Resistenza e Liberazione - 25 aprile 2015: "Appello per l'uscita dell'Italia dalla NATO"




Era un 25 aprile di 70 anni fa.. ma quel giorno non aveva ancora
assunto le valenze ed i significati che oggi gli vengono attribuiti…
La vicinanza con gli eventi drammatici che portarono alla caduta
definitiva del fascismo, avvenuta con l’uccisione di Benito Mussolini
“attorno” al 28 aprile 1945, era troppo calda nella coscienza degli
italiani ancora divisi psicologicamente dalla sanguinosa guerra
civile.

I miei ricordi della guerra sono molto sbiaditi, anche perché quando
nacqui era quasi conclusa… ma un qualcosa la ricordo, un dialogo che
avvenne tra me e mio padre, una mattina in cui la mia curiosità
infantile sulla potenza delle armi fu soddisfatta. Chiedevo a mio
padre: “Papà cosa c’è di più potente di un fucile” – “Un cannone” – “E
più forte del cannone?” “un bombardamento aereo” – “e più forte del
bombardamento?” – “una bomba atomica” – “e più forte della bomba
atomica?” – “più forte della bomba atomica.. c’è solo la stupidità
dell’uomo”. E con ciò il discorso si concluse e compresi il
significato della guerra…

Eppure nella storia umana non sempre gli uomini in armi hanno
significato aggressione ed oppressione, a volte è successo che alcune
comunità si dovessero difendere da aggressioni esterne. Avvenne ai
primordi della civiltà, sin dalla fine del neolitico, momento in cui
le pacifiche comunità matristiche furono attaccate da orde di
guerrieri patriarcali che pian piano riuscirono a conquistare e
dominare il mondo con la forza delle armi. Certo nelle comunità
matristiche ci fu opposizione, alcuni componenti di quelle comunità
-sia uomini che donne- combatterono in difesa della loro cultura
pacifica e contro la prevaricazione maschilista. Probabilmente proprio
dal ricordo di questi combattimenti nacque la leggenda delle amazzoni,
donne combattenti di una società tutta al femminile. Ma anche
successivamente in varie situazioni si poté distinguere fra
aggressione e difesa. Da notare, ad esempio la strenua difesa della
confederazione greca che si oppose all’invasione persiana. Oppure la
difesa dei primi nuclei civili della Cina che si difendevano alle
incursioni e dalle razzie dei mongoli, fra l’altro proprio questa
pressione esterna contribuì a far nascere una coscienza nazionale
cinese.

Ed ancora della Cina antica voglio parlare. In quella civilizzazione
c’era l’usanza della coscrizione obbligatoria per la guerra di difesa
e quell’antica usanza, di creare una forza nata dal popolo, è ben
descritta in uno degli esagrammi del Libro dei Mutamenti, l’I Ching,
un testo che si fa risalire ad almeno cinquemila anni fa. Questo
esagramma si chiama Shih, che significa “esercito”. E sentite il suo
significato: “Nel grembo della terra vi è l’acqua: l’immagine
dell’Esercito. Così il nobile magnanimo verso il popolo accresce e
nutre le masse”

L’immagine dell’esagramma L’Esercito (Shih n. 7) è molto chiara
nell’indicarne il significato. Infatti nell’antichità, in virtù della
coscrizione popolare, i soldati erano presenti nella società come
l’acqua sotto la terra. Ed avendo cura della prosperità del popolo si
otteneva un esercito valoroso. Ed ancora nel commento alla prima
linea. “Un esercito deve servire in buon ordine ed armonia e per
giusta causa. Se ciò non avviene incombe sciagura”.

E ritorniamo al 25 aprile. In verità la cosiddetta “resistenza”
potrebbe essere vista una esemplificazione dell’esagramma Shih. Il
popolo, ribellandosi, aveva costituito una forza per opporsi
all’invasione tedesca. Ma non tutto è oro quel che luccica… infatti è
vero che questa forza popolare combatté contro lo straniero occupante,
non rappresentando comunque la maggioranza degli italiani, perché in
verità questa forza “partigiana” stava aiutando un’altra invasione,
quella angloamericana, che poi si affermò stabilmente ed ancora è
presente sul nostro suolo patrio, in forma di nuclei armati della
NATO.

Dal punto di vista della “sostanza” l’Italia il 25 aprile del 1945 si
liberò da una occupazione, quella nazista, pur feroce ed oppressiva,
per accollarsi quella americana che comunque ha portato con sé un
corollario di gravi sciagure – che non voglio qui menzionare per non
fare la lagna. Però una almeno la vorrei menzionare.

Con la sudditanza ai voleri NATO e con l’acquiescenza alle sue volontà
guerresche pian piano è venuta a mancare la spinta interna ed anche la
“ragione” di un esercito basato sul servizio popolare. Oggi l’esercito
è divenuto una forza mercenaria, mandata a combattere qui e lì sul
pianeta per soddisfare le esigenze degli alleati atlantici, e che
perciò non rappresenta più il “popolo italiano”.

Non sono d’accordo con il sistema corrente di delegare la “difesa
della patria” (scusate l’inadatto eufemismo) ad un esercito a tutti
gli effetti “privato” di forze prezzolate e di specialisti in
aggressione. Credo che eventuale difesa (dico “difesa”…) della nostra
terra e dei suoi abitanti non possa essere delegata a “volontari”
professionisti. E soprattutto che tale difesa e salvaguardia
dell’onore nazionale non possano risultare dalle continue guerre di
aggressione sostenute dai nostri governi e che ledono il principio
stesso costituzionale di rinuncia alla guerra.

Con le armi atomiche e chimiche di distruzione di massa, che ormai
contraddistinguono il sistema militare delle nazioni egemoni, la
presenza di un esercito mercenario è solo un invito all’aggressione. E
la presenza sul suolo patrio di basi munite di arsenali atomici e di
missili (sotto il diretto controllo alieno) non aiuterebbe
assolutamente la causa della difesa della nostra patria.

Perciò sento che in occasione di questo 25 aprile 2015 sia opportuno
chiedere al governo la totale smobilitazione delle forze armate e
l’abbandono della partecipazione alla NATO, facendo dell’Italia una
nazione neutrale pacifica e permettendo, attraverso il risparmio così
effettuato, di affrontare la corrente congiuntura economica.


Paolo D'Arpini



Petizione per l'uscita dell'Italia dalla NATO:
https://www.change.org/p/la-pace-ha-bisogno-di-te-sostieni-la-campagna-per-l-uscita-dell-italia-dalla-nato-per-un-italia-neutrale

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