La familiarità tra le
entità (più note come particelle) subatomiche, in radiestesia
permette il fenomeno cosiddetto della permanenza. Infatti,
restringendo il campo all’agire fra gli uomini, tutte le azioni, i
pensieri e le vibrazioni corporali producono delle emanazioni che
vengono ricevute dalla materia circostante, assorbite da questa, che
ne risuonerà eternamente.
In fisica questo fenomeno
detto della familiarità, è stato osservato e spiegato attraverso il
comportamento correlato (istantaneo e anche a distanza infinita,
sempre al netto della ponderabilità) tra le gli elettroni della
persona e un suo testimone (oggetto appartenuto, capelli, unghie,
ecc).
Questa scoperta del 1997
condotta tra l’INFN di Frascati e il CERN di Ginevra, su gli
elettroni di un atomo d’elio, mostra che i due elettroni restano in
contatto anche se allontanati, mentre non chiarisce (i fisici parlano
di tachioni = particelle veloci), come avviene questo collegamento.
La condizione necessaria perché si instauri questa familiarità, è
che i due elettroni condividano la sorte dello stesso atomo almeno
per un tempo breve.
Personalmente aborrendo
la teoria corpuscolare, figuro che il fluido eterico scorra tra i due
vortici (elettroni), estendendo il suo percorso mentre vengono
allontanati, al pari tra gli oggetti vicini ad una persona (una
stanza), o posseduti, insomma più generalmente testimoni, si
realizza la familiarità eternamente e a qualsiasi distanza, e questa
familiarità si attua tramite la circolazione del fluido eterico tra
gli enti sub atomici della materia di cui sono composti
rispettivamente i testimoni e la persona.
Premesso ciò, è
possibile spiegarsi come negli esperimenti del Dott. Calligaris, i
soggetti bendati, in una stanza in penombra, rilassati, ecc., quindi
stimolati con martelletto freddo, o corrente faradica su specifiche
placche dell’epitelio, vedano in auto scopia (con l’occhio della
mente), semplicemente in presenza degli oggetti testimoni, il loro
proprietario.
La sensibilizzazione
delle placche permette di individuare tra le infinite emanazioni,
quei flussi specifici che legano gli oggetti alla persona, al punto
di condurre la psiche a ricevere l’immagine del proprietario.
Questi flussi permanenti tra un oggetto e il proprietario, o tra due
persone legate da un rapporto anche solo occasionale, costituiscono
una traccia che permette all’occhio della mente di ritrovare l’uno
partendo dall’altro. Le applicazioni del Dott. Calligaris,
neuropatologo, sono sperimentalmente dimostrate e abbracciano, oltre
a quello medico, un campo estesissimo, sia chiaro pari alla quantità
di informazioni che viaggiano nell’etere, provenienti dall’intero
universo fenomenico, nel passato, nel presente e nel possibile
futuro.
Ma se questa è la
spiegazione che lo scibile umano ci permette di congetturare,
restiamo inizialmente senza spiegazione quando sperimentalmente si
verifica la correlazione tra un oggetto e un altro, senza che però
tra questi si sia potuta innescare la condizione di familiarità di
cui sopra. Ad esempio tra una fotografia di un soggetto e il soggetto
stesso, tra la calligrafia (ammettiamo che il foglio possa trattenere
le emanazioni dello scrivano) ed il suo redattore, tra una cartina
geografica e i luoghi, ecc.
In realtà anche in
questi casi la familiarità lavora ancora a nostro favore, essa non è
più diretta tra i due oggetti correlati ma mette in gioco, come in
una catena, tanti di questi sparsi nel tempo e nello spazio, che
collegati perennemente tra loro, restituiscono attraverso una trama
più articolata l’oggetto cercato.
Quando il Buddha effettua
la scoperta scientifica dell’interrelazione tra gli oggetti del
creato, non fa altro, e non è poco, che, attraverso l’indagine
interiore, accorgersi di ciò, ossia di questa fitta tessitura che
unisce tutti i più piccoli elementi materiali dell’universo;
osservando attraverso le infinite correlazioni tutti gli elementi del
mondo fenomenico, di fatto sperimenta la Conoscenza Universale;
contemporaneamente, cosa questa di non minora importanza, Buddha ci
rivela che ogni oggetto e sostenuto nella sua esistenza dalla
relazione che ha con tutto il resto.
Il dott. Calligaris,
conosce bene questi concetti e spende l’intera vita professionale a
ricercare, con un riguardo verso le questioni mediche, il riflesso
dell’universo e dello stesso corpo umano sull’intero tessuto
epiteliale, ben conscio del fatto che nell’universo tutto è
collegato.
Giuseppe Moscatello
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