabile perché non vi è nessuno a cui poterla spiegare….
Questo io sono, in cui anche l’ipotetico altro si riconosce nell'io sono….
Saul Arpino
"La breve euforia che sperimentiamo gratificando i sensi è molto vicina a quel che il tossicomane prova quando indulge nel suo vizio. Il provvisorio sollievo sarà presto seguito dalla brama di averne ancora"
(Tenzin Gyatso)
(Tenzin Gyatso)
"Spesso ci chiediamo come conciliare il mondo materiale con quello spirituale e come viverli insieme..[...] Chiaro che viviamo prima di tutto in quello materiale, ma il fatto che quello spirituale, soprattutto all’inizio, abbia una natura così opposta a quello materiale ci porta a cercare di "demolirlo" o rivestirlo di significati materiali che non ha..[....] Una volta raggiunto un certo conseguimento interiore le cose si chiariranno da sole.... Anche quando cerchiamo di trasmettere ad altri i contenuti e pure quando si cerca sempre di mettere ogni cosa nel contesto giusto e chiarire quanto ciò di cui si parla sia collegato o meno alla realtà materiale ed alla nostra percezione" (Anonimo)
Meditazione è la scoperta che
la meta dell'esistenza
è sempre raggiunta
nell'istante presente
(Alan Watts)
la meta dell'esistenza
è sempre raggiunta
nell'istante presente
(Alan Watts)
...Il grido sta all'inizio della vita dell'uomo sulla terra. Il grido di caccia, di guerra, d'amore, di terrore, di gioia, di dolore, di morte. Ma anche gli animali gridano, e per l'uomo primitivo grida anche il vento e la terra, la nube e il mare, l'albero, la pietra, il fiume. Ma solo l'uomo si raccoglie attorno al proprio grido, in assenza degli eventi che l'hanno provocato. Al grido sono legati gli aspetti decisivi dell'esistenza e nella rievocazione del grido le più antiche comunità umane non solo scorgono le trame che le formano, ma annodano stabilmente i fili della trama, cioè si stabiliscono e confermano nel loro essere comunità umane. L'intera vita dei popoli più antichi si raccoglie attorno alla rievocazione del grido, cioè attorno al canto. E il canto avvolge i viventi ben più strettamente del calore dei fuochi attorno cui essi stanno"
(Emanuele Severino)
(Emanuele Severino)
Il più bello dei mari
è quello che non navigammo
il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto
i più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti
e quello
che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto
Nazim Hikmet
è quello che non navigammo
il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto
i più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti
e quello
che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto
Nazim Hikmet
"Fu nefasta e temibile l’età del tempo
Di profonda e irrimediabile povertà
Quando ancora non si distingueva l’aurora dal tramonto
Quando l’aria della prima origine mischiata a torbida
E instabile umidità al fuoco ed alla furia dei venti
Celava il cielo e gli astri
Come può la vista sopportare l’uccisione di esseri
Che vengono sgozzati e fatti a pezzi
Non ripugna il gusto berne gli umori e il sangue
Le carni agli spiedi crude
E c’era come un suono di vacche
Non è mostruoso desiderare di cibarsi
Di un essere che ancora emette suoni
Sopravvivono i riti di sarcofagia e cannibalismo".
(Sarcofagia di Plutarco)
Di profonda e irrimediabile povertà
Quando ancora non si distingueva l’aurora dal tramonto
Quando l’aria della prima origine mischiata a torbida
E instabile umidità al fuoco ed alla furia dei venti
Celava il cielo e gli astri
Come può la vista sopportare l’uccisione di esseri
Che vengono sgozzati e fatti a pezzi
Non ripugna il gusto berne gli umori e il sangue
Le carni agli spiedi crude
E c’era come un suono di vacche
Non è mostruoso desiderare di cibarsi
Di un essere che ancora emette suoni
Sopravvivono i riti di sarcofagia e cannibalismo".
(Sarcofagia di Plutarco)
E' dolce, mentre nel mare i venti sconvolgono le acque
guardare dalla terra la grande fatica di un altro;
non perchè il tormento di qualcuno sia un giocondo piacere,
ma perchè è dolce vedere da quali mali tu stesso sia immune.
