Buddha ed il Buddhismo, come sorgono nella cultura millenaria dell'India



Oggi mi trovo a dove affrontare il Buddismo e sinceramente non so da dove iniziare, sopratutto non voglio dire quello che è e quello che non è perché spero che siate voi a arrivare a delle conclusioni.

Buddha è nato circa 2500 anni fa nel nord dell'India. Figlio di un piccolo regnante ad un certo momento lasciò il lusso della reggia per cercare di alleviare la popolazione dalla "sofferenza del vivere"
Il buddismo è fondamentalmente è una prassi di vita al fine di ridurre la sofferenza dovuta sostanzialmente all'attaccamento emotivo e intellettuale.

La realtà ultima non si può descrivere e un dio non è la realtà ultima.

Tutti hanno dentro di se la facoltà di raggiungere il risveglio. Si tratta quindi di diventare quello che già si è: "Guarda dentro di te: tu sei un Buddha.

Ci sono stati molti Buddha e molti ce ne saranno ancora. Il buddismo non riconosce alcuna autorità per accertare il vero, tranne l'intuizione del singolo.

Ognuno deve subire le conseguenze dei propri atti e trarne ammaestramento, mentre aiuta i propri simili a raggiungere la stessa liberazione.

I monaci buddisti sono maestri ed esempi, ma in nessun modo sono intermediari tra la realtà ultima e l'individuo.

E' praticata la massima tolleranza verso ogni altra religione e filosofia, perché nessuno ha il diritto di di intromettersi nel viaggio del suo prossimo verso la meta.

Il buddismo è un sistema di pensiero, una religione, una scienza spirituale e un'arte di vivere, ragionevole e pratica e onnicomprensiva.

Per più di duemila anni ha soddisfatto i bisogni spirituali di circa un terzo dell'umanità. Esercita un fascino per l'occidente perchè non ha dogmi, soddisfa al tempon stesso la ragione e il cuore, insiste sulla necessità di fare affidamento su se stessi e d'essere tolleranti verso le altrui opinioni, abbraccia scienza, religione, filosofia, psicologia, etica e arte, ritiene che l'uomo sia il creatore della propria vita attuale e l'artefice del proprio destino.

Il buddismo non è una religione in senso stretto, in quanto priva dell'idea di un dio-persona e quindi di una teologia. I suoi assunti fondamentali sono simili a quelli di molte altre dottrine religiose e insegnamenti "mistici" sviluppatisi in ogni parte del mondo ed in ogni epoca storica.

Quando le falangi macedoni con il loro seguito di filosofi, storiografi, e letterati fecero il loro ingresso nella pianura dell'Indo tra il 327 e il 326 a.C, i greci entrarono in diretto contatto con l'antichissima civiltà indiana, che già parecchi secoli prima della nascita della filosofia ellenica aveva elaborato idee filosofiche di una profondità ed astrattezza del tutto sconosciute ai popoli del Mediterraneo.

Buddha aveva fondato la sua comunità da circa due secoli mentre la memoria dei "Veda" i libri sacri dell'induismo era già millenaria.
Il buddismo si fonda sulla convinzione che la sofferenza e il mal-di-esistere derivano proprio dall'attaccamento alla vita e dall'illusione individuale e collettiva di poter padroneggiare la realtà.

Desiderio e sofferenza sono intrinsecamente connessi e il buddismo tende all'estinzione dell'individualità, allo smascheramento della natura illusoria.


Roberto Anastagi

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.