Dagli
studi anatomici sul sistema nervoso condotti dall’ing. Marco
Todeschini, si evince attraverso quale modalità l’anima
immateriale, per mezzo dei cinque sensi, percepisca l’universo
fenomenico. Todeschini descrive appunto come i sensi, composti da
recettori di varia fattura (fotocellula, martelletti, corpuscoli del
derma, ecc.), siano investiti da stimoli, (luminosi, sonori, ecc.), e
generino una corrente continua che circola attraverso una coppia di
nervi fino a raggiungere il telencefalo.
Ogni
recettore ha infatti la capacità e la funzione di trasformare in
corrente, l’urto che riceve, provocato dall’accelerazione del
fluido eterico che vibra, oscilla, ecc. a seconda dello stimolo.
Ogni
recettore, dunque, invia un segnale elettrico sino al piano di
simmetria del telencefalo, attraverso una coppia di fili (nervi), che
là si interrompono, rilasciando nuovamente nell’etere la
vibrazione (elettromagnetica) della corrente che in essi viaggia nei
due versi.
Nello stesso piano di simmetria, ove come è noto vi sono
ghiandole non bilobate, l’epifisi (pineale) e altre, si realizza il
contatto tra il corpo materiale e l’anima immateriale, per mezzo
del corpo eterico, che è anch’esso immateriale e che permea,
avvolge (aura) e sostiene il corpo fisico, trasferendo alla materia
corporea le informazioni della coscienza individuale (anima), che
altro non è che una porzione della Coscienza Universale (spirito).
L’anima,
riduttivamente ed erroneamente chiamata psiche (termine che indica
invece un ente materiale quale porzione del cervello), legge le
informazioni dei sensi corporei nel piano celebrale di simmetria del
telencefalo e rappresenta nel teatro della mente l’universo
fenomenico.
Siccome
i pensieri, e la stessa mente sembrano avere sede in un luogo fisico
identificato con la testa, si è generato l’illusione che l’occhio
interiore, o terzo occhio (l’anima insomma), risieda nel corpo, in
realtà questa permea il corpo ma non ne è la sede, i pensieri, i
sogni, le allucinazioni, ecc, si inscenano nella mente immateriale ma
vengono percepiti come generati nella testa solo per via del corpo
eterico, che è l’interfaccia tra l’anima duale e immateriale ed
il corpo fisico. L’anima, che è colei che in ultima istanza
percepisce, non ha dunque una sede materica finita, essa e diffusa al
pari di quella Universale, e si interfaccia al corpo fisico tramite
quello eterico, il sistema nervoso, ecc, fornendo attraverso la mente
l’illusione di avere sede dove appaiono i pensieri.
Ma
va aggiunto che l’anima per sentire non ha bisogno dei sensi e/o di
un sistema nervoso, ad esempio le piante non hanno un sistema
nervoso, ma sono ugualmente acutamente sensibili. L’anima quindi
potenzialmente può vedere il Tutto nel quale è immersa eppure non
accade, cos’è che la rende parzialmente cieca? La luce, ad
esempio, non è fatta altro che di vibrazioni eteriche trasversali al
pari delle onde radio e di quelle cosmiche, ma tutte queste
vibrazioni sono buie, sono solo delle oscillazioni del fluido
eterico, solo l’anima interpreta come luce una banda ristretta di
queste onde. Se l’anima duale non ereditasse questa restrizione
potrebbe vedere qualunque fenomeno dell’universo oggetto della sua
attenzione. Questa restrizione è causata dal condizionamento
acquisito dopo la nascita ed ereditato dalle vite precedenti, che
relega la percezione dell’anima ai soli impulsi vibratori emanati
dai sensi corporei lasciando al vivente una visione ridotta.
In
realtà l’anima, essendo della stessa natura della Realtà, è
immersa in essa e continuamente connessa ad essa, ossia al Tutto,
quindi è potenzialmente capace di assistere a qualsiasi espressione
fenomenica dell’universo, di fatto qualsiasi fenomeno che crea
vibrazioni eteriche è individuabile dall’anima duale e
rappresentabile nella mente.