Dolce è anche contemplare grandi contese di guerra
apprestate nei campi senza che tu partecipi al pericolo.
Ma nulla è più piacevole che star saldo nelle serene regioni
elevate, ben fortificate dalla dottrina dei sapienti,
donde tu possa volgere lo sguardo laggiù, verso gli altri,
e vederli errare qua e là e cercare, andando alla ventura,
la via della vita,gareggiare d'ingegno, rivaleggiare di nobiltà,
adroparsi notte e giorno con soverchiante fatica
per assurgere a somma ricchezza e impradonirsi del potere.
O misere menti degli uomini, o petti ciechi!
In che tenebre di vita e tra quanto grandi pericoli
si consuma questa esistenza, quale che sia! E come non vedere
che niente altro la natura latrando reclama, se non che il dolore
sia rimosso e sia assente dal corpo, e nella mente essa goda
di un senso giocondo, libera da affanno e timore?
(Tito Lucrezio)
guardare dalla terra la grande fatica di un altro;
non perchè il tormento di qualcuno sia un giocondo piacere,
ma perchè è dolce vedere da quali mali tu stesso sia immune.
Dolce è anche contemplare grandi contese di guerra
apprestate nei campi senza che tu partecipi al pericolo.
Ma nulla è più piacevole che star saldo nelle serene regioni
elevate, ben fortificate dalla dottrina dei sapienti,
donde tu possa volgere lo sguardo laggiù, verso gli altri,
e vederli errare qua e là e cercare, andando alla ventura,
la via della vita,gareggiare d'ingegno, rivaleggiare di nobiltà,
adroparsi notte e giorno con soverchiante fatica
per assurgere a somma ricchezza e impradonirsi del potere.
O misere menti degli uomini, o petti ciechi!
In che tenebre di vita e tra quanto grandi pericoli
si consuma questa esistenza, quale che sia! E come non vedere
che niente altro la natura latrando reclama, se non che il dolore
sia rimosso e sia assente dal corpo, e nella mente essa goda
di un senso giocondo, libera da affanno e timore?
(Tito Lucrezio)
Chiudi gli occhi e vedrai con chiarezza
Smetti di ascoltare e sentirai la verità.
Resta in silenzio e il tuo cuore potrà cantare.
Non cercare il contatto e troverai l'unione.
Sii quieto e troverai l'onda dello spirito.
Sii delicato e non avrai bisogno di forza.
Sii paziente e compirai ogni cosa.
Sii umile e manterrai la tua integrità.
Meditazione Taoista
Smetti di ascoltare e sentirai la verità.
Resta in silenzio e il tuo cuore potrà cantare.
Non cercare il contatto e troverai l'unione.
Sii quieto e troverai l'onda dello spirito.
Sii delicato e non avrai bisogno di forza.
Sii paziente e compirai ogni cosa.
Sii umile e manterrai la tua integrità.
Meditazione Taoista
Poco a poco stai entrando nella mia assenza
goccia a goccia riempiendo la mia coppa vuota
là dove sono ombra non smetti di apparire
perchè soltanto in te le cose si fanno reali
allontani l'assurdo e mi dai un senso
ciò che ricordo di me è quello che sei
giungo alle tue sponde come un mare invisibile.
Alejandro Jodorowsky
goccia a goccia riempiendo la mia coppa vuota
là dove sono ombra non smetti di apparire
perchè soltanto in te le cose si fanno reali
allontani l'assurdo e mi dai un senso
ciò che ricordo di me è quello che sei
giungo alle tue sponde come un mare invisibile.
Alejandro Jodorowsky
Se lo guardate non potete vederlo;
esso è chiamato senza forma.
Se lo ascoltate non potete udirlo;
esso è chiamato senza suono.
Se tentate di afferrarlo non potete trattenerlo;
esso è chiamato indefinibile.
Nessuno può misurare questi tre al loro fine ultimo
quindi sono fusi in uno.
Esso è in alto, ma non è illuminato.
Esso è in basso, ma non è oscurato.
Esso si estende, senza posa,
e nessun nome gli deve essere dato.
Esso ritorna al nulla.
Esso è chiamato forma senza forma, struttura senza struttura.
