Sugli altopiani andini del Sud America, in Perù, dal cielo si vedono disegni geometrici e forme di animali invisibili da terra. Da chi sono state tracciate queste gigantesche forme chiamate geoglifi?
La storia moderna di Nazca comincia nel 1926, quando un pilota, sorvolando quelle terre, scopre queste immense figure tracciate sul terreno. Questi geoglifi possono ricoprire vari chilometri e si trovano in pieno deserto in mezzo al nulla!
Essi sarebbero stati tracciati dalla civiltà Nazca, vissuta prima degli Inca, nel sud del Perù, tra il 300 a.C. e l'800 d. C. In realtà ci sono due siti. Il più famoso è Nazca, dal nome della civiltà che avrebbe tracciato queste immense figure. L’altro sito è Pampas de Jumana, ma Nazca è di gran lunga il più spettacolare.
L’arrivo degli scienziati
Tale evento archeologico di importanza mondiale attirò in questi luoghi numerosi scienziati, tra cui i più famosi sono Paul Kosok e Maria Reiche, due ricercatori molto importanti.
Maria Reiche (1903- 1998) è una matematica tedesca che studiò per molti anni questi geoglifi misteriosi e il loro significato enigmatico.
Alcuni geoglifi sono figurativi e rappresentano, in particolare, una scimmia, un condor, un cane, un ragno. Ci sono anche figure geometriche composte da spirali, linee ed elissi.
La cosa più strana è che queste figure occupano vaste superfici e continuano su altopiani, colline e terreni accidentati senza che la loro rettitudine e precisione siano compromesse.
Piste di atterraggio?
Tra le forme geometriche, si notano soprattutto perfetti triangoli isosceli orientati con precisione.
Tale ipotesi sarà ripresa da vari ricercatori, che non capivano perché i Nazca avrebbero tracciato linee rette così lunghe e perfette senza un motivo preciso.
In base alle tradizioni e alle abitudini dei Nazca, niente spiegava perché avrebbero costruito queste forme rettilinee che assomigliano così tanto alle piste dei nostri aeroporti moderni!
Animali giganteschi
Oltre alle figure geometriche, anche gli animali tracciati sul terreno sono molto precisi, ma, soprattutto, si stendono per chilometri riuscendo sempre ad essere fedeli alla rappresentazione animale evocata.
Dal ragno grande 50 m al condor lungo 120 m, al suolo è disegnata tutta una serie di animali dalle proporzioni corrette. La cosa più notevole è che tali figure assumono un significato solo se viste dal cielo, anche se i Nazca, senza mezzi per volare, non potevano assolutamente vederle, neanche dalle colline circostanti.
Quale processo di produzione è stato utilizzato?
Grazie al lavoro di Maria Reiche, si conoscono meglio le tecniche di realizzazione di questi geoglifi.
Secondo tale matematica, i Nazca iniziarono a liberare il suolo dalle rocce e dalle pietre che impedivano di creare i geoglifi. In seguito tracciarono al suolo delle linee di demarcazione per ogni figura per poi disporre le pietre lungo linee precedentemente tracciate in base a disegni redatti prima.
Il come non spiega tutto
La spiegazione di Maria Reiche sembra l’ipotesi più plausibile, ma non spiega come i Nazca potevano verificare se le figure tracciate al suolo con le pietre rappresentavano davvero le forme che volevano realizzare. Quindi al momento, a livello scientifico, resta il mistero sul processo di verifica dell'opera finita.
Quindi, come hanno fatto i Nazca, o chi per essi?
I Nazca volavano?
A quell’epoca, tra il 300 a.C. e l'800 d.C., nessuna civiltà aveva i mezzi per volare, o per costruire apparecchi che potessero farlo.
Il famoso Leonardo da Vinci fu uno dei primi a disegnare un'ala volante, ma senza realizzarla e stiamo parlando del 15° secolo. Il primo volo ufficiale della mongolfiera dei fratelli Montgolfier ebbe luogo nel 1783 a Parigi.
E tuttavia forse i Nazca avevano trovato il modo di volare, o, almeno, di alzarsi in aria.
Secondo alcuni ricercatori, sarebbero stati in grado di creare apparecchi ad aria calda capaci di alzarsi in aria.
Nel 1975, due specialisti di areostati, l’inglese Julian Nott e l’americano Jim Woodman, crearono un pallone ad aria calda con corde e tele esistenti a quell’epoca. Il pallone si alzò fino a 90 metri, per poi cadere brutalmente rischiando di ucciderli.
La pista extraterrestre?
È a questo punto che entra in gioco la pista extraterrestre. Le ho già parlato dei disegni rettilinei simili a piste d'atterraggio. Essi acquisiscono un senso davanti all'impossibilità degli scienziati di spiegare a che cosa servono questi disegni sul terreno e al tentativo infruttuoso del pallone ad aria calda.
Tale enigma porta ovviamente all’ipotesi dello sbarco di extraterrestri sugli altopiani del Perù. Questa è del resto l’ipotesi di uno dei più grandi specialisti di Nazca: Erich von Daniken.
