Il peso del clero nelle religioni...


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L'istituzione del clero nasce  come forma di controllo dell'istituzione religiosa, ciò è soprattutto evidente in ambito cattolico.  Il clero  è  composto da quella parte di sacerdoti che, nell'ambito della religione, ha un ruolo distinto e spesso direttivo ed anche ben retribuito. Che sia ben retribuito è ovvio in quanto rappresenta un "organo di controllo della fede", un po' come  avviene per le istituzioni civili, funzionari e burocrati o  le forze di  polizia e dell'esercito,  in uno stato.  Nel Nuovo Testamento la parola  "clero" compare già col significato di "parte eletta" dei fedeli. 

Nella Chiesa cattolica  l'appartenenza al  "clero" è consentita esclusivamente agli uomini che hanno ricevuto il sacramento dell'ordine nei suoi tre gradi: diaconato, presbiterato, episcopato, non ne sono quindi incluse le suore e le monache. Questa tra l'altro è una grande sperequazione ed una forma di specismo interno alla chiesa cattolica,  in cui la donna viene considerata elemento umano inferiore, non degna di assurgere al sacerdozio ed al sistema  di "gestione" della fede e delle strutture religiose e mondane  del potere ecclesiastico.

Sappiamo tutti che la posizione della donna nella chiesa cattolica è di serie “b”, infatti solo i maschi possono recitar messa, impartire i sacramenti, svolgere funzioni sacerdotali ed essere nominati vescovi, cardinali e papi.
Le donne possono solo occuparsi di penitenze e lavori sporchi (con vari esempi dalla Perpetua alla madre Teresa di Calcutta). Recentemente nella chiesa anglicana è stato inserito un concetto di parità fra i sessi concedendo alle donne di accedere alla carica vescovile ma difficilmente l’esempio potrà essere seguito dal vaticano per la sua nota posizione dispregiatrice delle donne.
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Ma torniamo al significato e funzione del clero.

Il temine "clero"   viene dal greco κληρος (che viene a sua volta da κλάω = spezzare, distruggere, rompere). Dal primo significato di "sorte", passò ad indicare la trasmissione  di "eredità" (come avveniva in India per la casta dei bramini). Ma nella  Grecia antica l'esercizio religioso e sacerdotale  non era così codificato e non aveva la funzione di gestione della fede come nelle fedi monolatriche successive.

La religione greca potrebbe essere senz'altro definita come una religione senza sacerdoti confermati.  Afferma lo studioso Walter Burkert nel suo  "La religione greca", che   non esisteva un ceto sacerdotale come gruppo chiuso, con una tradizione, educazione, consacrazione e gerarchie fisse; persino nei culti più consolidati non esisteva una "dottrina", disciplina, ma solo un "costume", nómos.

Ancora più preciso è Jules Labarbe in  "Religioni della Grecia", in cui dice che la Grecia ignorava caste sacerdotali e clero; i suoi sacerdoti non svolgevano le loro funzioni a vita, salvo eccezione, ma durante un periodo determinato, spesso di un anno. Senza aver ricevuto una formazione particolare, erano, secondi i casi, designati  per estrazione a sorte, o per elezione, o su raccomandazione di un oracolo.

In realtà le società antiche, prima che prendesse il sopravvento la fede cristiana,  vivevano nel simbolico e recepivano il messaggio dall’esterno, dalla Vita, dagli astri, attraverso l’interpretazione emblematica ed il sillogismo. D’altronde, tale simbolismo è rimasto come elemento portante anche nel cristianesimo degli inizi, stante il fatto che questa religione ha sovrapposto le sue feste a quelle pagane. Ciò è avvenuto per ragione di potere. In tal modo i sacerdoti cristiani si sovrapponevano con facilità a quelli pagani, spesso assassinati, per celebrare feste che comunque il popolo avrebbe festeggiato.

Vediamo ora come viene organizzato il clero nelle altre due religioni monolatriche. Nell'ebraismo classico  la casta sacerdotale era composta dai Kohanim e dai Leviti. A loro era assegnato il compito di gestire le offerte sacre all'interno del Tempio di Gerusalemme. La dinastia sacerdotale composta dai Kohanim e dai Leviti  era assegnato il compito di gestire le offerte sacre nel Tempio di Gerusalemme. Nell'antichità esisteva un Sinedrio di 70 anziani che aveva potere decisionale sulle norme comportamentali, ma  tale pratica è diventata troppo complessa per essere oggi applicata. Nelle sinagoghe moderne e nelle scuole di ogni ordine e grado sono presenti dei rabbini e dei cantori  ma non esiste una gerarchia rabbinica se non quella necessaria al coordinamento delle azioni dei diversi maestri.