Esso è chiamato l'intangibile.
Gli state di fronte, ma non potete vederne le spalle.
Aggrappandovi all'Antica Via (Tao)
controllerete l'inizio dell'oggi:
così conoscerete l'inizio delle cose,
che è l'essenza della Via
(Lao Tzi - Tao-chi)
esso è chiamato senza forma.
Se lo ascoltate non potete udirlo;
esso è chiamato senza suono.
Se tentate di afferrarlo non potete trattenerlo;
esso è chiamato indefinibile.
Nessuno può misurare questi tre al loro fine ultimo
quindi sono fusi in uno.
Esso è in alto, ma non è illuminato.
Esso è in basso, ma non è oscurato.
Esso si estende, senza posa,
e nessun nome gli deve essere dato.
Esso ritorna al nulla.
Esso è chiamato forma senza forma, struttura senza struttura.
Esso è chiamato l'intangibile.
Gli state di fronte, ma non potete vederne le spalle.
Aggrappandovi all'Antica Via (Tao)
controllerete l'inizio dell'oggi:
così conoscerete l'inizio delle cose,
che è l'essenza della Via
(Lao Tzi - Tao-chi)
Lalla è diventata una sillaba luminosa dell’anima.
Non c’è morte. Lalla non c’è nascita né morte.
Tu sei una, non con piacere o difficoltà,
non con desiderio o rabbia.
Tu non cammini con quelli che discutono sulla verità.
L’esperienza divina è continuo stupore.
Offro le azioni di questa vita al Dio interiore,
ed ovunque io vada la via è benedetta!
Lalleswari
Non c’è morte. Lalla non c’è nascita né morte.
Tu sei una, non con piacere o difficoltà,
non con desiderio o rabbia.
Tu non cammini con quelli che discutono sulla verità.
L’esperienza divina è continuo stupore.
Offro le azioni di questa vita al Dio interiore,
ed ovunque io vada la via è benedetta!
Lalleswari
Sosta di carovana nomade
in mezzo alla steppa di seta
fuochi danzanti nel cerchio piumato
corpi ritmati in tamburi di pelle
separazione di ruoli unificati
magia di potenti spiriti appagati
richiama il fiume di sangue selvaggio
che attraversa il percorso dei sogni
Le danze incorporate tremano
vibra la Terra, esulta il Cielo
La carovana scioglie i nodi
i cavalli nitriscono in gloria
La partenza infinita lascia una traccia:
è silenzio divino nella tenda d'Amore gitano.
Nelida Ukmar
in mezzo alla steppa di seta
fuochi danzanti nel cerchio piumato
corpi ritmati in tamburi di pelle
separazione di ruoli unificati
magia di potenti spiriti appagati
richiama il fiume di sangue selvaggio
che attraversa il percorso dei sogni
Le danze incorporate tremano
vibra la Terra, esulta il Cielo
La carovana scioglie i nodi
i cavalli nitriscono in gloria
La partenza infinita lascia una traccia:
è silenzio divino nella tenda d'Amore gitano.
Nelida Ukmar
Il piccolo principe, arrivato sulla Terra, fu molto sorpreso di non vedere nessuno. Aveva già paura di essersi sbagliato di pianeta, quando un anello del colore della luna si mosse nella sabbia.
"Buona notte", disse il piccolo principe a buon conto.
"Buona notte", disse il serpente.
"Su quale pianeta sono sceso?" domando' il piccolo principe.
"Sulla Terra, in Africa", rispose il serpente.
"Ah!.. Ma non c'é nessuno sulla Terra?"
"Qui é un deserto. Non c'é nessuno nei deserti. La Terra é grande", disse il serpente.
Il piccolo principe sedette su una pietra e alzò gli occhi verso il cielo:
"Mi domando", disse, "se le stelle sono illuminate perché ognuno possa un giorno trovare la sua. Guarda il mio pianeta, é proprio sopra di noi... Ma come é lontano!"
"E' bello", disse il serpente, "ma che cosa sei venuto a fare qui?"
"Ho avuto delle difficoltà con un fiore", disse il piccolo principe.
"Ah!" fece il serpente.
E rimasero in silenzio.
