Cristianesimo, vera causa di decadenza culturale, religiosa e politica dell'impero romano



Resta incorrotta, malgrado le menzogne della setta ebraica definita "cristiana", la  grandezza dell'imperatore e filosofo Giuliano Flavio, impropriamente definito l'apostata (ucciso a 32 anni ), il quale  individuava nel cristianesimo una delle cause principali della decadenza dell’Impero sotto molti punti di vista, inclusi quello economico e sociale: trova infatti riprovevole che una setta giudaica, emarginata dagli stessi giudei, si arroghi il diritto di disprezzare la cultura atavica, fautrice dell’unità del mondo classico e responsabile del buon funzionamento dell’Impero: la nuova religione ha permesso a Costantino e ai suoi discendenti di legittimare i loro omicidi e ha introdotto il terrore e il senso di colpa nella vita quotidiana. Giuliano rimase sempre profondamente diffidente nei  confronti dei cristiani perché  "è a causa della loro demenza che tutto è stato sovvertito".  (Ad Atarbio)

Integrazione/commento di Giorgio Vitali:

Il Grande condottiero Giuliano Flavio, imperatore dei Romani e VINCITORE dei Germani, fu assassinato a tradimento e sicuramente da un cristiano, mentre in prima fila, combatteva contro i PARSI in una spedizione che avrebbe sicuramente cambiato il quadro geopolitico ed avrebbe anche chiuso una certa parentesi storica. Fu arbitrariamente definito APOSTATA, non avendo potuto esserlo per il fatto che EBBE solo INSEGNANTI PAGANI, leggere l'ottimo libro scritto dal noto scrittore francese A. De Vigny: DAFNE. QUESTA DENOMINAZIONE DI APOSTATA è il solito FALSO cristianista, che documenta la falsità intrinseca di questa religione posticcia. 


Basti pensare che NON POTENDO NEGARE CHE LE FRASI messe in bocca a Gesù NEGLI EVANGELI, comprese le parabole, DERIVANO INTERAMENTE DAGLI SCRITTI DI SENECA, HANNO AVUTO L'ACCORTEZZA DI INVENTARE UNA CORRISPONDENZA FRA SAN PAOLO E SENECA! Ma anche in questo caso, posta la veridicità dell'esistenza di questo Paolo, NON potrebbero negare che fu Paolo ad assorbire i principi essenziali dal NEOPLATONISMO espressi da Seneca in maniera esemplare. 

E' peraltro interessante notare che l'immagine che ci VIENE TRAMANDATA di Paolo, e che figura in tutti i quadri o sculture o affreschi in cui compare questo personaggio, è in realtà la testa di PLOTINO, ricavata da una sua statua in parte andata perduta. Pertanto, i segni CONCRETI non mancano MAI. Consiglio la lettura del seguente libro: Gli Occhi dell'Anima. Intreccio di scrittura fra Giuliano detto l'Apostata e Saturnino Secundo Salustio. Il Catechismo di Salustio. A cura di Giuseppe Dagnino, Ed. ECIG, da questo libro si capisce benissimo la condizione di VUOTO concettuale di quello stadio della formazione di una nuova ideologia che si chiama STATO NASCENTE. 

Il miscuglio dal quale è uscita fuori la dottrina pseudo religiosa del cristianesimo. Nel senso che tale dottrina si è forgiata nel tempo MA SU BASI ESCLUSIVAMENTE FILOSOFICHE. Essendo la teologia una branca della filosofia. Apparizioni, miracoli, detti e contraddetti non c'entrano. 

Colgo l'occasione per fare una MIA considerazione. Fino a fine ottocento ( XIX Secolo)  l'alfabetizzazione individuale era prevalentemente del mondo protestante, perché dovendo il singolo individuo abbeverarsi della parola divina, era logico che fosse in condizione di LEGGERE il testo sacro: la Bibbia. Le masse cattoliche erano-coerentemente- analfabete, dovendo queste accedere alla verità solo grazie all'intermediazione del prete. Unico acculturato. Il processo di laicizzazione del sapere e conseguente secolarizzazione, ha comportato la nascita di facoltà di filosofia anche nelle Università NON pontificie e lo sviluppo dello studio della filosofia nei licei statali. Inoltre, è avvenuto un altro fenomeno. Anche le Università religiose, soprattutto quelle Pontificie, si sono aperte ai Laici e pertanto NON sono solo le persone che avrebbero intrapreso la CARRIERA SACERDOTALE ad avere il POSSESSO delle chiavi di lettura utilizzate nella TEOLOGIA. Quindi le contraddizioni intrinseche a tale elaborazione dottrinaria stanno venendo al pubblico con sempre più alta frequenza. Per la Casta sacerdotale i tempi sono difficili.  (GV)    

Collegamenti tra sionismo, comunismo e grande finanza ebraica



Viene riportato che i Rothschild erano furiosi con i Russi perché non erano preparati a permettergli di formare una banca centrale nella loro nazione. Quindi essi radunarono gruppi di  emissari  che inviarono in Russia per stimolare una rivoluzione a beneficio dell'uomo comune, che era in realtà la presa della Russia da parte di una élite ebraica controllata dai Rothschild.

A queste spie ebree venivano dati, secondo l'antica tradizione di inganni ebraici, dei nomi Russi, ad esempio Trotsky era un membro del primo gruppo ed il suo nome originale era Bronstein. Questi gruppi vennero inviati nelle zone di tutta la Russia per scatenare rivolte e ribellioni.


L'Edizione Internazionale del Jewish Post, nella settimana che finiva il 24 Gennaio 1991, conferma che Vladimir Lenin era Ebreo. Lenin è anche nei registri perché disse “Fondare una banca centrale è il 90% della comunistizzazione di una nazione”.
Questi Ebrei, i Bolscevichi fondati dai Rothschild, avrebbero proseguito nel corso della storia per massacrare 60 milioni di Gentili e di non-Ebrei nel territorio Sovietico. Infatti l'autore Aleksandr Solzhenitsyn nella sua opera “Gulag Archipelago, Vol. 2” afferma che gli Ebrei crearono e amministrarono il sistema organizzato di campi di concentramento Sovietici in cui morirono questi milioni di non-Ebrei.


A pagina 79 del suo libro fa addirittura i nomi degli amministratori della più grande macchina di morte nella storia del mondo. Sono Aron Solts, Yakov Rappoport, Lazar Kogan, Matvei Berman, Genrikh Yagoda, e Naftaly Frenkel. Tutti e sei sono Ebrei Sionisti. Nel 1970 Solzhenitsyn ricevette il premio Nobel per la Pace per la letteratura.
L'opportunità di manifestare la loro Sion giunse con la Rivoluzione Russa, che venne finanziata da banchieri Ebrei. Uno dei loro, l'Ebreo Tedesco Karl Marx (Mordechai Levi), catalizzò gli eventi con la pubblicazione del suo Manifesto Comunista.


Inviato da N.V.

Avvento del cristianesimo e fine della civiltà antica



 Da parte di diversi autori è stato osservato che il cristianesimo si è potuto diffondere con relativa rapidità nel mondo antico, incontrando relativamente poca resistenza, in una maniera che è stata paragonata a un contagio, un'epidemia le cui cause sembrano in qualche modo misteriose, nonostante la sua evidente carica di sovversione e dissoluzione nei confronti del mondo e della cultura antichi.

Io credo che la spiegazione di ciò sia complessa, richiamando una serie di fattori che hanno agito come concause, ma non sia assolutamente un mistero (i misteri, nei limiti del possibile, lasciamoli a chi ha “fede”). 

Per prima cosa, occorre notare che il cristianesimo è venuto a inserirsi al momento opportuno in una crisi che aveva origini più remote. Il punto chiave è che all'interno dell'ecumene circum-mediterraneo “romano” l'elemento romano-italico era da tempo in declino demografico, e tu certamente mi insegni (1) che nessuna istituzione può reggere a lungo quando viene a mancare l'elemento umano che l'ha prodotta.

Occorre tenere presente che Roma si è trovata coinvolta in una serie interminabile e quasi continua di guerre prima dentro la Penisola italica, poi fuori dalla stessa, fin dall'età repubblicana.

Gli effetti economico-sociali di questa situazione sono abbastanza noti: l'economia antica era un'economia essenzialmente agricola. Gli effetti di questa situazione erano completamente diversi sulla piccola proprietà terriera a conduzione familiare e sulla grande proprietà.

