Negli ultimi anni gli inverni sono risultati sempre più freddi. Non è solo una mia impressione dovuta all'età. Tutti ricorderanno le abbondanti nevicate di questi ultimi inverni, a cominciare dai primi di dicembre sino alla primavera. Eppure, dal punto di vista delle temperature medie durante l'anno, sembrerebbe che il caldo aumenti, dovuto al così detto "effetto serra".
Rammento a tal proposito la drammatica denuncia del ministro indiano all'Ambiente Jairam Ramesh, a Cancun, che definì 'deludente' l'impegno degli Stati Uniti a ridurre le emissioni, aggiungendo che 'nel 2050 saremo tutti morti'.
Può sembrare strano ma, a detta di alcuni scienziati, gli inverni rigorosi che si succedono in Europa da 10 anni sono legati in gran parte al riscaldamento climatico. A un primo sguardo, il freddo glaciale che si è abbattuto sull'Europa negli ultimi due inverni sembrerebbe poco compatibile con l'aumento medio delle temperature previsto da qui alla fine del secolo. Agli scettici in materia alcuni scienziati rispondono che le ondate di freddo corrispondono a un raffreddamento temporaneo in seno al riscaldamento globale, anche se un nuovo studio si spinge ancora più in là, dimostrando che l'aumento del termometro è proprio all'origine di questi inverni nevosi e particolarmente freddi.
Colpevole sarebbe lo
scioglimento della calotta glaciale artica. Il riscaldamento, due o tre
volte superiore alla media, ha portato alla sua costante riduzione
negli ultimi 30 anni e potrebbe anche portare alla sua totale scomparsa
nei mesi estivi, da qui alla fine del secolo.
I raggi del
sole, che non vengono più respinti dal ghiaccio, riscaldano un po' di
più la superficie terrestre in questa posizione. ''Facciamo conto che
l'oceano sia a zero gradi '' spiega Stefan Rahmstorf, specialista del
clima dell'istituto tedesco Potsdam. ''E' così tanto più caldo rispetto
all'aria in questa zona polare in inverno. C'e' allora un importante
flusso caldo che risale verso l'atmosfera, che non si verifica quando è
tutto ricoperto di ghiaccio. E' un cambiamento enorme''.
Il risultato è
un sistema di alte pressioni che spinge l'aria polare, in senso
antiorario, verso l'Europa. Queste anomalie potrebbero triplicare la
probabilità di avere inverni estremi in Europa e nel nord dell'Asia.
Godiamoci
perciò la tregua che -si spera- verrà con l'Estate di San Martino e contiamo quanti
maglioni abbiamo nell'armadio. Infatti il modo migliore per combattere
il freddo è quello di vestirsi a "cipolla".
Buona sorte a tutti!
Paolo D'Arpini
«La nebbia a gl'irti colli
Piovigginando sale,
E sotto il maestrale Urla e biancheggia il mar; Ma per le vie del borgo Dal ribollir de' tini Va l'aspro odor de i vini L'anime a rallegrar. Gira su' ceppi accesi Lo spiedo scoppiettando: Sta il cacciator fischiando Su l'uscio a rimirar Tra le rossastre nubi Stormi d'uccelli neri, Com'esuli pensieri, Nel vespero migrar.» |
(San Martino; Giosuè Carducci) |
Commento di Giuseppe Moscatello:
RispondiElimina“I dubbi si dissolvono grazie alla relazione storica (osservazione dal 1600 ad oggi) assenza di macchie solari - rapido raffreddamento del clima; a maggior conforto l'analisi dei carotaggi artici ed antartici. ..- Vedi: http://www.attivitasolare.com/enfatizzazione-di-una-realta-distorta/”