C. G. Jung: 'Ricordi, sogni, riflessioni'



"Il sogno è la piccola porta occulta che conduce alla parte più nascosta e intima
dell'anima, aperta sull'originaria notte cosmica che era anima assai
prima che esistesse una coscienza dell'io, e che sopravviverà come
anima a tutti i prodotti della coscienza dell'io, giacché ogni
coscienza dell'io è isolata e conosce il singolo in quanto divide e
separa e vede solo ciò che ha rapporto con questo io. La coscienza
dell'io consta di pure limitazioni, anche quando si estende sino alle
più lontane nebulose stellari. Ogni coscienza divide: ma col sogno noi
480 penetriamo nell'uomo più profondo, universale, vero ed eterno,
ancora immerso in quella oscurità della notte pr imitiva in cui egli
era il tutto e tutto era in lui, nella natura priva di ogni
differenziazione e di ogni "essere io".

Da una tale profondità, collegante il tutto, nasce il sogno,. per
quanto infantile, grottesco e anormale esso sia."
"I sogni non sono invenzioni intenzionali e volontarie, ma fenomeni
naturali che sono proprio ciò che rappresentano. Essi non ingannano,
non mentono, non falsificano, non nascondono nulla, ma enunciano
ingenuamente ciò che essi sono e ciò che essi intendono. Sono
irritanti e ci portano su strade sbagliate unicamente
perché non li comprendiamo. Essi non ricorrono ad artifizi per celarci
qualcosa, ma dicono ciò che forma il loro contenuto, nel modo per essi
più chiaro possibile.
Possiamo anche capire la ragione per cui sono così strani e difficili.
L'esperienza, infatti, ci mostra che si sforzano sempre di esprimere
qualcosa che l'io non sa e non capisce."


(Estratto dal libro)

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