La piccola proprietà contadina gestita da aziende a conduzione familiare, quelli che oggi chiameremmo “coltivatori diretti”, veniva a trovarsi in difficoltà crescenti per l'assenza del capofamiglia che ne era anche la principale forza lavoro. La grande proprietà se la cavava molto meglio perché poteva contare su lavoro servile, non solo ma si presentava sistematicamente la possibilità di allargarsi acquistando a prezzi stracciati i fondi dei piccoli proprietari indebitati.

Tutto il periodo delle guerre civili, dai Gracchi all'affermazione del principato, è la lotta fra piccoli proprietari indebitati e grandi proprietari che si stanno trasformando in latifondisti. Le richieste costanti della parte plebea sono la cancellazione dei debiti e la distribuzione di terre ai veterani (quest'ultima troverà accoglimento solo in epoca bizantina, e probabilmente la sua soddisfazione fu determinante nel consentire a Bisanzio di sopravvivere per altri mille anni).

Quali sono gli effetti demografici di questa situazione? L'estensione del latifondo e la progressiva scomparsa della piccola proprietà contadina comportarono il passaggio dall'agricoltura intensiva all'agricoltura estensiva e alla pastorizia, cioè a una brusca diminuzione della redditività della terra per unità di superficie, oltre che a un sempre più ampio ricorso al lavoro servile, mentre i contadini espulsi dalle campagne in genere non avevano scelta se non di inurbarsi, entrare a far parte di quelle plebi urbane che vivevano perlopiù di espedienti e che gli imperatori cercavano di tenere buone dando loro “panem et circenses”. In questo passaggio dalla campagna alla città, la fecondità delle famiglie cala bruscamente perché non c'è più l'incentivo a mettere al mondo figli che rappresentino braccia utili per il lavoro dei campi. Nel frattempo, il posto di costoro sulla terra viene preso sempre più dalla manodopera servile, ossia da un'accozzaglia di stranieri provenienti da ogni angolo del Mediterraneo.

E' importante tenere presente anche il calo di redditività della terra, che comporta una politica di sempre nuove guerre e conquiste per procurarsi il necessario ad andare avanti. Man mano che lo stato romano si allarga includendo sempre più componenti allogene, l'elemento romano-italico si diluisce.

In età imperiale l'agricoltura italica era così poco remunerativa che il grano necessario per sfamare una popolazione crescente veniva quasi interamente dall'Africa e fu la conquista dell'Africa romana da parte dei Vandali di Genserico a determinare a tutti gli effetti il collasso dell'impero romano d'Occidente.

Che cosa i Romani stavano inglobando, cosa era entrato a far parte dello stato romano sempre meno romano? Certamente, l'inclusione di altri elementi europei, Veneti, Celti, Illiri, non poteva essere un fatto di per sé negativo, ma c'era soprattutto l'Oriente (e l'Africa del nord) “ellenistico”, che tra l'altro rappresentava le maggiori risorse economiche e il maggior peso demografico, ed è qui che il cristianesimo si incisterà per iniziare la sua diffusione.

Bisogna dire la verità su questo “ellenismo” che di “ellenico” aveva poco o nulla. Le campagne militari di Alessandro, misero nelle sue mani e in quelle dei suoi eredi l'impero persiano, la prima potenza multinazionale, di cui la Grecia-Macedonia risultava a tutti gli effetti un'appendice. Ben presto, elementi e cultura nativi avevano salito la gerarchia degli stati ellenistici, permeando facilmente il tenue velo rappresentato dall'esigua élite dei conquistatori ellenici. I centri importanti dell'ellenismo non sono in Grecia, anche Atene ha ormai un ruolo marginale, ma in Oriente, Antiochia e Alessandria.

Esiste un parallelismo tra le conquiste di Alessandro e l'espansione romana, sul quale sarebbe necessario riflettere: il passaggio improvviso o quasi improvviso dalla dimensione delle polis, delle città-stato (lo era anche Roma) all'impero universale senza praticamente passare per una dimensione intermedia di stato-nazione ritrovandosi con istituzioni che appaiono drammaticamente sottodimensionate alla nuova realtà.

Una cosa che io trovo molto significativa, è che la lingua latina attecchì in Gallia e in Iberia, ma anche nella Dacia, l'ultima e più precaria conquista romana, ma l'unica terra in Oriente fuori da quel contesto “ellenistico” che del latino non ne voleva proprio sapere, mostrando in ciò, ma non soltanto in ciò, l'avversione e l'incompatibilità con tutto ciò che fosse autenticamente romano.

Oswald Spengler ne Il tramonto dell'Occidente ha parlato di una “civiltà arabo-magica” nascosta nell'età antica dalla presenza della civiltà classica, che sarebbe venuta allo scoperto in modo evidente soltanto con l'islam, ma che sarebbe esistita già molti secoli prima di Maometto. Personalmente, sono incline a dargli ragione, a ritenere che il mondo “ellenistico” sia stato solo annesso politicamente da Roma, ma rimaneva un mondo assolutamente non romano né romanizzabile.

 Tanto per completare il quadro, poi in varie parti dell'impero esistevano i dediticii, popolazioni che si erano sottomesse spontaneamente a Roma, e ne avevano ricevuto l'equivalente di un semplice vassallatico, si amministravano con le loro leggi o le loro usanze, popoli che rimanevano avulsi dalla civiltà romana, spesso non comprendevano nemmeno il latino, e certo non avrebbero mosso un dito in favore della romanità. Costantino con l'editto di Milano attribuì in prima battuta ai cristiani lo status di dediticii, con vari vantaggi come l'esenzione dal servizio militare.

 Un sistema basato sul latifondo e il lavoro servile doveva portare per forza a un drammatico acutizzarsi delle differenze sociali e allo scollamento fra i popoli dell'impero e la classe dirigente e le istituzioni statali proprio quando la massiccia introduzione di schiavi rendeva la composizione etnica sempre più frammentata. A questo si aggiunge anche il fatto che i costi delle continue guerre (prima di conquista, poi guerre civili provocate dalla fragilità istituzionale dell'impero romano, dove la successione finiva per essere decisa dagli scontri armati fra le legioni) e del crescente, ipertrofico apparato burocratico, comportavano una fiscalità sempre più esosa.

Da qui, le frequenti rivolte contadine, dei bagaudi nelle Gallie, dei circellioni in Africa. Tra l'altro, nella rivolta africana dei circellioni (braccianti a giornata) si inserì il movimento dei donatisti (un gruppo cristiano radicale) fornendo, per così dire, il supporto ideologico, mentre la Chiesa ufficiale condannava l'eresia donatista rassicurando il potere imperiale e inaugurando un gioco delle parti che i cristiani avrebbero spesso ripetuto con consumata abilità nei secoli, mostrandosi rivoluzionari e conservatori a seconda delle circostanze, e approfittando destramente di tutte le opportunità per ingrandire il proprio potere.

Senz'altro questa situazione di crisi ha favorito a partire dal II secolo E. V. la diffusione delle cosiddette religioni soteriologiche, ossia predicanti una salvezza ultraterrena e/o consistente nella fuga dal mondo, nell'abbandono dell'interesse per la dimensione politico-sociale, della ricerca o dell'attesa di un redentore di un qualche genere.

La crisi della religione capitolina è da mettere prima di tutto  in relazione con la rarefazione dell'elemento romano-italico che ne era, fuori discussione, il suo supporto naturale. All'epoca si sviluppa la “mitologia classica” ma è un'operazione letteraria realizzata appiattendo le differenze fra il pantheon capitolino e quello olimpico, e mi pare richieda anche una buona dose di scetticismo e/o un interesse puramente erudito per le credenze degli avi, e comunque riguardava solo gli strati sociali alti e acculturati.

A livello popolare, invece, si può dire “tutto fa brodo”: si riscoprono e si diffondono gli antichi culti misterici, nascono il neoplatonismo e il neopitagorismo che valorizzano i cascami mistici del pensiero di Platone e di Pitagora, ma soprattutto tanta mistica, tanto magismo orientale: il culto isiaco dall'Egitto, poi mitraismo, manicheismo, zoroastrismo, gnosticismo e chi più ne ha più ne metta.

In tutte queste tendenze emerge qualcosa che è esattamente il contrario dello spirito romano: uno spirito servile, femminile, infantile che si inginocchia davanti a una figura-feticcio per impetrare la redenzione: Iside, Orfeo o Cristo non fa molta differenza.

