Psicologia archetipica. Empatia e transfert


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Ho sempre avuto un debole per lo studio della psicologia. In passato
ho scritto anche degli articoli sulla correlazione fra la psicanalisi
ed il Libro dei Mutamenti (I Ching), nonché sulla psicologia
transpersonale e le teorie del Sé profondo vicine alla filosofia
Advaita dell’India.

Inoltre ho intavolato spesso e volentieri discussioni e scambi di
vedute con amici psichiatri, psicologi e psicoterapeuti… a volte
opponendo alla visione tecnicistica della scienza attuale una visione
olistica e psicosomatica.

Nell’analisi psicologica dei soggetti trattati, secondo me, occorre
tener presente che la comprensione degli stati psichici esaminati
nell’individuo “osservato” necessitano di una buona dose di
commistione ed empatia, ovvero lo psicologo deve essere anche un po’
“intrigante e speculativo”.

Intrigante deriva da intrigo (macchinazione, trama, intesa, etc.)
questa parola esprime un sacco di doppi sensi, a volte viene usata
nell’accezione positiva, in quanto una cosa intrigante é interessante,
varia, divertente, attraente… oppure nel senso negativo il che
significa confusa, cunning, con risvolti celati, etc. Il termine
Speculazione esprime un altro aspetto tipico dell’analisi, oltre
quello dello specchiarsi… anche indagine, ricerca, riflessione,
pretesto…

L’empatia ed il transfert sono necessari per la comprensione dei
giochi della mente, la compartecipazione ed il riconoscimento di
condividere tutti gli aspetti esaminati, questo è il solo modo
-secondo me- per poter trovare soluzioni agli squilibri ed alle
disfunzioni della psiche. Perciò lo psicoterapeuta svolge anche una
funzione sacerdotale, sciamanica… e questo non è un atteggiamento
eretico… anzi proprio questo atteggiamento consente di apportare
elementi di guarigione… All’inverso dove c’è assunzione di sanità
nell’osservatore e riconoscimento di insanità nell’osservato, subentra
una sorta di strumentalizzazione della “malattia” e di uso
medico-terapeutico falsato…

Infatti tutti gli esseri umani sono "uguali", nessuno ha il diritto di
considerarsi un essere umano superiore ad un altro. Chi riveste un
ruolo riconosciuto nella società è sempre una persona, alla pari di
ogni altra. Anche chi giudica può essere giudicato e chi riveste ruoli
in una categoria che si presume voglia approfondire la conoscenza
della mente dovrebbe rispettare per primo i principi di cui si fa
garante.

Siccome io personalmente non sono uno psicologo e nemmeno un medico
tutte le mie conclusioni sulla psiche non attingono ad una matrice
scientista.. mi limito allo studio degli archetipi secondo i modelli
zodiacali ed astrologici (nelle varie salse e filoni). E come
anticipato uno dei miei testi preferiti, per l'analisi delle qualità
spazio/temporali (necessarie alla comprensione delle caratteristiche
degli esseri), è il Libro dei Mutamenti.


Paolo D'Arpini


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