"La verità è immutabile, quel che muta è solo apparenza.... Ma se così non fosse come potrebbe l'Uno gioire della sua "illusione"?.." (Saul Arpino)
Dietro le quinte
Prego signori entrate in questo “deposito”, osservate con occhio curioso e giocoso il retroscena della rappresentazione che andremo a presentare.
Passione, inganno, amore, odio, grandi tragedie, consapevolezza delle contraddizioni, timore del futuro, vizi umani, disperazione, solitudine degli eroi, affetti e valori costituiti e sovvertiti, sconvolgimento della natura, dove il più saggio è il folle, l'assurdità della vita umana percepita senza schermi.
La lucida consapevolezza che l'esistenza è "una favola raccontata da un idiota, piena di rumore e furore, che non significa nulla"; si rinuncia spesso a esplicitare il senso della vicenda, consci che un mondo vasto e oscuro come quello contemporaneo lo si può riflettere ma non circoscrivere.
Storie e racconti, scenografie di ricordi passati si stagliano sulle pareti, mentre inciampiamo tra oggetti e abiti sparsi qua e la dall’attore di turno.
Che gran confusione ordinata.
I tappeti son li, pronti per spiccare il volo come l’araba fenice: la finzione non può continuare, tornare in noi stessi, la soluzione mantenere la promessa: l’ultimo desiderio liberare il Genio dalla sua Lampada e lasciarlo partire per scoprire le bellezze del mondo.
No, Tempo, tu non ti vanterai che io muti!
L'Aura
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