Il romano è a livello etico prima di tutto l'uomo in piedi davanti agli uomini e davanti agli dei, con lo sguardo sereno e il ciglio asciutto davanti alla vita e davanti alla morte. “Et facere et pati fortiter romanum est”, “Che accada quello che può, io farò quel che devo”, che non ha bisogno di essere né consolato né redento.

Non è certamente un caso che fra tutti questi culti, quello che si affermò di più nell'ambiente militare fu quello di Mithra, infatti fra di essi era probabilmente il meno svirilizzato e il meno svirilizzante; certo, non si può nemmeno fare il paragone fra esso e il culto di Cibele, “grande madre” orientale, officiato da sacerdoti castrati e vestiti da donna.

Questi culti hanno dissodato il terreno al cristianesimo, non solo perché il cristianesimo riciclerà parecchie delle loro concezioni, ma perché crearono la mentalità del “fedele” psicologicamente dipendente da una divinità-feticcio da cui si aspetta “la salvezza”.

Rispetto a tutti questi culti, il cristianesimo aveva però un vantaggio che alla lunga si rivelerà determinante: un'organizzazione gerarchica ben strutturata e ramificata, con un'efficienza “militare”, e che controllava strettamente la vita dei fedeli (E' ben noto l'episodio di “san” Pietro che uccise o fece uccidere i coniugi Anania e Zaffira per non aver versato interamente alla comunità cristiana il ricavato della vendita di un campo).

A partire dal III secolo gli imperatori avevano ben compreso che era necessario ricostruire l'unità religiosa dell'impero, anche perché solo da essa poteva venire la legittimazione del potere imperiale. I Severi e Aureliano tentarono di instaurare un culto solare. Diocleziano mirò alla divinizzazione della stessa figura imperiale. Costantino mirò a utilizzare il cristianesimo (a cui non credeva) per il medesimo scopo.

Come è successo che questa fede nata dal tronco del messianesimo ebraico, dallo spirito di rivolta antiromano, e poi divenuta il catalizzatore di tutti i ribelli e i malcontenti, vista fin allora come un pericolo e  conseguentemente perseguitata, ha finito per essere vista come la soluzione della crisi spirituale dell'impero?

Una risposta interessante e probabilmente valida, l'ha data uno studioso rumeno, Vasile Florescu. Certamente è paradossale, ma è un fatto che negli anni della Cortina di Ferro, l'anticlericalismo comunista consentiva di esprimersi su queste tematiche con maggiore libertà di quella di cui “godiamo” nel “libero” Occidente:

“Lo stato gigantesco ed eccessivamente centralizzato si trovava ad avere bisogno di un nuovo tipo di impiegato, di un impiegato che fosse maestro di calcolo e di tachigrafia e non stesse a guardare indietro verso la libertà civile perduta. Il funzionario di vecchio tipo formatosi attraverso gli studi letterari dominati dalla retorica e capace di parlare bene, citare filosofi e poeti, di pensare in fondo con maggiore profondità, non può più soddisfare le esigenze di un'epoca in cui la magistratura si trasforma in burocrazia. Tale funzionario poi, sempre per la sua formazione di vecchio stampo, tende a rimpiangere il periodo delle libertà repubblicane, e non è certo questo che può cattivare la fiducia dell'imperatore. I dirigenti cristiani si sono accorti per tempo di questa situazione. Le dichiarazioni di fedeltà all'ordine costituito – “Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio” –, gli inviti rivolti agli schiavi perché restassero alle condizioni in cui si trovavano – “I padroni sono di Dio” – miravano ad uno scopo ben precisato. L'editto del 313 che eleva il cristianesimo al rango di religione ufficiale è il risultato di un'abile infiltrazione nei quadri dell'apparato statale a livello basso e medio e, insieme, dei ripetuti, ostinati tentativi di tranquillizzare gli imperatori” (2).

In poche parole, a un sistema totalitario servono uomini totalitari, e i cristiani lo sono.

Costantino non era cristiano, sebbene presiedesse il concilio di Nicea che doveva definire i caratteri dottrinali della nuova fede che per lui era semplicemente un instrumentum regni come il culto solare per i severi e aureliano. è leggenda, probabilmente inventata, che si sia fatto battezzare sul letto di morte, o ciò può essere stato fatto quando non era più cosciente. Egli però non si avvide che non ci si poteva servire del cristianesimo, ma solo servirlo.

 Dopo Costantino e il tentativo di restaurazione di Giuliano, arriva Teodosio che è ormai uno strumento nelle mani dei cristiani, in particolare del vescovo Sant’ Ambrogio. Questo imperatore-pupazzo che la Chiesa orientale ha addirittura canonizzato compie quello che è forse l'atto più infame di quasi due millenni di storia: l'editto di Tessalonica del 380 E. V. con il quale il cristianesimo diventa religione ufficiale dello stato romano e continua a perseguire i culti degli avi come un delitto passibile della pena di morte.

La vera cristianizzazione dell'impero comincia con Tessalonica, perché fino ad allora, nonostante tutti i fattori di crisi che abbiamo visto, non era cristiana più di un terzo della popolazione in Oriente e meno di un sesto in Occidente, e fu una “conversione” ottenuta con la più brutale delle violenze, una gigantesca operazione di stravolgimento dell'anima dei popoli dell'ecumene circum-mediterraneo che trova un paragone (debole, tra l'altro) forse solo nell'opera di sovietizzazione della Russia compiuta da Stalin.

Il terrificante supplizio a cui era stata sottoposta la povera Ipazia è stato solo un piccolo antipasto dell'orgia di violenza scatenata sotto il segno mortifero della croce: i culti pagani furono non solo proibiti, i sacerdoti e i fedeli che osavano resistere furono massacrati, i templi furono profanati trasformandoli in stalle, postriboli e chiese cristiane; gli inquisitori di Teodosio nella loro furia arrivarono addirittura a “giustiziare” bambini che avevano giocato con i frammenti delle statue degli dei abbattute.

Questa è una parte della nostra storia che gli storici ufficiali, quelli stessi che enfatizzano le persecuzioni pagane contro i cristiani si guardano bene dal raccontare.

Lo storico greco Vlasis Rasias l'ha fatto mettendoci sotto gli occhi una realtà che molti vorrebbero restasse sconosciuta, nel libro La distruzione dei templi.

Quello che segue è un estratto del libro di Rasias apparso sul sito della Congregazione degli Ellenici:

Anno 314 - Immediatamente dopo la sua piena legalizzazione, la chiesa cristiana attacca i pagani: il concilio di Ancirra denuncia il culto della Dea Artemide.

Anno 324 - L'imperatore Costantino dichiara il cristianesimo come l'unica religione ufficiale dell'impero romano. In Didima, in Asia minore, viene saccheggiato l'oracolo del Dio Apollo e i sacerdoti pagani vengono torturati sino alla morte. I pagani vengono allontanati dal Monte Athos e sono distrutti tutti i templi greci del luogo.

Anno 326 - L'imperatore Costantino, seguendo le istruzioni di sua madre Elena, distrugge il tempio del Dio Asclepio in Aigeai, in Cilicia e molti templi della Dea Afrodite in Gerusalemme, Afaka, Mambre, Feniciea, Baalbek, ecc.

Anno 330 - L'imperatore Costantino ruba i tesori e le statue dei templi pagani della Grecia per decorare la Nuova Roma, Costantinopoli, la nuova capitale dell'impero.

Anno 335 - L'imperatore Costantino saccheggia molti templi Pagani dell'Asia Minore e della Palestina e ordina l'esecuzione per crocifissione di "tutti i maghi e indovini". Viene martirizzato il filosofo neoplatonico Sopatrus.

Anno 341 - L'imperatore Flavio Giulio Costanzo perseguita "tutti gli indovini e gli ellenici". Molti pagani greci sono imprigionati o giustiziati.

Anno 346 - Nuove persecuzioni su larga scala contro i pagani di Costantinopoli. Viene bandito il famoso oratore Libanius, accusato di essere un "mago".

Anno 353 - Un decreto di Costanzo ordina la pena di morte per tutti coloro che pratichino sacrifici e idolatria.

Anno 354 - Un nuovo decreto ordina la chiusura di tutti i templi pagani. Alcuni di questi sono profanati e trasformati in bordelli o sale da gioco. Sono giustiziati molti sacerdoti pagani.

