L'identità di “genere” nel pensiero non è ecologica...

 


L'accettazione anzi la suggestione (in senso albionico da "suggestion") di poter modificare la propria identità di genere partendo da un pensiero, tra l'altro molto spesso indotto dalla cultura corrente estremamente ideologica  e fuorviante, non aiuta la liberazione dagli schemi, anzi crea nuove gabbie e schiavitù. 

Se poi tale variazione ideologica viene "migliorata" attraverso interventi chirurgici (trangender) crea ulteriori danni psichici ed anche ecologici. Più si interviene con questo tipo di scienza chirurgica e più ci si allontana dall'ecologia umana. 

Secondo me, questa non è ecologia e nemmeno chiarezza di spirito è solo adesione ad un materialismo perverso che non nulla di "naturale". 

Tempo addietro  aderii alla teoria della pansessualità, di cui assieme a Peter Boom (un caro amico omosessuale) sono stato estensore, leggendola  si può meglio comprendere  la mia posizione riguardo alla libera espressione sessuale e si può intuire  come la pervicacia nel perseguire  una identità di genere ideologica, come espressa nell'inutile ddl Zan,  sia completamnete fuori da ogni ragionevole necessità di vita. E' solo una proposta politicamente utile che avvalora però l'alienazione dell'uomo dall'uomo e crea ulteriori separazioni  sociali e identitarie che non servono a pacificare la mente né la società...  ma forse qualche “libertario” non percepisce queste sottili  conseguenze collegate al testo di legge Zan, sulla "identità di genere, nel pensiero..."

Paolo D'Arpini 


P.S. Qui al link che segue un testo chiarificatore sulla teoria della pansessualità scritto diversi anni fa:   https://riciclaggiodellamemoria.blogspot.com/2014/11/pansessualita-ecologica-e-spirituale.html

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