La via di mezzo - Una volta Buddha disse ad un discepolo...



Un grande principe prese l’iniziazione e diventò un sannyasin del Buddha. Aveva vissuto nel lusso per tutta la vita ed era stato un eccellente sitarista: il suo nome era noto in tutto il paese come quello di un grande musicista. Tuttavia rimase colpito dalla musica interiore del Buddha e forse proprio la sua comprensione della musica lo aveva aiutato a capire il Buddha.

Era andato ad ascoltarlo per la prima volta quando Buddha era arrivato nella sua città. Si era innamorato a prima vista e aveva deciso di rinunciare al suo regno. Ma Buddha non aveva voluto che facesse un gesto così grande in modo così impulsivo. Gli aveva detto: “Aspetta. Pensaci. Starò qui per quattro mesi”. 

Durante la stagione delle piogge Buddha non si spostava mai, rimaneva in un solo posto. “Starò qui; non c’è fretta, pensaci su. Quattro mesi e poi potrai prendere il sannyas, potrai diventare un iniziato”.

Ma il giovane aveva detto: “La decisione è presa, non c’è più niente a cui pensare. Adesso o mai più! E che ne sappiamo del domani? Tu stesso hai sempre detto: ‘Vivi nel presente’, quindi ora perché mi dici di aspettare quattro mesi? Potrei morire, tu potresti morire, potrebbe succedere qualcosa. Che ne sappiamo del futuro? Non vo­glio aspettare nemmeno un giorno!”.

La sua insistenza era stata tale che Buddha aveva dovuto accettarlo e dargli l’iniziazione. 

Buddha era un po’ incerto su di lui, se sarebbe stato in grado di vivere quella vita da mendicante. Buddha lo sapeva per esperienza personale; lui stesso era stato un grande principe un tempo. Sapeva cosa significava vivere nel lusso, cosa significava vivere nel confort e cosa significava essere un mendicante per la strada. Era un fenomeno enorme e difficile e Buddha aveva impiegato del tempo. Gli ci erano voluti sei anni per illuminarsi; e lentamente si era abituato a vivere senza una casa, a volte senza mangiare, senza amici e con nemici dappertutto e senza ragione, perché non faceva del male a nessuno. Ma le persone sono così stupide e vivono in menzogne così grandi, che quando vedono un uomo di verità si fanno del male da sole, si sentono ferite, insultate.

Buddha sapeva che tutto questo sarebbe stato troppo per questo giovane. Gli dispiaceva per lui, ma lo iniziò. E fu una sorpresa, anche per tutti gli altri sannyasin, perché l’uomo andò semplicemente all’altro estremo. 

I monaci buddhisti mangiano solo una volta al giorno e quel nuovo monaco, l’ex principe, iniziò a mangiare una volta ogni due giorni. I monaci bud­dhisti dormono sotto gli alberi, lui dormiva a cielo aperto. I monaci camminano sulla strada, lui non camminava sulla strada, ma sempre sul bordo, dove c’erano spine e pietre. Era un uomo bellissimo e in pochi mesi il suo corpo diventò nero. Era molto sano e si ammalò, diventò molto magro e i suoi piedi erano pieni di ferite.

Molti sannyasin andarono dal Bud­dha a dirgli: “Bisogna fare qualcosa. Quest’uomo è andato all’estremo opposto: si sta torturando! È diventato autodistruttivo”.

Buddha andò da lui una sera e gli disse: “Shrona” – si chiamava Shrona – “posso farti una domanda?”.

Lui rispose: “Certo, mio Signore. Puoi farmi qualsiasi domanda. Sono tuo discepolo. Sono qui per dirti tutto ciò che vuoi sapere di me”.

Buddha continuò: “Ho sentito che quando eri un principe eri un grande musicista, suonavi il sitar”.

Lui rispose: “Sì, ma ho smesso, me ne sono dimenticato completamente. Ma è vero, suonavo il sitar. Quello era il mio hobby, il mio unico hobby. Mi esercitavo almeno otto ore al giorno ed ero diventato famoso in tutto il paese”.

Buddha disse: “Devo farti una domanda. Se le corde del sitar sono troppo tese, cosa succede?”.

Disse: “Cosa succede? È semplice! Non puoi suonare, si spezzano”.

Buddha disse: “Un’altra domanda: e se sono troppo allentate, cosa succede?”.

Shrona disse: “Anche questo è semplice. Se sono troppo allentate non si produce alcun suono, perché non c’è tensione”.

Buddha disse: “Sei una persona intelligente e non ho bisogno di dirti altro. Ricorda, anche la vita è uno strumento musicale. Ha bisogno di una certa tensione, ma solo di una certa tensione. Meno di quella e la tua vita sarà troppo molle e non ci sarà musica. Se la tensione è troppa inizierai a spezzarti, a impazzire. Ricordalo. Prima vivevi una vita molto rilassata e la musica interiore ti è sfuggita; ora stai vivendo una vita molto tesa e ancora la musica ti sfugge. Non c’è un modo per regolare le corde del sitar in modo che siano esattamente nel mezzo, né molli né tese, con la giusta quantità di tensione, in modo che possa nascere la musica?”.

Rispose: “Sì, c’è un modo”.

Buddha disse: “Questo è il mio insegnamento: stai esattamente a metà tra i due estremi. La tensione non deve scomparire completamente, altrimenti sarai morto; e non deve diventare troppa, altrimenti diventerai matto”.


Una certa tensione è necessaria, ma c’è uno stato di tensione che è anche uno stato di equilibrio. E questa è l’arte del Tao. Il ritmo equilibrante della vita mistica, il segreto... 

 


da: Osho, Tao: The Golden Gate, Vol. 1  

Ripreso da  Osho Times n 276

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.