Magia - La mente ha il potere di modificare la realtà empirica


Collage di Vincenzo Toccaceli

Il mago non è un tizio vestito in modo strambo che fa uscire un coniglio dal cilindro. Il mago è colui che riesce a modificare la realtà attorno a sé, facendo prendere agli avvenimenti la piega che vuole lui.

È magia ad esempio cercare di attirare a sé la persona amata, cercare di attirare ricchezze, ma anche guarire un ammalato (in genere in questi casi si parla di magia bianca) o far ammalare una persona sana (e in genere qui si parla di magia nera).

Israel Regardie scrive che “la magia è l’arte di applicare cause naturali per produrre effetti sorprendenti”. Crowley diceva che “lo scopo generale della magia è influenzare il
mondo dietro le apparenze, per poter trasformare le apparenze stesse”. Robert Canters, nella sua prefazione a "Storia della magia" scrive che "per mezzo della magia le cose cessano di essere ciò che sono per divenire ciò che noi desideriamo che siano".

Primo punto fermo è quindi il seguente: la magia è l’arte di
modificare la realtà esterna attorno a noi.

Come si ottiene la modificazione della realtà?

Con l’evocazione di angeli, la recitazione di formule, con la forza di volontà, con procedimenti e riti particolari. In realtà il mago non fa né più né meno che quello che fanno quasi tutte le persone, ad eccezione degli atei e dei materialisti convinti: il cattolico si recherà a Lourdes o invocherà Padre Pio, l’induista praticherà forme di meditazione (sono strabilianti i “miracoli” compiuti dagli Yogi orientali), il buddhista reciterà dei mantra, altri ritengono di avere un contatto coi propri defunti, ecc.

La differenza è che il mago chiama la sua arte “magia”, appunto, mentre il buddhista parlerà di “legge mistica”, l’induista parlerà di poteri yogici, il cattolico dirà che ha ricevuto la grazia dalla Madonna, San Gennaro, Padre Pio, ecc. e spesso discorre di miracolo ritenendo ottusamente che i miracoli li possa fare solo la Madonna, e non sapendo che la produzione di eventi eccezionali è assolutamente normale presso la maggior parte delle comunità etniche nel mondo.

Ulteriore differenza è che il mago, oltre alle invocazioni di entità superiori, userà qualsiasi altro strumento, connesso alla forza di volontà e all’arte magica in generale.

In definitiva possiamo dire che la differenza di fondo tra magia e religione è che il mago studia questi fenomeni in modo scientifico, mentre i cattolici o simili  in linea di massima sono inconsapevoli di quello che fanno e se gli dici che l’invocazione della Madonna o la recitazione del Daimoku o dell’Om Mani Padme Hum, dell’Om Namah Shivaya, ecc. sono atti magici si offendono pure e pensano che tu stia bestemmiando.

Stralcio di un articolo di Paolo Franceschetti

3 commenti:

  1. Come sempre, ci si barrica dietro posizioni preconcette, Il pregudizio è durissimo a morire e gli schemi dominano la nostra vita. Ciò che duecento anni fa era considerato magia, ora è realtà che tocchiamo con mano. La fantascienza ha aiutato ad aprire le menti, ma c'è ancora troppa resistenza. La cosa più utile, quella che potrebbe unificare i pensieri è la Fede, Fede in qualcosa che c'è e che non possiamo definire, proprio perché non ci è dato di capire data l'enormità della sua realtà, totalmente lontana dalla nostra vita da microbi. Ogni modulazione positiva aiuta a guarire, ogni pensiero collettivo risana vecchie ferite... questo è il solo modo di procedere... diamo alla nostra Fede il nome che vogliamo, ma sempre Fede è.

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  2. Commento inviato via email da Marco Bracci: "Che i "miracoli" avvengano non ci sono dubbi, lo dimostra la scienza quantistica oggi e lo dimostro' Gesù duemila anni fa. Il problema è invece un altro: è lecito richiedere miracoli? Risposta: se la loro realizzazione non comporta il danneggiamento o l'offesa di un qualunque nostro prossimo (persona, animale, pianta, pietra, natura....), allora si, ma bisogna essere ben consapevoli che tale miracolo lo facciamo noi stessi, influenzando e plasmando con il nostro pensiero, come dice la quantistica, quella parte di realtà che noi vediamo con i nostri occhi. Se abbiamo una fede grande come un granello di senape, il miracolo avviene.
    Ma se il miracolo, poi, provoca un danno a qualcuno o qualcosa fuori da noi, e in genere è così, allora, dopo le prime gioie, dobbiamo aspettarci delle brutte conseguenze, perché abbiamo leso il libero arbitrio di qualcuno o messo da parte la legge divina dell'amore.
    E dobbiamo anche sapere che se i miracoli contrari alla legge del libero arbitrio si avverano, non è certo Dio che li fa avverare, ma il suo avversario, che si maschera dietro i vari santi e madonne che le religioni ci propinano per allontanarci dall'Eterno. Infatti, se Dio accontentasse un Suo figlio a scapito di un altro, non sarebbe imparziale, quindi non sarebbe perfetto, quindi non sarebbe Dio. Ma lo è e i miracoli che vanno contro il libero arbitrio del nostro prossimo non sono da Dio..."

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  3. Scrive via email Ferdinando Renzetti a commento dell'articolo:

    “In quanto al discorso sulla magia mi pare di ricordare di aver letto tempo fa che la scienza e la magia partono dallo stessa presunzione di base, voler controllare le forze della natura mentre la religione dimidia ad altri a dio. comunque penso che l unica sapienza o forma di conoscenza che abbia saputo unire religione scienza e magia sia l antropologia che riesca a spiegare con una analisi approfondita come stanno veramente le cose senza giudizi, negativi o positivi, in un certo senso è puramente descrittiva e riporta fatti empirici legati a una situazione e alla cultura da essa derivata. oggi poi la magia si definisce come psicocibernetica, la capacita di manipolare lo spazio e il tempo con la forza della propria mente che con la transbioenergetica, la capacita di aumentare la propria energia vitale attraverso la meditazione di corpo e voce, trasforma veramente la nostra vita, connettendoci con le frequenze della gioia soprattutto se vissute in situazioni di coralità e nelle forma rituale del cerchio...”

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