Gadadhar Chattopadhyay, conosciuto come Sri Ramakrishna Paramahamsa, nelle vesti di Shiva

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Era la notte del "Maha Shivaratri" dedicata a Shiva (l'Assoluto), e il piccolo Ramakrishna adorava Dio nella forma di Shiva, in onore di quella festività.
 
La stessa sera, a Karmarkupur, nei pressi di Calcutta, cʼera uno spettacolo in cui dei bambini recitavano davanti al pubblico le storie di Shiva. Purtroppo, il bambino che doveva recitare il ruolo di Shiva non poteva più venire, così cercarono un attore che potesse giocare il suo ruolo e qualcuno  consigliò il piccolo Ramakrishna.
 
I bimbi allora andarono dal piccolo Ramakrishna, impegnato ad adorare Shiva
e a cantare inni sacri, e gli dissero: “Gadadai (nome con cui veniva
chiamato Ramakrishna da bambino), lʼattore che doveva recitare il ruolo di
Shiva non cʼè a causa di un contrattempo. Sei stato scelto tu come attore.”
 
Il piccolo Ramakrishna rispose: “Ma oggi è la notte di Shiva. Se vengo a
recitare, come posso meditare su Shiva? Significherebbe interrompere la mia
meditazione.”
 
I bimbi risposero: “Non ti preoccupare. Se impersoni il ruolo di Shiva,
manterrai la mente su di Lui per tutto il tempo. E questo è identico alla
meditazione.”
 
Il piccolo Ramakrishna quindi accettò.
 
Si vestì come Shiva, con i capelli uguali, con gli abiti e le collane
identiche, e così entrò in scena.
 
Quando il pubblico vide il piccolo Ramakrishna entrare in scena con
lʼaspetto di Shiva, ebbe una sensazione luminosa che lo fece rabbrividire;
e sembrava che fosse realmente Shiva, al punto che tutti gridarono: “Om
Namah Shivaya!” (Onoro il Nome di Shiva).
 
Ma accadde qualcosa di strano: Ramakrishna andò subito in estasi e la sua
coscienza lasciò il piano terra, sollevandosi fino al Divino. Quindi,
entrato in scena, rimase in trance, felice e beato, senza riuscire a
recitare la scena.
 
Dopo qualche tempo discese da quelle altezze divine della coscienza per
ritornare nella normale coscienza corporea, ma lo spettacolo era ormai
finito.
 
Ramakrishna non era in effetti una persona ordinaria: era un Avatar, cioè
unʼIncarnazione Divina pari a Cristo, Buddha, Krishna.
 
Questo episodio fa comprendere che si può chiamare “meditazione” anche il
mettere in pratica la piena convinzione di essere Shiva (Dio) che recita
nello spettacolo del mondo, e realizzarLo in questo modo.
 
“Io sono Shiva”, “Io sono Dio”, “Io sono Amore”, “Io sono Divino”, “Io sono
Brahman”, “Io sono un perfetto strumento attraverso cui fluisce la
Divinità”. Questo è il metodo.
 

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(Testo inviato da Anna Dossena)

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