"Dove sono gli uomini?" riprese dopo un po' il piccolo principe. "Si é un po' soli nel deserto..."
"Si é soli anche con gli uomini", disse il serpente.
Il piccolo principe lo guardò a lungo.
"Sei un buffo animale", gli disse alla fine, "sottile come un dito!..."
"Ma sono più potente di un dito di un re", disse il serpente.
Antoine de Saint-Exupéry
"Buona notte", disse il piccolo principe a buon conto.
"Buona notte", disse il serpente.
"Su quale pianeta sono sceso?" domando' il piccolo principe.
"Sulla Terra, in Africa", rispose il serpente.
"Ah!.. Ma non c'é nessuno sulla Terra?"
"Qui é un deserto. Non c'é nessuno nei deserti. La Terra é grande", disse il serpente.
Il piccolo principe sedette su una pietra e alzò gli occhi verso il cielo:
"Mi domando", disse, "se le stelle sono illuminate perché ognuno possa un giorno trovare la sua. Guarda il mio pianeta, é proprio sopra di noi... Ma come é lontano!"
"E' bello", disse il serpente, "ma che cosa sei venuto a fare qui?"
"Ho avuto delle difficoltà con un fiore", disse il piccolo principe.
"Ah!" fece il serpente.
E rimasero in silenzio.
"Dove sono gli uomini?" riprese dopo un po' il piccolo principe. "Si é un po' soli nel deserto..."
"Si é soli anche con gli uomini", disse il serpente.
Il piccolo principe lo guardò a lungo.
"Sei un buffo animale", gli disse alla fine, "sottile come un dito!..."
"Ma sono più potente di un dito di un re", disse il serpente.
Antoine de Saint-Exupéry
Oh poeta che destasti l'umano sentir verso il Cielo di questo ramingo tempo, libero pensatore e amabile santo nel dolce grembo della madre che da sempre veglia il tuo sonno.... sia il tuo volto sempre ridente e fiero il tuo passo nella verde cornice gioviale che eleva lodi all'eterna primavera della Vita!
Antonella Pedicelli
Antonella Pedicelli
Lassù, in mezzo al cielo azzurro,
la coppia del sole e della luna vive felicemente:
è il palazzo meraviglioso degli dèi.
A est sulla montagna innevata dal picco di cristallo, il bianco leone delle nevi vive felicemente.
È il re che governa sui quadrupedi,
come segno di grandezza, non mangia carne putrefatta.
Quando scende verso i prati verdi,
possa la tormenta di neve non diventargli nemica!
A sud, al riparo del folto della foresta,
la tigre dal manto striato vive felicemente:
è il campione di tutte le belve,
come segno di coraggio, non esita a sacrificare la vita.
Quando vaga per i sentieri stretti,
possa la trappola non diventarle nemica!
A ovest, nel turchese scintillio del lago
Il pesce dalla pancia bianca vive felicemente;
è il danzatore dell'elemento acqua,
per lo stupore rotea i suoi occhi dorati.
Quando insegue i cibi che desidera,
possa l'amo non diventargli nemico!
A nord sull'immensa roccia rossa,
l'avvoltoio, re degli uccelli, vive felicemente:
è il veggente tra i pennuti.
Meraviglia! Non uccide i suoi simili.
Quando cerca il cibo tra le vette delle tre montagne,
possa la rete non diventargli nemica!
Milarepa
la coppia del sole e della luna vive felicemente:
è il palazzo meraviglioso degli dèi.
A est sulla montagna innevata dal picco di cristallo, il bianco leone delle nevi vive felicemente.
È il re che governa sui quadrupedi,
come segno di grandezza, non mangia carne putrefatta.
Quando scende verso i prati verdi,
possa la tormenta di neve non diventargli nemica!
A sud, al riparo del folto della foresta,
la tigre dal manto striato vive felicemente:
è il campione di tutte le belve,
come segno di coraggio, non esita a sacrificare la vita.
Quando vaga per i sentieri stretti,
possa la trappola non diventarle nemica!
A ovest, nel turchese scintillio del lago
Il pesce dalla pancia bianca vive felicemente;
è il danzatore dell'elemento acqua,
per lo stupore rotea i suoi occhi dorati.