Anno 354 - Un nuovo editto di Costantino ordina la distruzione dei templi pagani e l'esecuzione di tutti gli idolatri. Primi roghi di biblioteche in varie città dell'impero. Le prime fabbriche di cemento vengono costruite vicino ai templi pagani chiusi. La gran parte delle sacre architetture dei pagani vengono ridotte a calcinacci.

Anno 357 - Costantino proibisce tutti i metodi di divinazione, compresa l'astrologia.

Anno 359 - In Skytopolis, Siria, i cristiani organizzano il primo campo di concentramento per la tortura e l"esecuzione dei pagani arrestati in qualsiasi parte dell'Impero.

Anno 361 fino al 363 - La tolleranza religiosa e la restaurazione dei culti pagani sono nuovamente dichiarate a Costantinopoli, il 1° dicembre 361, dall'imperatore Flavio Claudio Giuliano.

Anno 363 - Assassinio dell'imperatore Giuliano (26 giugno).

Anno 364 - L'imperatore Flavio ordina di bruciare la biblioteca di Antiochia.

Anno 364 - Un editto imperiale, dell'11 settembre, ordina la pena di morte per tutti i pagani che praticano il culto antico degli Dei ancestrali o praticano la divinazione ("sileat omnibus perpetuo divinandi curiositas"). Tre decreti differenti (4 febbraio, 9 settembre, 23 dicembre) ordinano la confisca di tutte le proprietà dei templi pagani, punendo con la pena di morte tutti coloro che praticano rituali pagani, inclusi quelli fatti privatamente.

Anno 365 - Un decreto imperiale, del 17 novembre, proibisce ai funzionari pagani di comandare i soldati cristiani.

Anno 370 - L'imperatore Valente ordina una tremenda persecuzione contro i pagani in tutta la parte orientale dell'Impero. Ad Antiochia si giustizia, in mezzo a molti altri pagani, l"ex governatore Fidustius e i sacerdoti Hilarius e Patricius. Si bruciano numerosi libri nelle piazze delle città dell'Impero dell'est. Si perseguitano tutti gli amici di Giuliano (Orebasius, Sallustius, Pegasius, ecc.). Viene bruciato vivo il filosofo Simonides e decapitato il filosofo Maximus.

Anno 372 - L'imperatore Valente ordina al governatore dell'Asia Minore di sterminare tutti gli ellenici e tutti i documenti relativi al loro sapere.

Anno 373 - Nuova proibizione di tutti i metodi di divinazione. Il termine "pagano" è introdotto dai cristiani per disprezzare i gentili.

Anno 375 - Si chiude il tempio del Dio Asclepio nell'Epidauro, in Grecia.

Anno 380 - Il 27 febbraio, un editto dell'imperatore Flavio Teodosio converte il cristianesimo in religione esclusiva dell'Impero Romano, proclamando: "tutte le nazioni che sono soggette alla nostra clemenza e moderazione devono continuare a praticare la religione che fu introdotta ai romani dal divino apostolo Pietro". I non cristiani sono definiti "ripugnanti, eretici, stupidi e ciechi". In un altro decreto Teodosio chiama "insani" tutti quelli che non credono nel Dio cristiano e proibisce discrepanze nei confronti dei dogmi della chiesa. Ambrosio, vescovo di Milano, comincia a distruggere tutti i templi della sua zona. I preti cristiani istigano e spingono il popolo a ribellarsi contro il tempio della Dea Demetra, in Eleusi e tentano di linciare i sacerdoti pagani Nestorius e Priskus. Il sacerdote pagano Nestorius mette fine ai Misteri Eleusini e annuncia la predominanza dell'oscurità mentale sopra la razza umana.

Anno 381 - Il 2 maggio, Teodosio priva di tutti i loro diritti i cristiani che tornano a praticare la religione pagana. In tutta la parte orientale dell'Impero si saccheggiano o si bruciano i templi e le biblioteche pagane. Il 21 dicembre, Teodosio proibisce anche la semplice visita ai templi ellenici. A Costantinopoli il tempio della Dea Afrodite diventa un bordello, mentre il tempio di Helios e Artemide una stalla.

Anno 382 - "Hellelu-jah", Gloria a Yawe, si impone nelle messe cristiane.

Anno 384 - L'imperatore Teodosio ordina al prefetto pretoriano Maternus Cynegius, un devoto cristiano, di cooperare con i vescovi locali e distruggere i templi dei pagani nel nord della Grecia e in Asia Minore.

Anno 385 fino al 388 - Maternus Cynegius, animato dalla sua fanatica sposa e dal vescovo (Santo) Marcellus, percorre con le sue bande tutto il paese, sequestrando e distruggendo cento templi ellenici, santuari e altari. Tra questi fu distrutto il tempio di Odessa, il Cabeireion di Imbros, il tempio di ZEUS ad Apamea, il tempio di Apollo a Dydima e tutti i templi di Palmyra. Migliaia di innocenti pagani in tutto l"Impero vengono martirizzati nel terrificante e orribile campo di concentramento di Skythopolis.

Anno 386 - L'imperatore Teodosio proibisce, il 16 giugno, il restauro dei templi pagani saccheggiati.

Anno 388 - Per volontà di Teodosio si proibiscono i dibattiti pubblici sui temi religiosi. Il vecchio oratore Libanius spedisce una famosa Epistola "Pro Templis" a Teodosio, con la speranza che quei pochi templi ellenici rimasti vengano rispettati e risparmiati.

Anno 389 fino al 390 - Si proibiscono tutte le feste che non rientrano nei calendari cristiani. Orde di eremiti fanatici, provenienti dal deserto, invadono le città del Medio Oriente e dell'Egitto distruggendo statue, altari, biblioteche, templi e linciando i pagani. Teofilo, patriarca di Alessandria, da inizio ad una dura persecuzione contro i pagani, converte il tempio di Dionisio in una chiesa cristiana, brucia il Mithraeum della città, distrugge il tempio di Zeus e schernisce i sacerdoti pagani prima di farli lapidare, mentre la popolazione cristiana profana le immagini di culto.

Anno 391 - Il 24 febbraio, un nuovo decreto di Teodosio non solo proibì la visita ai templi pagani, ma impose anche di guardare le statue deturpate. Nuove e terribili persecuzioni per tutto l"Impero. In Alessandria i pagani, liberati dal filosofo Olympius, organizzano una rivolta e dopo alcuni scontri si rinchiudono nel tempio fortificato del Dio Seraphide (il Serapeion). Dopo un violento assedio, i cristiani prendono l'edificio, lo distruggono, bruciano la sua famosa biblioteca e profanano le immagini di culto.

Anno 392 - L'8 novembre, l'imperatore Teodosio proibisce tutti i rituali non cristiani e li chiama "superstizioni dei Gentili" (gentilicia superstitio). Nuova persecuzione su grande scala contro i pagani. I Misteri di Samotracia sono proibiti e vengono assassinati i sacerdoti pagani. A Cipro il vescovo locale (San) Epifanio e (San) Tychon distruggono quasi tutti i templi dell'isola e sterminano migliaia di pagani. I misteri locali della Dea Afrodite vengono censurati. Nell'editto di Teodosio si dichiara: "quelli che non ubbidiranno al padre Epifanio non avranno diritto di vivere in quest'isola". I pagani si rivoltano contro l'imperatore e la Chiesa a Petra, Aeropolis, Rafia, Gaza, Baalbek e altre città del Medio Oriente.

Anno 393 - Si proibiscono i Giochi di Pythian, i Giochi di Aktia e i Giochi Olimpici considerati come parte dell'idolatria ellenica. I cristiani saccheggiano i templi di Olympia.

Anno 395 - Due nuovi decreti, del 22 luglio e del 7 Agosto, causano nuove persecuzioni contro i pagani. Rufinus, l'eunuco Primo ministro dell'imperatore Flavius Arcadius, dirige le sue orde di battezzati goti, guidati da Alarico, in Grecia. Animati dai monaci cristiani, i barbari saccheggiano e bruciano molte città (Dion, Delphi, Megara, Corinto, Pheneos, Argos, Nemea, Lycosoura, Sparta, Messene, Phigaleia, Olympia, ecc), massacrano o schiavizzano innumerevoli pagani ellenici e diroccano tutti i Templi. Bruciano il Santuario di Eleusi e bruciano vivi tutti i sacerdoti pagani, incluso il sacerdote Mithras Hilarius.