La storia moderna di Nazca comincia nel 1926, quando un pilota, sorvolando quelle terre, scopre queste immense figure tracciate sul terreno. Questi geoglifi possono ricoprire vari chilometri e si trovano in pieno deserto in mezzo al nulla!
Essi sarebbero stati tracciati dalla civiltà Nazca, vissuta prima degli Inca, nel sud del Perù, tra il 300 a.C. e l'800 d. C. In realtà ci sono due siti. Il più famoso è Nazca, dal nome della civiltà che avrebbe tracciato queste immense figure. L’altro sito è Pampas de Jumana, ma Nazca è di gran lunga il più spettacolare.
L’arrivo degli scienziati
Tale evento archeologico di importanza mondiale attirò in questi luoghi numerosi scienziati, tra cui i più famosi sono Paul Kosok e Maria Reiche, due ricercatori molto importanti.
Maria Reiche (1903- 1998) è una matematica tedesca che studiò per molti anni questi geoglifi misteriosi e il loro significato enigmatico.
Alcuni geoglifi sono figurativi e rappresentano, in particolare, una scimmia, un condor, un cane, un ragno. Ci sono anche figure geometriche composte da spirali, linee ed elissi.
La cosa più strana è che queste figure occupano vaste superfici e continuano su altopiani, colline e terreni accidentati senza che la loro rettitudine e precisione siano compromesse.
Piste di atterraggio?
Tra le forme geometriche, si notano soprattutto perfetti triangoli isosceli orientati con precisione.
Tale ipotesi sarà ripresa da vari ricercatori, che non capivano perché i Nazca avrebbero tracciato linee rette così lunghe e perfette senza un motivo preciso.
In base alle tradizioni e alle abitudini dei Nazca, niente spiegava perché avrebbero costruito queste forme rettilinee che assomigliano così tanto alle piste dei nostri aeroporti moderni!
Animali giganteschi
Oltre alle figure geometriche, anche gli animali tracciati sul terreno sono molto precisi, ma, soprattutto, si stendono per chilometri riuscendo sempre ad essere fedeli alla rappresentazione animale evocata.
Dal ragno grande 50 m al condor lungo 120 m, al suolo è disegnata tutta una serie di animali dalle proporzioni corrette. La cosa più notevole è che tali figure assumono un significato solo se viste dal cielo, anche se i Nazca, senza mezzi per volare, non potevano assolutamente vederle, neanche dalle colline circostanti.
Quale processo di produzione è stato utilizzato?
Grazie al lavoro di Maria Reiche, si conoscono meglio le tecniche di realizzazione di questi geoglifi.
Secondo tale matematica, i Nazca iniziarono a liberare il suolo dalle rocce e dalle pietre che impedivano di creare i geoglifi. In seguito tracciarono al suolo delle linee di demarcazione per ogni figura per poi disporre le pietre lungo linee precedentemente tracciate in base a disegni redatti prima.
Il come non spiega tutto
La spiegazione di Maria Reiche sembra l’ipotesi più plausibile, ma non spiega come i Nazca potevano verificare se le figure tracciate al suolo con le pietre rappresentavano davvero le forme che volevano realizzare. Quindi al momento, a livello scientifico, resta il mistero sul processo di verifica dell'opera finita.
Quindi, come hanno fatto i Nazca, o chi per essi?
I Nazca volavano?
A quell’epoca, tra il 300 a.C. e l'800 d.C., nessuna civiltà aveva i mezzi per volare, o per costruire apparecchi che potessero farlo.
Il famoso Leonardo da Vinci fu uno dei primi a disegnare un'ala volante, ma senza realizzarla e stiamo parlando del 15° secolo. Il primo volo ufficiale della mongolfiera dei fratelli Montgolfier ebbe luogo nel 1783 a Parigi.
E tuttavia forse i Nazca avevano trovato il modo di volare, o, almeno, di alzarsi in aria.
Secondo alcuni ricercatori, sarebbero stati in grado di creare apparecchi ad aria calda capaci di alzarsi in aria.
Nel 1975, due specialisti di areostati, l’inglese Julian Nott e l’americano Jim Woodman, crearono un pallone ad aria calda con corde e tele esistenti a quell’epoca. Il pallone si alzò fino a 90 metri, per poi cadere brutalmente rischiando di ucciderli.
La pista extraterrestre?
È a questo punto che entra in gioco la pista extraterrestre. Le ho già parlato dei disegni rettilinei simili a piste d'atterraggio. Essi acquisiscono un senso davanti all'impossibilità degli scienziati di spiegare a che cosa servono questi disegni sul terreno e al tentativo infruttuoso del pallone ad aria calda.
Tale enigma porta ovviamente all’ipotesi dello sbarco di extraterrestri sugli altopiani del Perù. Questa è del resto l’ipotesi di uno dei più grandi specialisti di Nazca: Erich von Daniken.
La sua amica,
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