Democrito, il filosofo "laico"....



Pensiero e Filosofia: Atomismo: Leucippo e Democrito.

Il grande filosofo, matematico e scienziato, di cui intendiamo occuparci oggi, rappresenta il punto piu' alto raggiunto da quella "filosofia della natura" dell'antica Grecia che tanto ha contribuito allo sviluppo della scienza e della cultura mondiali.Nato nel 460 A.C. nella Grecia settentrionale ad Abdèra, come il “sofista” Protagora, con cui fu in contatto,  Democrito fu allievo di Leucippo, un maestro, che si ritiene provenisse da Mileto, città che fu una vera fucina di filosofi della natura. 

Leucippo lo avviò alle concezioni di tipo atomico, ma egli superò poi il maestro nella fama e nell’importanza. Viaggio' in Egitto, Persia, ed in tutto l'Oriente (si dice anche in India) accrescendo le sue conoscenze a contatto con i saggi, i matematici e gli astronomi locali. Si trasferi' infine ad Atene dove fu contemporaneo di Socrate e Platone. La sua filosofia, pero', si sviluppo' in contrapposizione con la fumosa enfasi moralistica del primo e con l'idealismo del secondo, che molto poco hanno contribuito allo sviluppo di una mentalita' scientifica, come ci ripromettiamo di dimostrare in un prossimo articolo. Anzi viene riportato che le sue concezioni coerentemente materialiste avrebbero suscitato le ire dei platonici (Platone non lo cita mai nei suoi “dialoghi” !), che avrebbero cercato addirittura di distruggere le opere del filosofo di Abdèra, di cui in effetti ci sono rimasti solo frammenti, per fortuna numerosi.

Per Democrito tutta la realta' materiale (ma anche quella considerata erroneamente immateriale, come il pensiero) e' riconducibile essenzialmente a due principi: gli "atomi" (dal greco "atomos", cioe' "indivisibile") ed il vuoto, cioe' quella parte dello spazio non occupata da nessun corpo, in cui gli atomi possono muoversi liberamente.

Gli atomi sono particelle materiali non divisibili e non deformabili, eterne ed in eterno movimento, che, aggregandosi casualmente o disaggregandosi, possono dar vita ad infiniti oggetti e ad interi ed infiniti mondi, tutti destinati a trasformarsi continuamente ed a disaggregarsi, per poi dare vita a nuovi mondi.

Come si vede, nella teoria meccanicista di Democrito non vi e' alcuno spazio per un Dio Creatore e nemmeno per un Dio che abbia posto in movimento la materia (come sostenne Aristotele e come sostenuto anche da Newton), o che l'abbia riordinata da un caos primigenio (come il Demiurgo di Platone, dei neo-platonici e degli Gnostici), visto che il movimento esiste "ab aeterno" e la formazione dei mondi è del tutto casuale. Tutto cio' che avviene, avviene "per caso e per necessità". Con questa espressione Democrito ci vuole dire che non vi e' alcuna finalita' dovuta ad una mente divina o ad una qualche forma di Provvidenza nelle vicende del mondo, ma solo accadimenti casuali (come nella teoria dell'evoluzione di Darwin), che devono pero' necessariamente rispettare le leggi materiali naturali (come l'impenetrabilita' delle particelle atomiche e le leggi del moto).

Queste concezioni coerentemente meccaniciste ed ispirate ad una cosmologia materialista sono le stesse che hanno costituito la base della filosofia e della scienza moderna per almeno quattro secoli ( da Giordano Bruno a Cartesio, da Galilei a Newton, da Gassendi alla filosofia dell'Illuminismo, fino a Boltzmann, ecc.). In più, rispetto al pensiero di Democrito, è stato introdotto nella fisica moderna, specie ad opera di Newton, il concetto di “forza”; da Huyghens e Hooke il concetto di onda o radiazione, ed infine (essenzialmente nell'800 e nel 900) i concetti di forze elettromagnetiche e subatomiche, che non sono presenti in Democrito (ma nemmeno in Cartesio o Galilei).

Nella filosofia di Democrito è già implicito il primo principio della dinamica, o principio d’inerzia, sviluppato da Galilei e Cartesio (“Ogni corpo tende a mantenere il suo stato di moto e di quiete” a meno che non intervenga una causa perturbatrice esterna) ed il principio di conservazione della materia, di cui è nota la definizione del grande chimico di fine ‘700 Lavoisier: “nulla si crea e nulla si distrugge”. Infatti gli atomi democritei sono eterni, immutabili ed in eterno e spontaneo movimento naturale.

Un'altro contributo fondamentale di Democrito, ripreso dalla fisica e dalla filosofia moderna e' quello del principio di causa ed effetto, cioe' di una rigorosa concatenazione di avvenimenti tra loro collegati che e' alla base dei fenomeni naturali. "Niente avviene che non abbia una causa o una ragione" afferma il nostro grande filosofo esprimendo cosi' un concetto rigidamente deterministico, ovvero che e' sempre possibile risalire dagli effetti alle cause e, viceversa, prevedere esattamente gli effetti a partire dalle circostanze precedenti (un concetto che lo stesso Einstein riteneva essenziale quando affermava che "Dio non gioca a dadi!").

Per sfuggire a questo principio, considerato contrario al "libero arbitrio", un altro grande filosofo che si e' ispirato a Democrito, Epicuro (il cui pensiero esamineremo in un successivo articolo), introdusse un principio di indeterminatezza ed arbitrarieta' nel moto degli atomi chiamato "clinàmen" (come hanno cercato di fare nel ‘900 anche alcuni fisici quantistici moderni, di cui parleremo in seguito). Invece, dai versi di un grande poeta latino, Lucrezio, seguace di Epicuro (e quindi indirettamente di Democrito), autore del potente poema filosofico "De Rerum Natura", abbiamo la conferma di un'altra anticipazione della fisica moderna da parte del filosofo di Abdèra: quello della relativita' del moto, su cui poi molto hanno scritto fisici come Galilei. Lorentz, ed Einstein. 

Non essendovi – infatti - nel mondo di Democrito alcun centro e alcun sistema di riferimento, ogni moto diviene relativo, cioe' dipendente da un sistema di riferimento arbitrariamente scelto (concetto che ne' Aristotele, ne' persino il grande Newton avevano ben chiaro!). Da questa concezione e' derivata la teoria della relativita' di Einstein, anticipata sotto vari aspetti da Galilei e Lorentz.

Sperando di avere dato un'idea della grandezza e "modernita' " di Democrito,  in un prossimo numero vedremo come le sue concezioni fisico-cosmologiche influenzino anche le sue teorie sul processo di conoscenza, sulla natura del pensiero e sulla sua concezione di una morale relativistica e laica. 

Vincenzo Brandi

Enthusiasmòs poetico in Democrito e Platone - laCOOLtura


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