.... "La Via che lo porta a se stesso -avventurosa quanto pericolosa- si è rivelata difficile. Più vuole essere un "Io" più l'uomo giorno per giorno disimpara a rispettare tutto ciò che esiste semplicemente perché esiste,
Si sente al centro dell'universo, ruota intorno a se stesso, la tematica della sua esistenza consiste di gioie e dolori personali, valore, potenza, onore.
Ha la presunzione di aver organizzato tutto, di aver tutto subordinato a se stesso, di dominare sempre più il campo d'azione dell'imprevedibile, del caotico. E questo lo chiama progresso, civiltà!
Quando sente freddo al cuore attribuisce il fenomeno a "cattivo umore" che la ragione può controllare. E nemmeno questo fa nascere in lui il sospetto che sta vivendo una vita sbagliata.
Affascinato da se stesso, vuol essere un Io autosufficiente. E vivere spavaldamente, avidamente dal proprio centro, essere centro egli stesso, lo chiama carattere, personalità.
Un centro che ieri era, oggi è, domani sarà ora qua ora là, e infine pretende di morire una morte propria, personalissima.
Di fronte a questo limite e all'apice delle sue possibilità il suo atteggiamento si tramuta in vera e propria malvagità, il suo coraggio di vivere diventa alterigia, arroganza.
Anche se lo volessero queste persone non riuscirebbero a capire sino a che punto sia distorta la loro concezione della vita. Questa è la ragione per cui il buddhismo Zen rinuncia a svegliarle, non predica modelli da seguire, non crede nella forza edificatrice della parola. Sono discorsi che sfiorano l'orecchio ma non penetrano nel cuore..."
Heugen Herrigel - La Via dello Zen
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