Anno 396 - Il 7 dicembre, un nuovo decreto dell'imperatore Arcadius ordina che il paganesimo sia trattato come atto di alto tradimento. Vengono incarcerati i pochi sacerdoti pagani rimasti.

Anno 397 - "Demoliteli!". L'imperatore Flavio Arcadius ordina la demolizione di tutti i templi pagani rimasti ancora in piedi.

Anno 398 - Il Quarto Concilio Ecclesiastico di Cartagine proibisce a tutti, inclusi i vescovi cristiani, lo studio dei libri pagani. Porfirius, vescovo di Gaza, demolisce quasi tutti i templi pagani della città, eccetto nove di loro che rimangono attivi.

Anno 399 - Con un nuovo editto, del 13 giugno, l'imperatore Flavio Arcadius ordina la distruzione immediata di tutti i templi pagani principalmente nelle zone rurali.

Anno 400 - Il vescono Nicetas distrugge l'oracolo del Dio Dionisio a Vesai e battezza tutti i pagani di quell'area.

Anno 401 - A Cartagine la popolazione cristiana lincia i pagani e distrugge templi e idoli. Anche a Gaza il vescovo locale, (Santo) Porfirio, ordina ai suoi seguaci il linciaggio dei pagani e la demolizione dei nove templi rimasti attivi in città. Il quindicesimo Concilio di Calcedonia ordina la scomunica dei cristiani che mantengono buone relazioni con i loro parenti pagani.

Anno 405 - Giovanni Crisostomo invia le sue orde di monaci vestiti di grigio e armati con mazze e bastoni di ferro a distruggere gli idoli di tutte le città della Palestina.

Anno 406 - Giovanni Crisostomo raccoglie fondi con l"aiuto delle ricche mogli cristiane per finanziare la distruzione dei templi ellenici. Ad Efeso si ordina la distruzione del famoso tempio della Dea Artemide. A Salamis, a Cipro, il "Santo" Ephiphanius e Eutychius continuano la persecuzione dei pagani e la distruzione dei loro templi e santuari.

Anno 407 - Un nuovo decreto proibisce una volta per tutte gli atti di qualsiasi culto non cristiano.

Anno 408 - L'imperatore dell'Impero occidentale Onorius e l'imperatore dell'impero d'oriente Arcadius, ordinano che tutte le sculture dei templi pagani siano distrutte o confiscate, proibendo anche il possesso privato di qualsiasi scultura pagana. I vescovi locali dirigono nuove e dure persecuzioni contro i pagani e si ardono al rogo i loro libri. Si perseguitano anche i giudici che mostrano pietà per i pagani. (San) Augustine massacra centinaia di protestanti pagani a Calama, in Algeria.

Anno 409 - Ancora una volta un decreto ordina che si castighi con la pena di morte chi pratica l"astrologia e ogni altro metodo divinatorio.

Anno 415 - Ad Alessandria la popolazione cristiana, animata dal vescovo Cirillo, a pochi giorni dalla pasqua giudaico-cristiana, attacca e martirizza, tagliandone il corpo a pezzi, la famosa e bella Filosofa Hypatia (Ipazia di Alessandria). I pezzi del suo corpo, portati per le vie di Alessandria dai cristiani della città, vengono bruciati insieme ai suoi libri nella piazza chiamata Cynaron. Il 30 agosto cominciano nuove persecuzioni contro tutti i sacerdoti pagani del nord Africa, che finiscono crocifissi o bruciati vivi.

Anno 416 - L'Inquisitore Hypatius, chiamato "La spada di Dio", stermina gli ultimi pagani di Bithynia. A Costantinopoli, il 7 dicembre, vengono dimessi tutti gli ufficiali dell'esercito, gli impiegati pubblici e i giudici non cristiani.

Anno 423 - L'imperatore Teodosio II dichiara, l"8 giugno, che la religione dei pagani non è altro che "il culto del demonio" e ordina che tutti coloro che insistono nel seguirla e nel praticarla vengano castigati con il carcere e la tortura.

Anno 429 - Viene saccheggiato il tempio della Dea Atene (Parthenon) sull'omonima Acropoli. Si perseguitano i pagani ateniensi.

Anno 435 - Il 14 novembre un nuovo editto dell'imperatore Teodosio II ordina la pena di morte per gli "eretici" e i pagani dell'Impero. Si proclama che l"unica religione legale è il cristianesimo.

Anno 438 - L'imperatore Teodosio II emette un nuovo decreto, il 31 gennaio, contro i pagani, considerando la loro "idolatria" causa della recente peste.

Anno 440 fino al 450 - I cristiani demoliscono tutti i monumenti, gli altari e i templi di Atene, Olympia e altre città greche.

Anno 448 - Teodosio II ordina che si brucino tutti i libri non cristiani.

Anno 450 - Vengono demoliti tutti i templi di Afrodite, città della Dea Afrodite, e si bruciano tutte le librerie della città che è rinominata Stavroupolis (Città della Croce).

Anno 451 - Un nuovo decreto dell'imperatore Teodosio II, del 4 novembre, riafferma che l"idolatria deve essere castigata con la morte.

Anno 457 fino al 491 - Persecuzioni sporadiche contro i pagani nella parte orientale dell'Impero. Tra i giustiziati ci sono il medico Jacobus e il filosofo Gessius. Vengono torturati e incarcerati Severianus, Herestios, Zosimus, Isidorus e altri. Il predicatore cristiano Conon e i suai seguaci sterminano gli ultimi pagani dell'isola Imbros, nel nord est del Mar Egeo. Sono giustiziati a Cipro gli ultimi adoratori di Zeus Lavranius.

Anno 482 fino al 488 - Vengono sterminati la maggior parte dei pagani dell'Asia minore, a causa di una disperata rivolta contro l"Imperatore e la Chiesa.

Anno 486 - Molti sacerdoti pagani che erano rimasti in clandestinità vengono scoperti, arrestati, scherniti, torturati e giustiziati ad Alessandria.

Anno 515 - Il battesimo diventa obbligatorio anche per quelli che si dichiarano già cristiani. L'imperatore di Costantinopoli, Anastasius, ordina il massacro dei pagani nella città araba di Zoara e la demolizione del tempio locale del Dio Theandrites.

Anno 528 - L'imperatore Jutprada (Giustiniano) proibisce i giochi olimpici sostituiti da quelli di Antiochia. Ordina l'esecuzione - tramite il rogo, la crocifissione o lo smembramento mediante artigli di ferro - di tutti coloro che praticano "la stregoneria, la divinazione, la magia o l"idolatria" e proibisce tutti gli insegnamenti dei pagani affermando: ""è una sofferenza davanti alle insane bestemmie degli ellenici".

Anno 529 - L'imperatore Giustiniano chiude l'Accademia di Filosofia di Atene, dove aveva insegnato Platone, e confisca le sue proprietà.

Anno 532 - L'inquisitore Ioannis Asiacus, un monaco fanatico, dirige una crociata contro i pagani dell'Asia minore.

Anno 542 - L'imperatore Giustiniano permette all'inquisitore Ioannis Asiacus di convertire i pagani di Phrygia, Caria e Lydia, nell'Asia Minore. In 35 anni, 99 chiese e 12 monasteri furono edificati sopra i resti dei templi pagani distrutti.

Anno 546 - Centinaia di pagani sono condannati a morte a Costantinopoli dall'inquisitore Ionnis Asiacus.

Anno 556 - L'imperatore Giustiniano ordina al terribile inquisitore Amantius di andare ad Antiochia per arrestare, trovare e sterminare gli ultimi pagani della città e distruggere tutte le biblioteche private.

Anno 562 - Arresti di massa, torture ed esecuzioni dei pagani ellenici ad Atene, Antiochia, Palmira e Costantinopoli.

Anno 578 fino al 582 - I cristiani torturano e crocifiggono i pagani ellenici in tutta la parte orientale dell'Impero e sterminano gli ultimi pagani di Heliopolis (Baalbek).

Anno 580 - Gli inquisitori cristiani attaccano un tempio segreto di Zeus ad Antiochia. Il Sacerdote del tempio si suicida e vengono arrestati il resto dei pagani presenti. Tutti i prigionieri, incluso il vice governatore Anatolius, sono torturati e mandati a Costantinopoli per comparire in giudizio. Là vengono condannati a morte e dati in pasto ai leoni, tuttavia nel vedere che i feroci animali non erano intenzionati ad attaccare i condannati, vennero poi crocifissi. I cadaveri furono trascinati per le strade e lasciati poi senza alcun tipo di sepoltura tra le immondizie.