Quando insegue i cibi che desidera,
possa l'amo non diventargli nemico!
A nord sull'immensa roccia rossa,
l'avvoltoio, re degli uccelli, vive felicemente:
è il veggente tra i pennuti.
Meraviglia! Non uccide i suoi simili.
Quando cerca il cibo tra le vette delle tre montagne,
possa la rete non diventargli nemica!
Milarepa
Io sono il femminile.
Io sono il maschile.
Io sono uno e sono entrambi.
Le mie tenebre possono essere difficili.
La mia leggerezza può essere accecante.
Ma in equilibrio c'è armonia.
C'è sempre una scelta da fare.
Quale sarà?
Il precorso di resa, o quello della resistenza?
Entrambi portano alla stessa méta.
Il buio è solo il vuoto.
Che si sposta di volta in volta.
La leggerzza è l'intuizione che gentilmente vi guida dall'interno.
La resistenza è di combattere gli elementi, la resa è di abbracciare il flusso.
Cos'è meglio per voi? L'armonia e la libertà
Oppure il caos e lo scompiglio?
Io sono Yin, e Yang sono. E posso essere tutto ciò in una sola volta.
A voi la scelta da fare.
la Via nobile del Tao!
Io sono il maschile.
Io sono uno e sono entrambi.
Le mie tenebre possono essere difficili.
La mia leggerezza può essere accecante.
Ma in equilibrio c'è armonia.
C'è sempre una scelta da fare.
Quale sarà?
Il precorso di resa, o quello della resistenza?
Entrambi portano alla stessa méta.
Il buio è solo il vuoto.
Che si sposta di volta in volta.
La leggerzza è l'intuizione che gentilmente vi guida dall'interno.
La resistenza è di combattere gli elementi, la resa è di abbracciare il flusso.
Cos'è meglio per voi? L'armonia e la libertà
Oppure il caos e lo scompiglio?
Io sono Yin, e Yang sono. E posso essere tutto ciò in una sola volta.
A voi la scelta da fare.
la Via nobile del Tao!
Dal mattino alla sera, le persone s’incontrano e si salutano,
ma il più delle volte lo fanno meccanicamente, con indifferenza,
senza amore. Persino nelle famiglie, nelle coppie…
Osservate: prima di uscire di casa, il marito bacia la moglie: «Arrivedercicara – arrivederci caro…»
Ma non vi è nulla nel loro bacio, lo fanno per abitudine,
quindi non ne vale la pena, non serve a niente.
Se si dà un bacio a qualcuno, dev’essere per dargli
qualcosa di buono, per vivificarlo, per resuscitarlo.
Ma quali sono gli uomini e le donne che ne sono coscienti?
Per consolarsi, il marito va a baciare la moglie quando è
preoccupato, quando è infelice, comunicandole così la sua
tristezza e il suo scoraggiamento! Quanto alla moglie, che ha
ricevuto quegli stati d’animo, glieli renderà in un modo o nell’altro…
Sì, gli uomini e le donne fanno continuamente scambi fra loro,
ma di quali scambi si tratta? Dio solo lo sa… o
piuttosto sono i diavoli a saperlo!?
Non è proibito baciare qualcuno, tutt’altro, ma bisogna sapere come e quando baciarlo per comunicargli la vita eterna.
Omraam Mikhaël Aïvanhov
ma il più delle volte lo fanno meccanicamente, con indifferenza,
senza amore. Persino nelle famiglie, nelle coppie…
Osservate: prima di uscire di casa, il marito bacia la moglie: «Arrivedercicara – arrivederci caro…»
Ma non vi è nulla nel loro bacio, lo fanno per abitudine,
quindi non ne vale la pena, non serve a niente.
Se si dà un bacio a qualcuno, dev’essere per dargli
qualcosa di buono, per vivificarlo, per resuscitarlo.
Ma quali sono gli uomini e le donne che ne sono coscienti?
Per consolarsi, il marito va a baciare la moglie quando è
preoccupato, quando è infelice, comunicandole così la sua
tristezza e il suo scoraggiamento! Quanto alla moglie, che ha
ricevuto quegli stati d’animo, glieli renderà in un modo o nell’altro…
Sì, gli uomini e le donne fanno continuamente scambi fra loro,
ma di quali scambi si tratta? Dio solo lo sa… o
piuttosto sono i diavoli a saperlo!?
