Strenna "Senza Nome" per un nuovo anno....


Stiamo per festeggiare l’inizio di un nuovo anno, questo dal punto di vista astronomico è corretto in quanto il momento corrisponde al solstizio invernale ed alla ripresa dell’allungamento delle giornate.  Tra l’altro, in chiave religiosa, la nascita di Gesù sta a significare l’avvio di una nuova stagione  umana e quindi si può dire che con lui nasce un  “nuovo anno”  morale.
Queste  alcune delle sensazioni da noi vissute il 21 dicembre 2013 alle festa solstiziale tenuta a Modena dall'ass. Senza Nome. Molti colori, molte luci, molti lumini accesi, una bella stufa a legna scoppiettante. Tanti pensieri di buon auspicio ed una meditazione guidata per sentirci tutti buoni ed in armonia, con il veniente nuovo anno. L'anno di una nuova era all'insegna della "fiducia".....

Breve scambio di convenevoli  tra Patrizia, una delle organizzatrici, e Caterina:
Caterina:  "Ecco alcune foto che ho scattato ieri sera, sono abbastanza carine e la serata è stata molto bella, siete bravissimi e soprattutto si vede ce siete un gruppo molto affiatato e che vi volete molto bene. E' bello vedere che si possono creare ancora amicizie così.... dà FIDUCIA , vero?
Patrizi: "Grazie per le belle tue parole e per aver condiviso con noi un momento così bello e intenso,  dà forza e ...fiducia avervi con noi. Un onore per noi senzanome. Un abbraccio fiduciosamente affettuoso!








A proposito di "fiducia" mi viene in mente la vignetta di Mafalda che parlando con il padre al proposito dell'arrivo del nuovo anno gli chiede... "Se sicuro che esiste un nuovo anno?" - Ed il padre: "Ma certo.. che dici Mafalda, è ovvio che esiste.."  E lei di rimando? "Tu l'hai visto..?"
Beh contentiamoci dell'evocazione: “Il Figlio.   Siedi in silenzio e avvolgi le tue parole nella nebbia di dicembre, ascolta il vento mentre raccoglie le ultime foglie di un autunno fiorito e sposa gli occhi insonni della Madre, sul volto del Figlio. Lui, che ancora tace il fiume immenso del nobile verso a cui il Padre diede voce un tempo e che incontra da sempre l’incenso di umane preci strette nella morsa di lacrime nere, rivolte al cielo di un sacro Presepio, tra umili amanti che scrivono finalmente liberi il nome di Dio nel libro dell’umana storia.” (Antonella Pedicelli)
Ma dal punto di vista della natura il nuovo inizio  si avverte con la primavera ed infatti in tutto il mondo il principio del nuovo anno era coincidente con il mese di marzo ed in questo mese era posta la tradizione della “strenna”. 
 Gli antichi romani erano solito regalare un vassoio bianco con fichi e miele,  sul vassoio erano posti anche ramoscelli di alloro chiamati appunto “strenne”. In realtà il nome “strenna” ha origini ancora precedenti, risalenti a quando (prima del 191 A.C.)  il calendario riportava il capodanno al primo marzo. In quella data, davanti alle porte del Rex Sacrorum, delle Curie e del tempio di Vesta,  venivano posti ramoscelli di alloro in sostituzione di quelli ormai secchi dell’anno prima, questi ramoscelli venivano staccati da piante lungo una via consacrata ad  una dea di origine sabina che si chiamava appunto Strenia.   Il termine latino “strena”: presaggio fortunato, deriva probabilmente proprio dalla dea Strenia,  portatrice di fortuna e felicità. La leggenda attribuisce l’inizio di questa usanza a Tazio,  sembra infatti sia stato proprio il re dei Sabini ad avere per primo l’idea di questo dono.

Paolo D'Arpini 


 Ed ora  vi offriamo  una strenna poetica:

 FILASTROCCA DI CAPODANNO   (di Gianni Rodari) 
voglio un gennaio col sole d’aprile,
un luglio fresco, un marzo gentile;
voglio un giorno senza sera,
voglio un mare senza bufera;
voglio un pane sempre fresco,
sul cipresso il fiore del pesco;
che siano amici il gatto e il cane,
che diano latte le fontane.
Se voglio troppo, non darmi niente,
dammi una faccia allegra solamente. 

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