La cosiddetta "Manina di Fatima" in realtà è la Yad Adonai, un simbolo prettamente ebraico. La mano è raffigurata simmetrica (come se avesse due pollici), perché in tal modo le dita venivano ad assumere la forma del nome divino IHWH in lettere ebraiche, ed era un simbolo ebraico molto diffuso come lo è ancor oggi fra gli Ebrei di tutto il mondo.
Lo era in particolare fra gli Ebrei del Nord Africa, specie in Tunisia, dove la maggioranza della popolazione era ebrea e lo Stato era governato da una sacerdotessa ebraica (La Kahina). Con la colonizzazione islamica del Nord Africa, le popolazioni indigene ebree o cristiane finirono massacrate, e coloro che si salvarono dalle stragi vennero convertiti all'islam con la forza. Presso di loro era molto diffuso come talismano la Yad Adonai, e gli imam locali, invece di proibirne l'uso, lo islamizzarono inventando la leggenda su Fatima, leggenda che nelle aree islamiche dove la Yad Adonai non era diffusa è semplicemente sconosciuta.
Ovviamente il contenuto della leggenda è del tutto anacronistico, perché nel periodo in cui si riferisce la poligamia e il possesso di schiave era diffuso e socialmente e religiosamente accettato, e nessuna moglie si sarebbe mai azzardata a protestare se il marito prendeva un'altra moglie o acquistava delle schiave con cui era lecito avere rapporti sessuali. Storicamente poi sappiamo che, oltre a Fatima, Ali non restò affatto "monogamo per far piacere a Fatima", ma ebbe altre mogli e altre schiave, avendo da tutte loro figli che poi giocheranno un ruolo significativo nella storia araba successiva.
L'origine ebraica e non islamica del simbolo è poi dimostrano da due elementi fondamentali
1) La forma delle dita, che rappresentano lettere ebraiche e non arabe;
2) Il fatto che al centro della mano venga costantemente riprodotto il Sigillo di Salomone.
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