Non è proibito baciare qualcuno, tutt’altro, ma bisogna sapere come e quando baciarlo per comunicargli la vita eterna.
Omraam Mikhaël Aïvanhov
Se talvolta ti ricordassi di me
sapresti chi sono?
Brandelli di emozioni pensieri,
nell’eterno presente,
la coscienza appare inaspettata
e se ne va inaspettatamente.
Ma c’è "qualcuno" che osserva l’andirivieni.
Brandelli di emozioni pensieri,
appiccicati assieme fanno il puzzle dell’io,
disintegrati granelli di polvere
se l’io non c’è.
E’ questo il soggetto?
Io, come dove quando perché, chi….
Paolo D'Arpini
sapresti chi sono?
Brandelli di emozioni pensieri,
nell’eterno presente,
la coscienza appare inaspettata
e se ne va inaspettatamente.
Ma c’è "qualcuno" che osserva l’andirivieni.
Brandelli di emozioni pensieri,
appiccicati assieme fanno il puzzle dell’io,
disintegrati granelli di polvere
se l’io non c’è.
E’ questo il soggetto?
Io, come dove quando perché, chi….
Paolo D'Arpini
La rana schiacciata
C'era una volta un monaco che credeva nella disciplina e che si era attenuto ai precetti per tutta la vita. Mentre stava camminando di notte, calpestò qualcosa che sembrò lamentarsi e immaginò che fosse una rana, una mamma rana piena di uova. Mortificato al pensiero di aver ucciso una rana incinta, quando quella notte il monaco andò a dormire, sognò di essere assalito da centinaia di rane che pretendevano la sua vita. Era assolutamente terrorizzato. Venuto il mattino, il monaco andò a cercare la rana che aveva schiacciato e trovò che invece era soltanto una melanzana troppo matura. In quel preciso momento le incertezze del monaco cessarono di colpo: rendendosi conto che non c'è nulla di concreto nel mondo, per la prima volta fu davvero in grado di mettere questo concetto in pratica nella vita.
Storia Zen
C'era una volta un monaco che credeva nella disciplina e che si era attenuto ai precetti per tutta la vita. Mentre stava camminando di notte, calpestò qualcosa che sembrò lamentarsi e immaginò che fosse una rana, una mamma rana piena di uova. Mortificato al pensiero di aver ucciso una rana incinta, quando quella notte il monaco andò a dormire, sognò di essere assalito da centinaia di rane che pretendevano la sua vita. Era assolutamente terrorizzato. Venuto il mattino, il monaco andò a cercare la rana che aveva schiacciato e trovò che invece era soltanto una melanzana troppo matura. In quel preciso momento le incertezze del monaco cessarono di colpo: rendendosi conto che non c'è nulla di concreto nel mondo, per la prima volta fu davvero in grado di mettere questo concetto in pratica nella vita.
Storia Zen
La nostra vita non è separata dalla Vita.
La nostra esistenza individuale è parte dell’Esistenza totale, inscindibilmente connessa, inseparabile.
Saul Arpino
La nostra esistenza individuale è parte dell’Esistenza totale, inscindibilmente connessa, inseparabile.
Saul Arpino
"Meglio essere pazzo per conto proprio, anzichè savio secondo la volontà altrui (Friedrich Nietzsche)".
«Tu sei costituito di parola,
tu sei costituito di pensiero,
tu sei costituito di beatitudine,
tu sei costituito di Brahman.
Tu sei l’unico,
o tu che sei costituito di essere,
pensiero e beatitudine.
Tu sei il Brahman reso visibile.
Tu sei costituito di conoscenza [assoluta],
sei costituito di conoscenza distintiva».
Ganapati Upanisad
tu sei costituito di pensiero,
tu sei costituito di beatitudine,
tu sei costituito di Brahman.
Tu sei l’unico,
o tu che sei costituito di essere,
pensiero e beatitudine.
Tu sei il Brahman reso visibile.
Tu sei costituito di conoscenza [assoluta],
sei costituito di conoscenza distintiva».
Ganapati Upanisad
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