C’è una pagina della fenomenologia di Hegel, in cui Hegel sottolinea il piacere che ha il bambino nel gettare i sassolini nell’acqua. Perché questo è importante? Perché è il momento in cui il piccolo bambino sperimenta sé stesso come capace di trasformare la realtà, di cambiarla.
Appunto, non è solo al livello del “perché?”, ma è già al livello del “percome?” Come posso usare la situazione esistente, come posso cambiarla, quali son gli strumenti.
Un'altra pagina importante a cui fare riferimento, è una pagina di Leibniz, quando si discuteva dell’esistenza o meno delle sirene. Leibniz risponde: “quando non sia possibile mostrare la maniera in cui qualcosa si può costruire, quella cosa non esiste”. Capisco che questo è un pensiero formidabile perché è proprio il passaggio pieno dal perché al percome e l’enfasi è proprio sulla capacità di operare nel mondo cambiandolo perché si è compreso come il mondo funziona.
Quindi mi sembra chiaro che è sicuramente un elemento positivo il passaggio tra le due domande, e dirò di più: va particolarmente enfatizzato questo oggi, per una esperienza che abbiamo tutti quanti: sull’autobus, all’ufficio postale, per la strada, al bar ecc.; noi incontriamo sempre gente che protesta contro loro. “Loro”, non si sa mai chi siano esattamente, ma son quelli che fanno le leggi, che mettono le tasse ecc., e si arriva anche alla conclusione: “sono tutti uguali arrivati a quel posto”, ma nessuno si pone il problema: “ma perché ci vanno loro a quel posto, e non mi faccio IO, insieme ai miei compagni di lavoro, autore del mondo, autore dell’organizzazione sociale.
Questo passaggio, questa presa di coscienza della capacità e del diritto in realtà e dovere, del singolo uomo di farsi politico, riconoscersi politico, insieme ai propri compagni; questo è un progresso enorme, e questo è il passaggio che Marx chiama “dal mondo della necessità al mondo della ragione, della libertà”.
La libertà sta appunto in questo: quando io mi pongo il problema “ma come è fatto il mondo? Come posso cambiarlo?” Come posso cambiarlo ovviamente non nel senso di Hiroshima e Nagasaki degli Stati Uniti, ma nel senso, per es. della medicina gratis per tutti, della scuola gratis per tutti.
Io ho conosciuto una volta una signora cubana, anni fa, era già crollata l’URSS quindi Cuba era in una situazione molto difficile, e lei – portando me e mia moglie nella stanza da letto dove dormiva il bambino – ci disse: “ vedete perché io non abbandono Cuba? Perché io so che mio figlio potrà gratis – se lo vorrà – arrivare all’università ed avere un lavoro. Da nessun altra parte del mondo questo avverrà”.
Ecco, questo salto, questo non solo “perché?”, ma “come” trasformare il mondo nel senso di un arricchimento delle qualità e delle capacità umane, è indubbiamente il più grande progresso possibile, e noi dovremo insistere nel sottolineare che il socialismo ha un fattore fondamentale che lo distingue da tutti, da tutta la storia, e cioè che il produttore controlla anche ciò che ha prodotto.
Mirko Bertasi
http://www.youtube.com/watch?v=0TTYfWKTP2c
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