Anno 583 - Nuova persecuzione contro i pagani ellenici da parte dell'Imperatore Mauricius.

Anno 590 - In tutta la zona orientale dell'Impero gli "accusatori cristiani" scoprono cospirazioni pagane. Nuove tormentate torture ed esecuzioni.

Anno 692 - Il Concilio di Costantinopoli proibisce le restanti celebrazioni pagane/dionisiache come le Calende, Brumalia, Anthesteria, etc.

Anno 804 - I pagani ellenici di Mesa Mani (Cape Tainaron, Lakonia, Grecia) resistono con successo al tentativo di Tarasius, patriarca di Costantinopoli, di convertirli al cristianesimo.

Anno 850 fino all'860 - Conversione violenta degli ultimi pagani ellenici di Mesa Mani da parte dell'armeno (San) Nikon” (3).

Non solo i seguaci del “mite agnello redentore” si sono dimostrati a tutti gli effetti delle belve feroci, ma bisogna notare le ultime date di questo elenco: 850-860 E. V.: siamo a quasi un millennio dalla presunta incarnazione. Se è occorso tanto tempo, questo significa che non stiamo parlando di una dottrina che ha conquistato il mondo allora conosciuto con la “pura luce” della sua veridicità ed evidenza, ma dell'operazione di sradicamento di una cultura che ha resistito come ha potuto nonostante la ferocia fanatica dei suoi persecutori.

Dopo la caduta dell'impero romano, conseguenza diretta di questo sradicamento, la cristianizzazione dell'Europa fuori dagli antichi confini imperiali è proceduta esattamente nello stesso modo, con la violenza più spietata: le campagne carolinge contro i Sassoni, quelle dell'ordine teutonico contro gli Slavi, la crociata contro gli Albigesi e via dicendo: massacri, incendi, saccheggi, riduzione in schiavitù di intere popolazioni, sono stati questi gli argomenti più usati nei sermoni con cui l'Europa è stata convertita. Poi sono arrivati l'inquisizione, i roghi degli eretici, delle cosiddette streghe. Il cristianesimo ha conquistato il controllo dell'Europa con i metodi di un esercito invasore e l'ha mantenuto con quelli di un esercito occupante, comunque e sempre un nemico, un nemico mortale di ciò che noi siamo.

A mio parere, quindi, non c'è nessun mistero, solo una parte essenziale della nostra storia che hanno sempre cercato di nasconderci e/o di raccontarci in maniera falsata.

Fabio Calabrese

 


NOTE

(1)            Rivolto a Silvano Lorenzoni in occasione della presentazione del suo libro "La figura mostruosa di Cristo e la convergenza dei monoteismi" di cui l’autore ha curato la presentazione

(2)            Vasile Florescu: La retorica nel suo sviluppo storico, Il Mulino, Bologna 1971, pag. 65.

(3)         Vlasis Rasias: La distruzione dei templi, estratto dal sito della Congregazione degli Ellenici, 13.4.2006.

Il ragionamento “spirituale” resta nel dominio della concettualizzazione - La realtà non può essere descritta ma solo sperimentata



La capacità, in termini concettuali,  di descrivere la realtà, quella percettibile e quella del pensiero, in modo consequenziale e logico, è un grande vantaggio allorché si voglia estrinsecare un percorso lineare. Il suo uso invece è di poca utilità dovendo affrontare un discorso “olistico” -come è appunto quello dell'ecologia profonda e della spiritualità laica.

Certo possiamo avvicinarci, attraverso un'accorta cernita di “parole e significati”, di concetti ed immagini.. Per questo trovo che il messaggio dei pittogrammi – ideogrammi cinesi sia molto più vicino a quanto si chiede alla semantica del linguaggio. C'è un tentativo di trasmettere anche la “visione” anche l'immagine, oltre al pensiero....

Restando a noi... se analizziamo i particolari del percorso vitale dobbiamo necessariamente suddividerli in segmenti e studiarli e descriverli nel loro funzionamento tipico, aldifuori del contesto generale, in quanto compresi nello specifico modo dell'osservatore.... Questo è il dettame della logica e questo è il modo operativo del nostro linguaggio, composto di suoni e allocuzioni, che della logica è espressione. Infatti il linguaggio è un ingranaggio matematico utile, sino ad un certo punto, per descrivere i procedimenti sia della percezione sensoriale che della “fantasia” emozionale. Ma ciò che viene così trasmesso, purtroppo, manca della freschezza e dell'immediatezza dell'esperienza, quella che si definisce giustamente “presenza”. Infatti il linguaggio attinge solo alla memoria, non può raccontare e convenire l'ineffabile momento vissuto... in quanto “presenza”!

Per fortuna nostra, attraverso la capacità analogica della nostra mente, siamo anche in grado di intuire e lanciare piccoli segnali inerenti la sensibilità “spirituale” che non risiede e non può essere descritta con i meccanismi della mente duale.

L'Uno sfugge ad ogni descrizione... e se una descrizione viene tentata è sicuramente parziale e limitata alle forme proprie del linguaggio e del pensiero duale.

Per capire un pesce devi essere pesce, per sentire un albero devi essere un albero.. etc. Questo è verissimo ed è facilmente accettabile anche dalla mente umana. Il fatto poi che se ci si sente un pesce si è limitati al sentire del pesce, come pure se ci si sente uomo si è limitati al sentire dell'uomo dimostra l'impossibilità di condividere “il concetto” spirituale fra viventi di diversa specie. 

D'altronde, cosa s'intende nella spiritualità laica? Che spogliandosi dal rivestimento identificativo in un particolare “sentire”, ovvero obliterando la propria identità egoica, la quale non è altro che la cristallizzazione di un riconoscersi in pensieri, desideri, azioni, compiuti dall'”oggetto” che funge da osservatore (il nome forma specifico e la mente individuale), immediatamente -liberi da presupposti identificativi- siamo in grado di pienamente condividere, sentendola come propria, l'esperienza del pesce o dell'albero. Che questa capacità sia non solo possibile ma persino attuabile è comprovato dagli stati altri raggiunti durante la meditazione profonda o per mezzo di forti manipolazione psichiche (trance, deliquio, droga, etc.).

Ovviamente la sporadicità e intermittenza dell'esperienza non duale è solo un “assaggio” della condizione naturale in cui l'uomo ed ogni altro essere condivide pienamente -e perciò manifesta- il Tutto, l'UNO. Lo scopo della spiritualità laica, è quello di conseguire -per mezzo di una ripetuta e continua attenzione al percepiente (il testimone), quello stato di unitarietà che trascende totalmente l'io individuale e consente l'esperienza spirituale propria e definitiva della vita nella sua interezza.

Allorché, con termini filosofici empirici, gli ecologisti profondi descrivono l'unitarietà della vita, e l'interconnessione di ogni suo aspetto, in ogni sua relazione, essi non fanno altro che evocare quello stato di coscienza, quella Consapevolezza intima e profonda, che contraddistingue ogni ente psichico ed ogni elemento materico (in forma latente). E che a me piace chiamare “spirito” (intelligenza e coscienza).

Paolo D'Arpini





Taoismo e fisica quantistica s'incontrano




Niels Bohr, un pioniere della meccanica quantistica, ha scelto il simbolo taoista yin-yang per il suo stemma.

Lui afferma che nella comprensione taoista dell'universo gli stati polarizzati delle particelle si completano reciprocamente, creando un bilanciamento tra yin e yang. Bohr ha studiato l'unità degli opposti e le contraddizioni presenti in natura.

Molti concetti dell'antica scienza cinese corrispondono a idee che i fisici hanno scoperto solo lo scorso secolo. Di seguito daremo uno sguardo a tali concetti.

1. GLI OTTO TRIGRAMMI E LA DISPOSIZIONE DELLE PARTICELLE

Gli otto trigrammi sono presentati nel testo classico I Ching (Il libro dei mutamenti), un'opera fondamentale della storia cinese. Ognuno dei trigrammi rappresenta i principi essenziali della realtà e sono sistemati in una disposizione ottagonale basata sulle relazioni e le interazioni esistenti tra essi.

