Scrive Yolanda: "Ora
capisco il passo dell'Apocalisse a proposito dei molti maestri del
nostro tempo. Non si tratta d'altro che dell'estenuante balzello della
pretesa umana di superarsi: creare una pseudo sicurezza
effimera,quando l'unica sola,vera realtà è che siamo gettati allo
sbaraglio e cerchiamo annaspando, un orientamento.Tentare di
sistematizzare informazioni,amministrare la realtà è un vecchio
tema illuminista.Dopo i nuovi umanisti siamo noi a doverlo fare,con
la ricerca che si sposta ai piani "alti", verso la
pretesa di riconoscere il piano coscienziale. E così, partendo dalle
acquisizioni dei grandi , veri maestri del passato, rincorriamo
l'illuminazione o vendiamo l'illusione di una conoscenza che di per
se stessa è sempre limitata, ma anche confortante in qualche modo,
rispetto al vuoto o a quella costruzione tenace che chiamiamo Verità
di fede. Un vero maestro di vita è colui che insegna che non esiste
una sola realtà ma tante quante noi siamo e tante quanti siano i
piani coscienza.. Incontrollabili per una mente non allenata con la
meditazione.. non esistono maestri, ma solo compagni di cammino o
semmai insegnanti di tecniche."
Io guru, tu guri, egli gura...
Mia
rispostina: "...
E' vero che ognuno per se stesso deve compiere il ritorno allo stato
originario ma se non subentra il "risveglio" attraverso il
contatto diretto simpatico con un maestro realizzato non potrà mai
compiersi l'alchimia. Tale contatto non significa "insegnamento"
ma solo diretta "rivelazione" della propria natura. Quando
lo stoppino è asciutto spontaneamente si accende al contatto con
un'altra lampada già accesa. E non parlo qui dei maestri del
passato. No,parlo di maestri del presente, maestri del momento
presente che appaiono spontaneamente senza cercarli solo quando il
discepolo è maturo... è un fatto automatico. Un vero Maestro non ha
bisogno di dichiararsi tale, non è lui che si fa maestro... Il
Maestro è il Sé e se appare in una forma viene riconosciuto in
quella forma da chi è maturo abbastanza da poterlo riconoscere, in
quanto Sé, non in quanto un "maestro" separato... allo
stesso tempo ci si rivolge a lui chiamandolo Maestro, ma è implicita
la comune appartenenza allo stesso Essere"
Paolo D'Arpini
Mio conmmentino aggiunto: "Nella mia vita ho avuto il piacere e la fortuna di incontrare numerosi saggi realizzati:e veri Maestri, immagino che come sia accaduto a me, che in verità non li ho mai cercati con intenzione, possa accadere a chiunque altro nelle mie condizioni... Certo fare un discorso del genere su internet può addirittura sembrare fuorviante e limitato. Ma non c'è luogo non idoneo per parlare di queste esperienze, nel buddhismo si Menziona la presenza del Buddha anche nei mondi infernali... Qualsiasi cosa che viene detta -comunque- ha un significato solo per la mente e potrebbe essere creduto non creduto o travisato... Magari per ampliare il discorso potreste leggere alcuni scritti pubblicati su FB, nel gruppo Spiritualità Laica https://www.facebook.com/groups/195270400546639/ -"
RispondiEliminaL'ego delle genti é un grosso macigno che impedisce ai più di volare alto.Qualsiasi parola,sia essa frutto di una mente contorta e posticcia, che di una aperta e trasparente o foss'anche di un maestro incarnato. si muterà in fango e diverrà concime per le sue bestie...
RispondiEliminaE per finire direi che mancando l' umiltà delle genti , tutte comprese non già a creare comunione ma a cogliere il fratello in fallo,alla stregua di cani rabbiosi e non già di maestri..ne convengo : l'illuminazione é in via di estinzione.http://angelimessaggeri.blogspot.it/2014/04/lilluminazione-e-in-via-destinzione.html?m=1
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