Nella religione dell'Islam  sunnita non esiste un clero vero e proprio: il ruolo direttivo in ambito religioso è svolto dagli esperti di diritto (fuqahā' e ulamā'), mentre la presidenza della preghiera comune e la predicazione sono affidate agli Imam. Fra gli Sciiti, invece, esiste un clero i cui membri vengono chiamati Ayatollah ("segno di Dio").

Un'ultima annotazione sul clero cristiano protestante.  
La Chiesa anglicana ha un'impostazione simile a quella cattolica. Nella Chiesa anglicana, a differenza sia di quella cattolica che di quella ortodossa, i vescovi possono essere sposati. Nel luteranesimo  vi è una certa varietà di prassi,  il  clero è strutturato come quello cattolico, con i vescovi a capo delle diocesi, anche se non è previsto il celibato per pastori e vescovi.

Paolo D'Arpini

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Vignola, 14 luglio 2019 - Celebrazione del Guru Purnima


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In India con la luna piena di luglio  viene celebrato  il  "Guru Purnima", che  rappresenta la pienezza della coscienza, il Sé, anche definito "guru", cioè la luce interiore che disperde le tenebre dell'ignoranza. Il guru, quindi, non è propriamente una persona, ma la pienezza dello stato indifferenziato della coscienza, in cui cessa ogni dualismo ed in cui essa risiede pienamente nella propria natura. Ed è sempre presente in ognuno di noi.

Ciononostante finché la mente umana è preda dell'ignoranza e si identifica in uno specifico nome e forma (l'individuo che crediamo di essere) è necessario per noi compiere un processo di reintegrazione (quello che viene definito "yoga"). L'energia - o consapevolezza - che consente il risvegliarci alla nostra vera natura, viene parimenti definito "guru" e può manifestarsi davanti a noi in una forma per compiere l'alchimia del risveglio, ma questa forma non è propriamente separata o altra da noi; è come un personaggio del nostro sogno che provvede a risvegliarci a noi stessi. 

Questo vero guru - che è Shiva, il Sé - viene onorato.

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Facciamo l'esempio del sogno poiché è il più vicino alla similitudine della dimenticanza di noi stessi, in quanto pura coscienza. Infatti quando noi sogniamo vediamo innumerevoli personaggi, alcuni in antitesi con altri, ma in realtà essi sono tutti lo stesso sognatore. In questo sogno della vita - il divenire - compiamo un percorso, un processo trasmutativo della coscienza individualizzata, che potremmo anche definire trasmigrazione o metempsicosi.

Durante questa notte di luna piena rifletteremo su questo processo, su questo continuo trasformarci in nuove forme e nomi, il samsara. Il motore del samsara è il karma - o azione - ma forse sarebbe meglio dire che è la propensione a compiere l'azione... Secondo la teoria della reincarnazione, il destino di questa vita (prarabdha) è la maturazione del karma più forte delle vite precedenti, con ciò non esaurendo la possibilità di future nascite con altri karma che abbisognano di una diversa condizione per potersi manifestare. Il modo per creare ulteriore karma viene individuato nell'atteggiamento con il quale viviamo la vita presente, ad esempio se emettiamo pensieri di scontento od eccessivo attaccamento verso gli eventi vissuti.

In se stesso il prarabdha di questa vita non cambia sulla base degli sforzi da noi compiuti mentre lo stiamo vivendo, è come un film che sta tutto nella pellicola, quindi pensare di modificarne il contenuto (una volta iniziata la proiezione) è irreale. Possiamo essere consapevoli ed accettare il film - come attenti spettatori - (compiendo le azioni consone e consequenziali alla situazione vissuta, con un distacco emozionale) oppure arrabbiarci e commuoverci al suo scorrimento, desiderando poi di modificarne gli eventi con la mente.... cosa che così farà formare nuovo karma...

Per riflettere su questi temi e celebrare degnamente il Guru Purnima  quest'anno  ci siamo dati appuntamento a Vignola,   in Via dei Gelsi,  nell'azienda agricola  "La Bifolca" di Maria Miani,  il 14 luglio 2019 alle ore 18. 


Lì si terrà un discorso sul Guru, con presentazione di libri in tema a cui seguirà  una sessione di canti mantra  con  accompagnamento di strumenti indiani. Saranno presenti  i nostri amici Upahar Anand  e Venu ed il gruppo bhajan "Luce di Stelle"  diretto da Mara Lenzi.  Poi, alle ore 19.00 ci sarà l’accensione del fuoco sacrale attorno al quale meditare sul nostro destino e sulla compartecipazione inscindibile all'evento vita. Seguirà quindi la condivisione del prasad  vegetariano da ognuno portato.

Paolo D'Arpini 

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P.S. Fatalità la celebrazione di quest'anno, del 14 luglio, corrisponde anche all'anniversario della Presa della Bastiglia...

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