Nel suo libro del 1975 Il Tao della fisica, il fisico Fritjof Capra scrive che questa disposizione ottagonale è simile all'ottetto dei mesoni «in cui le particelle e le antiparticelle occupano posizioni opposte». Il contributo importante di Capra è stato quello di evidenziare le similitudini tra i concetti di struttura e alternanza.

Ha scritto: «Sia la fisica moderna che l'antico pensiero cinese considerano l'alternanza e la trasformazione come l'aspetto principale della natura e considerano le strutture e le simmetrie generate dalle alternanze come secondarie».

2. IL LIBRO DEI MUTAMENTI E LA SFUGGENTE TEORIA DEL TUTTO

I fisici moderni si basano su due pilastri: la relatività generale e la meccanica dei quanti. Il problema è che le due teorie sono contraddittorie.

Brian Greene, nel suo libro del 1999 intitolato L'universo elegante e candidato al Premio Pulitzer, ha scritto: «Come sono attualmente formulate, la relatività generale e la meccanica quantistica non possono essere entrambe corrette. Le due teorie mettono in evidenza lo straordinario progresso della fisica durante gli ultimi cento anni, un progresso che ha spiegato l'espansione dei cieli e la struttura fondamentale della materia, tuttavia sono reciprocamente incompatibili».

La relatività funziona bene per comprendere l'universo su ampia scala, quella delle stelle, delle galassie, etc. La meccanica quantistica funziona bene per spiegare l'universo su scala microscopica, quella degli atomi, delle particelle subatomiche, etc. Gli scienziati sono alla ricerca della cosiddetta "teoria del tutto" che possa unificare entrambe.

È quello che cerca di fare la teoria delle stringhe. In termini semplificati questa concepisce l'universo come un insieme di stringhe piuttosto che di punti separati. Per esempio un elettrone potrebbe non essere un punto ma piuttosto la parte di una stringa. Se la stringa oscilla da un verso può essere un elettrone, mentre se oscilla nel verso opposto può essere un protone o un quark. Queste stringhe si possono originare in un'altra dimensione priva di gravità.

Negli anni 1970, mentre Capra scriveva, si stava sviluppando la teoria della matrice S, precorritrice della teoria delle stringhe (anche se oggi è ancora utilizzata).

Capra ha scritto: «Il libro "I Ching" è forse l'analogia del pensiero orientale più vicina alla teoria della matrice S. In entrambi i sistemi l'enfasi è sui processi piuttosto che sugli oggetti. Nella Teoria della matrice S questi processi sono le reazioni fondamentali che danno origine a tutti i fenomeni nel mondo degli Adroni [un tipo di particelle subatomiche].

«Nel libro "I Ching" i processi fondamentali sono chiamati "cambiamenti" e sono visti come essenziali per una comprensione di tutti i fenomeni naturali».

3. LA COMPRENSIONE DI LAO TZE DELLE PARTICELLE SUBATOMICHE

Lao Tze, fondatore del Taoismo del sesto secolo a.C., ha scritto: «Il Tao da origine all'uno, l'uno da origine al due, il due da origine al tre e il tre da origine a tutte le miriadi di cose. Tutte le miriadi di case portano lo yin sulla schiena e lo yang tra le loro braccia».

Alcuni dicono che questo commento è collegato ai vari livelli delle particelle: molecole, atomi, elettroni e così via.

Gli elettroni sono particelle subatomiche con una carica elettrica negativa. I protoni sono particelle subatomiche con una carica elettrica positiva. Queste cariche possono essere collegate alle polarità yin e yang, presenti nel taoismo.

Anche gli antichi Greci hanno teorizzato l'esistenza di atomi. Gli elettroni sono stati scoperti solo nel 1897 e in seguito sono state scoperte altre particelle subatomiche.

DIFFERENZA DI PRIORITÀ

Gli obbiettivi dell'antica scienza cinese e della fisica moderna sono differenti, dato che la prima si focalizza sul lato spirituale delle cose e riconosce sia il corporeo sia l'incorporeo. A un certo livello il paragone tra l'antica scienza cinese e la fisica moderna è impreciso, dato che i punti di partenza sono diversi.

Alcuni dei più grandi fisici moderni sono stati ispirati e si sono identificati con l'antica scienza cinese.

La fisica quantistica ha dimostrato che l'osservatore può cambiare il risultato di un esperimento solo con l'atto di osservare. In un'intervista registrata e pubblicata su YouTube Capra dice: «I mistici affermano che l'osservatore e l'oggetto osservato si fondono, non possono essere più separati». È possibile che l'intento dei ricercatori possa influenzare i risultati. Alcuni studi hanno iniziato a dimostrare gli effetti dell'intento mentale umano sulla realtà fisica, anche se il soggetto non è ancora stato accettato dalle correnti scientifiche principali. Dean Radin dell'Istituto di Scienze Noetiche e William A. Tiller dell'Università di Stanford sono due scienziati che stanno studiando questo argomento.

Il punto di partenza spirituale della scienza antica e il punto di partenza materialistico della scienza moderna possono produrre risultati differenti.

«Dal diciassettesimo secolo la nostra scienza occidentale è stata ossessionata dalla nozione di controllo, dell'uomo che domina la natura», ha detto Capra. «Questa ossessione ci ha portato al disastro».


(Fonte: http://www.theepochtimes.com/)

Saggezza in gocce - Spiritualità laica, zen, taoismo, poesia sufi, buddismo... ed altro ancora




Disincagliarsi dalla rete

Chi si aggrappa alla mente non vede la verità che sta oltre la mente.
Chi si sforza di praticare il Dharma non trova la verità che è aldilà della pratica.

Per conoscere ciò che è aldilà sia della mente che della pratica bisogna tagliare di netto la radice della mente e, nudi, guardare; bisogna abbandonare ogni distinzione e restare tranquilli.

Tilopa

*

Hai finito di mangiare?

"Maestro ti prego insegnami la vera essenza dello Zen" - Implorò un discepolo rivolto al maestro Josshu.

Ed il maestro rispose: "Hai finito di mangiare?"

- "Sì maestro, ho finito"

- "Allora va' a lavare le stoviglie!"

Josshu

*

La morale del Tao

Confucio pensò di poter convertire alla sua morale un famoso ladro di nome Koshi, così si recò nel suo covo e cominciò ad impartirgli i suoi insegnamenti. Ma Koshi si stancò ben presto della predica impotuna.

"Sei più puerile di un bambino - sbottò infine il ladro - la tua morale sarà buona per te ma per me non vale niente. Insegnami l'altro lato della morale se vuoi che comprenda!"

Fu quella una grande lezione per Confucio.

*

La bellezza della diversità!

"Solo se riusciremo a vedere l'universo come un tutt'uno in cui ogni parte riflette la totalità e in cui la grande bellezza sta nella sua diversità, cominceremo a capire chi siamo e dove siamo. Altrimenti saremo solo come la rana del proverbio cinese che, dal fondo di un pozzo, guarda in su e crede che quel che vede sia tutto il cielo".

Tiziano Terzani

*

Unveiling herself revealed

Unveiling herself revealed
existence to my eye,
so in everything seen
I perceived her.

My attribute is hers
since we are not called two;
her shape is mine
since we are one.

If she is called,
it is I who answers;
when I am summoned, she replies
and obeys the one who calls me.

If she speaks,
it is I who whispers;
when I tell a tale
she is the one who tells it.

For the second person's sign
became the first between us,
and so my rank is high above
all who cling to difference.

Umar Ben Al Faridh

*

Confucio disse..

Yen Hui, egli raggiungerà certamente la meta.
Se ha una imperfezione non succede mai che non la riconosca.
Quando l'ha riconosciuta non succede mai che ripeta l'errore per la seconda volta.

Confucio

*

Ho bevuto...

Ho bevuto alla memoria dell'Amato
un vino che mi ha inebriato,
prima della creazione della vigna!

Umar Ben Al Faridh

*

Invito...

Non guardare il mio aspetto,
ma prendi ciò che ho in mano!

Jalaluddin Rumi

*

L'Amato si è rivelato a me

L'Amato si è rivelato a me
da dentro il mio corpo.
Il mio intero essere,
ora raffinato,
brilla come oro.

Allo stesso modo
in cui l'orefice testa l'oro
anch'io sono stato testato
ed ora sono intero.

Prima di riconoscerLO
ero metallo grezzo,
realizzando Lui Kabir
è diventato oro zecchino.

Kabir

*

Non sapendo chi io fossi...