Ogni
corpo materiale dell’universo, essendo composto di materia
vorticante e vibrante imprime all’etere oscillazioni che si
diffondono al suo intorno, queste emanazioni prodotte da tutta la
materia nell’universo fanno si che ogni sua parte sia investita
dalle vibrazioni di un’altra e in questo modo ogni parte risulta
collegata col Tutto e viceversa.
Come
l’anima legge, vede e interpreta, secondo la propria esperienza
conoscitiva, le vibrazioni eteriche emesse nel piano di simmetria del
telencefalo dalla corrente fuoriuscente dai nervi che vi affluiscono
provenienti dai recettori nervosi; così legge, vede e interpreta
sempre attraverso il piano di simmetria cerebrale, tutte le
vibrazioni che circolano nell’etere, vibrazioni provenienti da
tutto l’universo fenomenico che là giungono attraverso la
mediazione del corpo eterico.
L’anima
riceve continuamente queste emanazioni, e qualora verrà indirizzata
l’attenzione della coscienza individuale verso un oggetto
specifico, sarà possibile figurarlo nella mente dell’osservatore.
Nel caso del corpo umano queste vibrazioni provenienti da tutto lo
spazio circostante si proiettano sull’epitelio del corpo fisico.
Nel caso della superficie terrestre, la rappresentazione
dell’universo, si ottiene attraverso linee e piani energetici che
sono in collegamento con altri mondi, e così via.
L’anima
è dunque l’osservatrice, mentre la mente solo il luogo ove si
compone la scena. Il dott. Giuseppe Calligaris sfrutta a pieno questa
dinamica già intuita dal Buddha. Ossia utilizza la visione interiore
per osservare con la mente qualsiasi oggetto esterno al corpo, ma
anche all’interno del corpo stesso.
Vediamo
già come l’iridologo può ricostruire il riflesso del corpo umano
sull’iride, mentre in riflessologia plantare il dottore utilizza il
piede per curare un malanno, e poiché anche tutte le emanazioni
vibratorie delle sostanze costituenti i visceri, si riflettono su di
una porzione corporea, il dott. Calligaris utilizzerà la mano,
rintracciando però una triplice associazione, quella tra la linea
sulla mano, un corrispondente viscere ed un sentimento.
Questo
vuol dire che anche solo su un mignolo si riflette l’intero
universo, ovvio che però per rappresentare qualcosa di grande è
meglio usare una superficie più ampia, Calligaris infatti sonderà
l’intero epitelio del corpo.
Quindi
riflettendosi sull’epitelio lo spazio circostante, si ha che per
ogni punto, linea, placca (area circolare), banda (area rettangolare)
e campo, passa una connessione con un oggetto dell’universo, questo
sempre, in continuazione, per il passato, nel presente e per il
probabile futuro. Come osservarlo, come separarlo dal resto per
vedere solo l’oggetto di indagine? Amplificando quel percorso
energetico (eterico) specifico che va dal punto preciso del derma
fino al piano del telencefalo, quel punto specifico del derma sul
quale si proietta la vibrazione dell’oggetto da indagare.
Per
osservare l’oggetto va amplificata l’intensità della corrente
eterica tra pelle e telencefalo, in modo che questa emerga tra le
altre. Questo avviene per mezzo della stimolazione atta a iper
sensibilizzare il derma attraverso un’azione meccanica
(martelletto), termica (corpo freddo) o direttamente per mezzo di uno
stimolo elettrico; infatti sappiamo che per mezzo di questi stimoli
si crea nelle strutture molecolari (nel nostro caso della pelle), un
disequilibrio momentaneo che va poi a ristabilirsi generando vari
effetti tra cui anche una corrente, la stessa che non più attraverso
i nervi dei 5 sensi, ma attraverso il corpo eterico raggiungerà il
telencefalo e l’anima. Il dott. Calligaris, grazie a questa
tecnica, indagherà per decenni utilizzando pazienti ignari e
sensitivi, compilando una letteratura molto vasta e specialistica,
dispiace che veramente pochi, soprattutto tra i suoi colleghi
conoscano e apprezzino la sua opera.
Giuseppe Moscatello - pep65@tiscali.it
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.