Non sapendo chi io fossi
parlavo di io e del mio
ma io sono Tu e mio sei Tu,
Signore adorato dagli Dei!

Nammalwar

*

Com’è potuto accadere…?

Com’è potuto accadere Anima mia,
che sempre sei Consapevolezza e Gioia,
com’è che ora ti comporti
come se lo avessi dimenticato?

Meraviglia delle meraviglie,
oltre comprensione è la tua strana paura,
dolce Cigno, mio caro,
il timore che hai di me!

Mente che apprendi, conosci e dimentichi,
corpo ottenuto, che generi e poi muori.
Da dove queste impurità nella purezza?
Grandezza, piccolezza, classe, rango, vista e veggente..
Perché queste onde oscuranti nel profondo oceano della Gioia?

Non servono parole o voti di silenzio,
non andirivieni, non inizio, metà e fine,
non riverbero, né suono, non qualità,
non separazione e quindi non paura…
Oh meraviglia delle meraviglie,
le cose che sembrano, in un sogno?

Dentro e fuori, in alto e in basso, tutte le direzioni.
Persa nella luce, illimitatamente vasta,
intera, senza supporto, piena e calma,
pura Consapevolezza, Gioia immutabile,
allora remota, cercata lungamente come fine,
ora sei qui… Gioia… Gioia..!

Avadai Ammal

*

Il sacrificio mistico: la morte che ci fa Essere

Sono morto come minerale per divenire pianta.
Sono morto come pianta per divenire animale.
Sono morto come animale ed eccomi ora son uomo.

Perché temere la morte che non mi ha mai diminuito?

Una volta ancora morirò per salire fra gli angeli,
ma anche in quello stato debbo andare oltre,
tutti, eccetto Dio, periscono.

Quando avrò sacrificato la mia anima angelica,
sarò quel che mai la mente concepì.

Oh lasciami non esistere, poiché l’inesistenza
canta in toni solenni: "In Lui siamo!"

Jalalud-Din Rumi

*

Dì... chi sono io?

Io sono,
pulviscolo nella luce del sole,
io sono il sole rotondo.

Alla polvere dico "resta"
al sole dico "continua a muoverti".

Sono la nebbia del mattino
ed il respiro della sera.

Sono il vento sopra il bosco
e la spuma sullo scoglio.
L'albero maestro della nave,
il timone, il timoniere,
io sono la scogliera corallina
sulla quale si arenano.

Sono una pianta con un pappagallo fra i rami.
Silenzio, pensiero e voce.
Il soffio musicale che attraversa il flauto.
La scintilla di una pietra.
Sono la candela e la falena impazzita che vi gira attorno,
la rosa e l'usignolo perso nella sua fragranza.

Io sono tutti i livelli dell'Essere,
la galassia rotante,

l'intelligenza che si evolve,
l'alzarsi ed il cadere,
ciò che è e quel che non è.

Tu che conosci Jalaluddin,
Tu, l'Uno nel Tutto,
dì, chi sono io?

Dì.... io sono te!


Jalalud-Din Rumi

*

If by chance you remember me, could you know who am I?

Crumbs of emotions thougth,
in everlasting now,
body consciousness appear uncalled
and fade away unaided.
Yet some “one” is watching the turmoil.
Crumbs of emotions thougth,
helded togheter give sense to the ego’s puzzle,
scattered imperceived foam dust
if I am not.
Is it the subjet?
I, how where when why, who....
Saul Arpino


*

"Il pensiero religioso è la chiave del fallimento umano..."

I predicatori religiosi hanno convinto il mondo intero: "Voi siete peccatori!". E ciò va bene per loro, poiché se non ne foste convinti i lor affari non potrebbero prosperare. Dovete essere peccatori, solo così continueranno ad esistere chiese, moschee e templi.

Il vostro permanenere nel senso del peccato è la loro buona "stagione", la vostra colpa è il fondamento delle chiese più potenti, più vi sentite in colpa e più le chiese continueranno a cosolidarsi. Esse sono costruite sule vostre colpe, sul vostro peccato, sul vostro complesso di inferiorità. Così hanno creato un'umanità "inferiore"....

Osho Rajneesh

*

Le ombre della sera si allungano

Le ombre della sera si allungano
e l'amore entra,
calmando ogni corpo e mente.

Guarda verso occidente e vedi
la luce del sole che tramonta.

Guarda dentro di te e vedi
un espanso infinito di luce.

Bevi il nettare dei petali del tuo cuore
e lascia che le onde d'amore ti sommergano.

Che magnificenza in quell'Oceano - Ascolta!
Il suono delle conchiglie,
il suono delle campane.

Kabir dice: "Oh fratello, ascolta!
Il Signore canta la sua canzone,
dentro di te...

Kabir

*

Devi chiede

Oh Shiva qual'è la tua realtà?
Che cos'è questo universo pieno di meraviglia?
Che cosa ne costituisce il seme?
Chi è al centro della ruota universale?
Che cos'è la vita aldilà delle forme che permea le forme?
Come possiamo penetrarla a fondo al di sopra dello spazio e del tempo,
al di sopra dei nomi e delle descrizioni?
Liberami dai miei dubbi!

*

Presenza consapevole

Quel continuo stato di essere presenti viene chiamato autoconsapevolezza, autocoscienza, coscienza osservante, oppure, forse impropriamente, autopresenza.

Una storia Zen narra che Chang chiese al Maestro:

- Mangiando e dormendo, rispose il Maestro
- Si, ma non tutti gli uomini mangiano quando mangiano e dormono quando dormono.

................

(Brani  scelti e raccolti da Paolo D'Arpini)


Passare dalla "memoria" al futuro dell'Umanità



In quanto essere umano, nella mia memoria ci sono eventi che non ho vissuto direttamente, ma mi sono stati trasmessi dai miei padri e dai padri dei miei padri.
Le loro sofferenze sono anche le mie sofferenze, come le loro gioie sono anche le mie gioie.

Oggi mi ritrovo un patrimonio che mi permette di riconoscere, prima che avvengano,  possibili errori ed orrori già vissuti dall’umanità che mi ha preceduto. La memoria di quegli errori e di quegli orrori mi trasmette l’immagine di un muro. Un muro che ancora una volta si sta alzando tra le migliori aspirazioni umane e la realtà.

Un muro che ha come base i “valori della razza” e istinti primitivi e zoologici. Su questa base si ergono, con evidente sincronia cromatica, etnocentrismo e razzismo.


La sincronia continua, perché subito sopra si appoggiano odio, xenofobia e violenza.

Lo riconosco. È lo stesso muro dietro il quale si consumò l’olocausto.  Nonostante abbia colori diversi e sia reso più accettabile da un velo di democrazia formale, lo riconosco. È lo stesso muro. Non ho alcun dubbio. La memoria non m’inganna.

La memoria mi dice che non c’è tempo da perdere.

Quell’orrore non venne dalla sera alla mattina. Quel muro non fu costruito in un giorno. In molti videro quel muro che si alzava lentamente, giorno dopo giorno. In molti pensarono che in fondo era solo un muro e che prima o poi qualcuno lo avrebbe abbattuto. Non fu così. I miei padri e i padri dei miei padri arrivarono a capire troppo tardi.

E fu violenza. Tanta violenza. Quando si arriva troppo tardi non resta che la violenza. E fu la liberazione. Ma la violenza non uccide mai se stessa.  Fu liberazione, ma non dalla violenza del potere e della sopraffazione. Lo dimostra il muro che ancora una volta si sta ergendo tra le migliori aspirazioni e la realtà.

La memoria è fatta per il futuro, altrimenti non serve a un bel niente.

La memoria ci dice che, prima che la violenza prenda il sopravvento, bisogna abbattere quel muro.

Non bisogna fare lo stesso sbaglio dei nostri padri.
Stavolta è la nonviolenza che deve entrare in scena.
Quel muro deve essere abbattuto prima che sia troppo tardi.  Prima che si renda necessaria altra violenza.

Affinché la storia non si ripeta, bisogna anticiparla.
E non c’è altro modo per anticipare la ripetizione della storia se non con la nonviolenza.

Non lasciamo che coloro che godono di questa falsa democrazia fermino la storia  e ci trascinino di nuovo verso una inevitabile violenza.

La memoria è di tutti. Il futuro è di tutti. Non lasciamolo di nuovo nelle loro mani. Stavolta saremo più veloci. Stavolta saremo noi la storia.

Carlo Olivieri


Partito Umanista